San Ruffino da rivalutare,
per dare spinta vitale all’economia dell’entroterra

Considerando il successo ottenuto dalla zona turistico-ricreativa sorta intorno alla abbazia maceratese di Fiastra, è facile immaginare quale richiamo potrebbe provocare un’area come questa, ben più ricca di attrattive.

di Attilio Bellesi

Abbazia dei Santi Ruffino e Vitale

Abbazia dei Santi Ruffino e Vitale

Amandola S.Ruffino, questo, unitamente a S. Vitale, è il nome della abbazia benedettina che sorge sulla sponda destra del fiume Tenna, e il nucleo originario della quale da un paio di studiosi ( Lanzoni e Allevi ) si fa risalire al VI sec. Il nome poi si è esteso al vicinissimo lago artificiale alimentato dal fiume e alle sorgenti solfuree-ferraginose nei pressi della chiesa.
Il lago, le acque minerali, la badia benedettina con originali ambienti sotterranei che profumano di antico e di spiritualità possono rappresentare risorse da sfruttare per praticare vari sport ( pesca, vela canottaggio ), a scopi curativi propiziati dalle acque solfuree, e per turismo religioso.
Se si considera il successo ottenuto dalla zona turistico-ricreativa sorta intorno alla abbazia maceratese di Fiastra, è facile immaginare quale richiamo potrebbe provocare un’area come quella di S. Ruffino, ben più ricca di attrattive.
Il neo sindaco Marinangeli, che si è ben presentato facendo entrare in funzione dopo vari anni di attesa la residenza sanitaria assistita, è intenzionato a riprendere e realizzare il vecchio progetto sul polo di S.Ruffino. Vecchio, perché messo sulla carta dal suo non immediato predecessore, ossia il sindaco Treggiari.
L’affermazione di questo polo, che peraltro non comporta consistenti investimenti, darebbe una spinta vitale alla economia dell’entroterra. Da S. Ruffino, in tempi brevissimi, si raggiungono i “tesori” posseduti dai centri montani.
Per esempio, Amandola e il suo santuario col corpo del beato Antonio, il santuario della madonna dell’Ambro e la pinacoteca di Montefortino. Sullo sfruttamento delle acque salutifere ci sarebbe un problema. Sembra che qualcuno effettuerebbe da tempo abbondanti prelievi a beneficio delle terme di Sarnano. È favoletta o realtà? Le acque, si sa, appartengono al demanio e sarebbero inalienabili. Ma possono essere date in concessione per un certo periodo. Quindi, in questo caso, sempre che i prelievi avvengano, non può non esserci stata la concessione dalla Regione.
Sarebbe interessante sapere chi sia il proprietario del fondo circostante le sorgenti e, se diverso, il proprietario del terreno su cui insiste la strada di accesso alle stesse. Al sindaco il compito di…indagare.


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