di Claudia Mazzaferro
Sedici quintali di pasta all’uovo al giorno per 2 milioni di fatturato annuo. Enzo Rossi, primo uomo de “La Campofilone”, che preferisce le proprie radici, la parola “contadino” al moderno IAP, acronimo di Imprenditore Agricolo Professionale, guida l’unica azienda delle Marche che è stata selezionata per la Fabbrica Italiana Contadina (FICO) Eataly World, il grande parco dell’agroalimentare che sorgerà a Bologna a partire dal 2017. Al giovane agronomo-biker Simone Greco, giunto oggi in sella ad una Bianchi, il compito di conoscere da vicino la famosa “filiera chiusa”, il circuito home made che, dal grano alle galline, ha dato a Rossi la possibilità di entrare nel gotha delle eccellenze italiane.
“La Campofilone” è l’ unica tappa marchigiana del FICO Bike Tour, dal Nord al Sud del Paese, che Greco sta compiendo alla scoperta dell’Italia del cibo rappresentata da 40 aziende, piccole e grandi, che all’interno di FICO realizzeranno i migliori prodotti: dal caffè alla pasta, dai salumi ai dolci, fino alle spezie, la liquirizia e i tartufi. Dal campo alla forchetta per raccontare il Belpaese e raccogliere l’eredità di Expo.
La sosta in una tiepida giornata di autunno tra le verdi colline della nostra regione per un reportage e per assaggiare maccheroncini e linguine all’uovo, raccontati dal campo all’allevamento dal patron, che dopo aver conquistato la fiducia dei più prestigiosi mercati del mondo, è ora pronto a raccogliere una delle sfide “di casa” più stimolanti.
Lungimirante e appassionato, Enzo Rossi crede nell’ecologico e non nel biologico, scende tra i campi a controllare personalmente la semina e si occupa, quando non è all’estero a far conoscere la sua pasta, delle sue preziose galline ovaiole che vivono in una vera Beauty Farm per volatili e si cibano unicamente di cereali nobili non OGM. “L’enogastronomia è un miracolo per noi, per l’economia italiana – puntualizza Rossi – e FICO è un’Italia in miniatura, la possibilità che abbiamo per amplificare la comunicazione del Made in Italy e per incrementare il fatturato all’estero”.
Il percorso per giungere alla filiera chiusa è stato lungo, complicato e frutto di importanti investimenti. Oggi l’azienda, che conta 16 dipendenti, 130 ettari e 8mila galline, crea un prodotto di alta qualità, garantito dalla genuinità delle materie prime legate alla terra e realizzato nella più fedele riproduzione delle antiche massaie.
Una pasta, per dirla a modo suo, “a bassissima emissione glicemica quindi altamente digeribile”, apprezzata in tutto il mondo. All’interno di FICO un vero e proprio laboratorio de “La Campofilone” in cui si potranno seguire passo passo le fasi di lavorazione. “Le aziende sono state selezionate da
Sebastiano Sardo di Slow Food – dice Simone Greco durante la sua presentazione del progetto FICO – e ognuna avrà all’interno il proprio spazio in cui produrre, presentare, promuovere e vendere”. Un parco in cui imparare, dalla terra al piatto, come nasce il vero Made in Italy.
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