di Alessandro Giacopetti
Dal fotografo, all’arrotino, al calzolaio, al netturbino. Tutti in bicicletta. Probabilmente poche persone sanno che nel borgo di Montelparo, alta valle dell’Aso, all’interno dell’Unione Montana dei Sibillini, esiste una esposizione rarissima o addirittura unica in Italia. E’ il “Museo degli Antichi mestieri ambulanti” in bicicletta, custodito in locali attigui alla chiesa di San Michele Arcangelo, nella parte più alta del paese. Circa 50 antiche biciclette costruite, o per meglio dire modificate, per svolgere svariate attività lavorative artigianali portate avanti nel periodo compreso tra gli anni ‘20 e i ’60. Alcune delle più attrezzate sono difficilmente classificabili come biciclette secondo i canoni moderni. Una collezione che nasce dalla ricerca e la pazienza del montelparese Lauro Lupi, non a caso artigiano anche lui. Il lattaio, il cantastorie, il gelataio, l’arrotino, il barbiere, il pollivendolo, lo spazzacamino, il norcino, lo spazzacamino sono alcuni dei nomi che si posso leggere nelle didascalie che accompagnano le bici.
Un tempo allestito nel chiostro della chiesa di Sant’Agostino, lungo il corso, da circa un anno ha cambiato sede. Un ambiente diffuso su tre piani, suggestivo e raccolto, quasi a voler conservare gelosamente quei ricordi di una società che non c’è più, visitabile su richiesta o aperto in situazioni speciali. Entrare nel museo è come tornare indietro nel tempo, per raccontare momenti di lavoro che non ci sono più, se non nelle memorie di chi li ha vissuti.
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