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Teatri nel mondo: missione Ghana, tra gli ultimi della terra il riscatto arriva dal palco

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Marco Renzi

Marco Renzi

Il festival i Teatri del Mondo approda ad Abor, in Ghana, dal 13 settembre al 3 ottobre, cambiando nome in “I Teatri nel mondo”. Un progetto di solidarietà attivato all’interno del festival internazionale di teatro per ragazzi e che vedrà l partecipazione di Marco Renzi, Andrea Mariani, Maurizio Stammati, Martin Stigol, Noemi Bassani, Jacopo Evangelista, Francesca Renzi.teatri del mondo solidarietà

Da tanti anni oramai  Porto Sant’Elpidio è la capitale del grande festival di teatro conosciuto non solo in tutto il territorio nazionale ma anche oltre confine, parliamo de “I teatri del Mondo – Festival Internazionale del Teatro per Ragazzi”, giunto nel 2016 alla sua ventisettesima edizione e che costituisce l’unico esempio di festival italiano in rete, svolgendosi annualmente non in una sola località ma in diverse. Nel 2016 le città coinvolte sono state Perugia, Formia, Porto Sant’Elpidio ed infine Abor, in Ghana, dove, dal 15 Settembre al 3 Ottobre, in collaborazione con l’ong “Children’s Land”, la missione “In My Fathers House”, il Comune di Porto Sant’Elpidio, la Regione Marche, la Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo e il fattivo sostegno di “Elettromedia”, si terrà il progetto internazionale di teatro e solidarietà.

Da sempre “I Teatri del Mondo” hanno dedicato spazio al tema dei popoli, alla ricchezza delle loro culture, alla pace, alla tolleranza, al valore dell’essere diversi e al rispetto reciproco come elemento fondante di ogni possibile convivenza, ospitando, sotto questa grande bandiera, centinaia di compagnie provenienti da ogni continente, insieme a laboratori, mostre, incontri, premi, eventi, editoria.Nella complessa architettura del festival ogni anno nuove idee arrivano come altre scompaiono, per una fisionomia che cambia continuamente e che fa de “I Teatri del Mondo” un progetto dinamico e in continuo divenire.

teatri del mondo solidarietà

“All’interno di questo multiforme insieme – spiega Marco Renzi –  da sette anni ha trovato stabile dimora un percorso molto speciale che abbiamo chiamato ‘I Teatri nel Mondo’ e che ha per certi versi riequilibrato alcune pratiche; non solo ospitalità data a compagnie di ogni continente, ma azioni che lo stesso festival si incarica di portare in luoghi dove il diritto all’infanzia è ancora lontano dall’essere riconosciuto. Siamo stati due anni in Etiopia, a Debre Marcos, in una delle zone più povere del pianeta, dove la miseria e l’AIDS lasciano sul campo migliaia di bambini senza più nessuno, la stragrande maggioranza dei quali va a vivere in strada, contando sulle elemosine di chi già non ha nulla. Con un gruppo di loro e con il sostegno dell’ong CVM-Comunità Volontari per il Mondo, abbiamo attivato un laboratorio teatrale e realizzato per ogni anno uno spettacolo che è stato rappresentato in pubblico. Per altri due anni siamo andati a Manaus, nel cuore dell’Amazzonia brasiliana, dove insieme all’associazione missionaria ALOE e all’Istituto “Ler Para Crescer” di Manaus, abbiamo coinvolto tanti ragazzi delle periferie più povere della grande capitale brasiliana ed anche i cosiddetti ragazzi di strada, gli ultimi tra gli ultimi, giovani che vivono come spazzatura sotto i ponti della città, con l’unico conforto di una bottiglietta di colla nascosta sotto la maglia, dalla quale respirano micidiali esalazioni che li stordiscono, permettendogli di vivere in condizioni dove non metteremo neanche un cane. La loro presenza, che si riesca a farli sparire quando arrivano i mondiali di calcio, costituisce comunque e sempre una vergogna per l’umanità intera”.

Da qui il progetto: “Con questi ultimi tra gli ultimi abbiamo messo in campo quello che sappiamo fare: il teatro – prosegue Renzi –  Ogni anno è stato allestito uno spettacolo e rappresentato nel secondo teatri del mondo solidarietàteatro della città, dove i partner brasiliani hanno portato, con pullman noleggiati, anche i genitori dei ragazzi, quelli delle lontane periferie, quelli che in un teatro non avrebbero mai messo piede in vita loro. E’ stato bello vedere il riscatto di questi giovani, tutti insieme sul palco, senza distinzioni tra quelli del ponte e gli altri, in una festa che almeno per un giorno ha ridato loro dignità e forza, disegnando il quei futuri incerti un’ulteriore possibilità. Nel 2014 e 2015 lo “spirito del festival” ci ha fatto incontrare IPSIA-ACLI (Istituto Pace Sviluppo Innovazione ACLI) e “Dora J Pajtimit” associazione no profit Italo-Albanese, con loro siamo andati a Scutari, nel nord dell’Albania, dove abbiamo portato un progetto nuovo rispetto alle tappe precedenti; insieme al laboratorio teatrale, rivolto anche qui agli ultimi, si è voluto affiancare un nostro spettacolo, frutto della collaborazione tra tutte le compagnie partecipanti, lavoro che abbiamo rappresentato ogni giorno in un luogo diverso, non solo a Scutari, ma in diversi centri albanesi ed anche in Kosovo. Per ciascun anno sono stati coinvolti nel laboratorio ragazzi dei numerosi campi Rom della Città, gli stessi che siamo abituati a vedere agli angoli delle strade a chiedere l’elemosina, con loro si sono realizzati due spettacoli e rappresentati in pubblico. Per una volta nella vita abbiamo visto il mondo rovesciarsi, con gente che applaudiva giovani sporchi e malvestiti che vivono in fatiscenti baraccopoli, e sul viso di quei ragazzi si è accesa una luce che sarà difficile dimenticare. La realtà è vasta, mutevole e con il linguaggio delle ruspe non può essere compresa”.

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Marco Renzi aggiunge: “Ha preso forma nel tempo uno spirito del festival, un’entità semplice che continua a ricordarci che ogni bambino di questo mondo, qualunque sia la latitudine a cui vive, la religione e la fede politica in cui credono lui e la sua famiglia, ha diritto al gioco, all’affetto, all’istruzione e a quella cosa meravigliosa che chiamiamo infanzia…per questo siamo andati e per questo continueremo a farlo…abbiamo fatto vivere a tanti ragazzi e alle loro famiglie un momento molto speciale, abbiamo seminato nell’aria e nel millennio, qualcuno ha sentito la forza che il teatro porta ancora con sé e che nessuno potrà mai cancellare, speriamo che qualcosa nasca.
Il lavoro svolto può essere definito utile? Per noi o per loro? Alla fine di ogni progetto c’è sempre un aereo che ci riporta a casa, che vola sopra quei campi, quel ponte, sopra la foresta e i tanti pensieri che ogni volta riempiono i nostri bagagli, non ci sono risposte facili, la realtà è complessa, il mondo ancor di più, chi non si pone domande si è fermato, personalmente preferisco procedere con mille dubbi.Grazie, oltre agli Enti e alle compagnie sopra citate, a tutti quelli che si sono adoperati per rendere possibile questo progetto: Fernando Gentili, Maja Matic, Neri Marcorè, Piero Massimo Macchini, Suoni D’Africa”.


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