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Falerone escluso dal decreto post terremoto,
il sindaco Altini: “E’ inaccettabile”

La torre civica appena messa in sicurezza

 

 

di Matteo Achilli

Il Sindaco Armando Altini

Il Sindaco Armando Altini

Sono 4,5 i milioni stanziati dal governo per la ricostruzione post terremoto, attraverso il decreto legge firmato ieri dal Presidente Renzi. Un decreto che coinvolge 62 comuni tra Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche. Spicca però l’esclusione, a sorpresa, di Falerone centro fermano fra i più colpiti dal sisma, che ancora oggi vede gran parte del centro storico inagibile.

“Sono indignato e arrabbiato – si sfoga il sindaco Altini, il giorno dopo la decisione – Il nostro paese ha il 40% del centro storico inagibile, l’80% degli edifici pubblici sono stati lesionati e resi inaccessibili, siamo stati costretti ad evacuare 60 persone, mentre altre si sono allontanate volontariamente in attesa di capire se la propria abitazione sia agibile o meno. Sono stati dichiarati inagibili, La Torre Civica, il Monastero Francescano, il Beato Pellegrino, Il Convento delle Clarisse, la Chiesa di San Francesco e La scuola media, con oltre cento alunni trasferiti nell’edificio scolastico di Piane di Falerone, in cui siamo riusciti a ricavare autonomamente degli spazi, ovviamente si è creato un effetto sovraffollamento, ma non abbiamo voluto cercare soluzioni estreme, come tendopoli o altro, che altri comuni hanno adottato evidenziando così lo stato di criticità agli occhi del pubblico”.

Una decisione quella presa dal governo, che sembra non avere una logica stabilita, anche perchè, come sottolineato dal primo cittadino faleronese, nessuno è venuto a valutare attentamente la nostra situazione. “ Visionando i comuni inseriti nel decreto – commenta Altini – non si capisce quale criterio sia stato utilizzato per la valutazione. Credo che si sarebbero dovuti effettuare dei sopralluoghi nei vari municipi così da avere un quadro generale della situazione e capire quali avessero bisogno di aiuto, invece di disegnare tracciati geografici incomprensibile. Non capisco perchè nella nostra provincia solo due comuni facciano parte del decreto, mentre nel maceratese siano molti di più, fra questi Sant’Angelo in Pontano, che dista poco più di due km da Falerone”.
Il primo cittadino è molto preoccupato sopratutto per lo svuotamento che il centro storico sta subendo e potrebbe subire in futuro, se non arriveranno gli aiuti per farlo risplendere. “Il centro storico si sta desertificando – aggiunge – chiunque arrivi nel pomeriggio, dopo la chiusura del comune, si trova difronte ad un luogo fantasma. Le poche attività rimaste mi hanno dichiarato l’intenzione di andarsene se non si riuscirà a porre rimedio. Ho già parlato con le varie istituzioni del territorio affinché si attivino per far valutare attentamente la situazione di Falerone a chi di dovere, in modo da essere inseriti nel decreto, se così non fosse saremmo costretti a chiudere il centro storico.”

Alcuni vicoli del centro storico restano ancora non transitabili

Alcuni vicoli del centro storico restano ancora non transitabili

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