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“Io, testimone del delitto di Emmanuel
ora vivo in un inferno”

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di Paolo Paoletti

“La mia vita è diventata un inferno. E questo solo per aver fatto quello che ogni cittadino nella mia situazione avrebbe dovuto fare”. La signora Pisana Bachetti, contattata questa mattina da Cronache Fermane, è esasperata. Da ieri, lei che è una dei testimoni dell’omicidio del nigeriano Chidi Namdi Emmanuel, riceve minacce e insulti al telefono. “Appena due minuti fa ho ricevuto l’ultimo messaggio. Mi davano della nazista. Ed è solo uno dei tanti che mi stanno arrivando. L’elenco è lungo: xenofoba, e tanto altro ancora. Sto passando un incubo”. Una cittadina fermana come tanti che ha avuto la coincidenza di trovarsi ed assistere all’aggressione/rissa che ha portato alla morte di Emmanuel. “Ho fatto solo il mio dovere da cittadina ed ora mi trovo all’inferno”. La signora Bachetti chiede di divulgare un messaggio a tutti: “Non voglio più essere disturbata, basta, lasciatemi in pace, non voglio dire più niente né parlare con nessuno. Sono stata sbattuta in prima pagina quasi prima del nome dell’assassino. Ricevo chiamate da tutta Italia”. A Pisana Bachetti non resta altro da fare che stringersi ai suoi familiari e aspettare che questo incubo finisca: “Mi hanno eliminato il profilo Facebook, non c’è più niente, hanno cancellato i miei amici, tutte le mie foto, tutti i miei ricordi. Basta, lasciatemi in pace”. Bachetti aveva detto che era stato Emmanuel a colpire Amedeo Mancini (il 38enne arrestato per omicidio preterintenzionale) con un cartello stradale. Una versione del tutto differente da quella che era stata data dalla moglie di Emmanuel.


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