Tra Comune e prostitute vince l’ente pubblico. Altre due sentenze confermano le ragioni del comune contro due prostitute che avevano presentato ricorso. C’era grande attesa per la decisione sul ricorso intentato delle “sex workers” contro il comune di Porto Sant’Elpidio per chiedere l’annullamento dei provvedimenti ritenuti illegittimi .
Il giudice ha emesso sentenza con la quale vengono definite prive di pregio le censure delle ricorrenti. Le due prostitute, infatti, lamentavano che la violazione non risultava sufficientemente provata cosi come non risulta che le stesse ricorrenti siano persone dedite alla prostituzione, ed in secondo luogo la mancanza di apposita segnaletica che indicava i divieti.
Il giudice, in riferimento alle questioni esposte, ha osservato come il fatto assurga a fatto notorio vista la deliberazione del consiglio comunale, vista la situazione nota in cui versa il territorio di Porto Sant’Elpidio. Inoltre il verbale che le sex worker contestano non risulta generico visto che sono indicate data, ora e giorno dell’accertamento. Infine va ricordato come a carico delle ricorrenti ci siano numerosi altri verbali per medesimi fatti. Per quanto concerne invece il secondo profilo occorre dire che l’affissione all’albo pretorio costituisce atto pubblico che non necessità di ulteriori forme di pubblicità.
Insomma, vince il Comune, e le due sentenze sono la conferma che l’operato del Comune viene svolto nel rispetto delle buone norme.
Soddisfatto il sindaco Nazareno Franchellucci che ha dichiarato : “La legge ci da ragione, sono contento di queste nuove sentenze che confermano la validità dei nostri regolamenti, e l’efficienza delle nostre forze dell’ordine contro una piaga sociale che lede il nome e l’immagine della nostra città oltre a pregiudicare la qualità della vita dei nostri concittadini”.
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