Maria Bertola, campionessa
di sumo all’apice della carriera

Detentrice del titolo tricolore, è inserita nella Nazionale Italiana della disciplina. In calendario la partecipazione ai prossimi giochi mondiali in Polonia, kermesse riservata alle specialità non olimpioniche
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Maria Bertola con una compagna prima di una gara

FERMO – Nata a San Benedetto nel 1985, cresciuta a Porto San Giorgio, sposata e residente nel capoluogo di provincia.

E’ un’atleta azzurra tesserata nella Nazionale Italiana di Sumo, nella categoria riservata ai pesi inferiori agli 80 kilogrammi. Si tratta di Maria Bertola, unica donna nelle Marche impegnata nella pratica della disciplina ma non per questo impossibilitata a laurearsi campionessa italiana assoluta, in carica, nei circuiti della lotta.

Attualmente in forza alla Judo Porto San Giorgio, sta preparando i World Games 2017 che si terranno il prossimo luglio in Polonia. Trattasi di giochi per gli sport non olimpici ai quali potranno partecipare solo le migliori dieci atlete al mondo per categoria. Dunque, anche quanto affermato denota le indubbie qualità della Bertola.

Di recente si è anche recata ad Ulan Bator (capitale della Mongolia), dove il 30 luglio scorso ha disputato i mondiali classificandosi al 7° posto, risultato di tutto rispetto ma alterato, secondo lo staff azzurro, da una decisione arbitrale non pienamente condivisibile.

”Il fatto che sono l’unica donna ed anche l’unica atleta nel giro di centinaia di kilometri a praticare questo sport rende le cose non molto semplici – dichiara la stessa Bertola – anzi quasi impossibili, perché il sumo prevede combattimenti corpo a corpo lavorando sull’equilibrio e la reazione dell’avversario. Per sopperire a questa lacuna mi sposto spesso ad Ascoli Piceno, dove pratico lotta libera per la Take Down. La preparazione fisica è un aspetto che alleno a Fermo. In realtà non ho sempre fatto sumo anzi, questa disciplina è stata una scommessa condivisa con il presidente della società Franco Giuliani, perché nasco judoka. Da 18 anni pratico judo, da 15 a livello agonistico, quando frequentavo il liceo ogni weekend dovevo prendere il treno ed andare fino a Bologna per le gare, perché ero in forza alla Dojo Equipe Bologna del maestro Paolo Natale, fermano trapiantato a in Emilia Romagna”.

“Nel judo ho avuto tante soddisfazioni – prosegue l’atleta – ma non era il mio stile, non sentivo completamente addosso cioè questo tipo di duello. Poi, nel 2003, ho provato la lotta olimpica disputando il primo campionato italiano assoluto dove mi classificai al terzo posto. Ho così trovato la mia dimensione ideale, infatti da 13 anni non sono mai scesa dal podio dei campionati italiani vincendo 3 ori, 4 argenti e 6 bronzi. Mentre lottavo non ho mai smesso con il judo, perché grazie ad atleti conosciuti in rete ho sempre avuto club di appoggio dove potermi allenare. Uno di questi era il Judo Porto San Giorgio appunto, di Renato Della Casa. Quando il matrimonio mi ha riportata a Fermo mi sono persino affiancata a Renato nella gestione della società”.

Paolo Gaudenzi


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