di Paolo Paoletti
Un appuntamento che, ogni anno, a Monterubbiano, fa rivivere quelle che sono le origini della nostra terra. Una rievocazione che racconta la storia dei giovani Sabini che, durante la primavera sacra, dal primo di marzo al trenta di aprile, ogni anno, lasciavano il loro luogo di origine per migrare verso nuove e feconde terre da colonizzare. Nella migrazione seguivano la via indicata da animali ‘simbolo’ come il picchio, l’animale sacro al dio Marte che diede il nome ai Piceni. Da qui il grido del gruppo degli zappaterra durante la rievocazione ‘Sciò scioò la pica’, che rappresenta una sorta di benedizione pagana per la comunità.
Il sindaco Maria Teresa Mircoli
Una rievocazione che a cui Monterubbiano e legata da sempre e che nell’ultimo anno sta crescendo ancora di più. Proprio per questo è stata allestita una mostra nel cuore del paese, che mette in mostra i costumi delle corporazioni, i ceri con sopra i simboli di ognuna. In questi giorni, durante la sagra delle tagliatelle fritte, sono stati centinaia i visitatori rimasti incantati dalla bellezza della mostra e dalla sua ricchezza storica e culturale.
Dopo il corteo della rievocazione, è il momento della sfida tra corporazioni con la giostra dell’anello. E proprio quest’ultima è al centro di una grande novità, frutto dell’idea e della collaborazione di Luca Murani, Elisabetta Vesprini e Stefano Palascianu, tre monterubbianesi doc. La giostra dell’Anello di Sciò la Pica è infatti diventata un gioco da tavolo con tanto di campo di gara riprodotto fedelmente, cavalieri e chi più ne ha più ne metta. Il gioco è in vendita. Veri e propri pezzi da collezione per turisti, appassionati ed ovviamente per i cittadini di Monterubbiano. Un plauso per l’iniziativa arriva dal sindaco Maria Teresa Mircolo, quanto mai determinata a far crescere sempre più, anno dopo anno, questa importante rievocazione storica.
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