Sarà presentato domenica 3 luglio a Servigliano il libro “Il campo di Servigliano 1915-1955: la memoria di un luogo che testimonia le tragedie del Novecento”. La cerimonia avrà luogo, alle ore 10.30, nell’aula didattica Casa della Memoria, nell’ex stazione ferroviaria adiacente proprio al campo di prigionia che nella prima parte del secolo scorso fu testimone di disperazione e atrocità.
Il volume, frutto di 20 anni di ricerche, è scritto dallo storico Filippo Ieranò, che dagli anni Novanta ha raccolto decine di testimonianze dei sopravvissuti, e da Giuseppe Millozzi, figura importante del Monte San Martino Trust, l’associazione londinese fondata dagli ex soldati alleati fuggiti proprio dai campi delle Marche. L’associazione Casa della Memoria, presieduta da Emidio Pipponzi, dedica il libro alla memoria della professoressa Lina Cinque Verducci “che collaborò – spiega Pipponzi – alla prima edizione di questo lavoro, convinta che la cultura sia un formidabile strumento di pace”. Oltre alle autorità locali, alla cerimonia interverranno i familiari della professoressa Lina Cinque: il marito Carlo Verducci e i figli, il senatore Francesco Verducci e Luigi Verducci.
“L’insegnamento che ha lasciato la professoressa Lina è molto vivo e presente nella nostra comunità – aggiunge Pipponzi –. Persona molto capace, brava nel dialogo con i suoi allievi, costruttiva in ogni lavoro che ha seguito sia da docente sia da studiosa. Lina Cinque Verducci diede una spinta decisiva, anche in qualità di socio fondatore, alla nascita dell’associazione Casa della Memoria. A pagina 3 del libro è riportata una dedica a lei riservata: chiunque prenderà in mano il volume, avrà modo di ricordare una persona straordinaria che Servigliano ha perso troppo presto”. Il libro, arricchito da foto e documenti inediti, è diviso in varie sezioni: la prima guerra mondiale (campo di prigionia per soldati austroungarici); campo di rieducazione per soldati italiani redenti (1919) e deposito militare (1920-1940); la seconda guerra mondiale (campo di prigionia per militari alleati); campo per internamento ebrei (1943-1944); Centro di raccolta profughi (1944-1955); l’abbandono (1955-1970).
“Oggi nel Campo di Servigliano – conclude il presidente Emidio Pipponzi – è stato realizzato il Parco della Pace, frequentato per eventi ludici o sportivi da centinaia di giovani che spesso ignorano la triste storia passata di questo luogo. Il nostro compito è dunque di recuperare, conservare e trasmettere la storia e la memoria dei tragici fatti accaduti nel campo. Un passato fatto di sofferenza, ma anche di speranza, che ha segnato particolarmente il nostro territorio. Soprattutto, con questo libro e con altre numerose iniziative, confidiamo di poter contribuire ad educare i giovani al rispetto delle diversità, alla libertà e all’uguaglianza, valori che dovranno caratterizzare la vita anche delle generazioni future”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati