Chiaro e netto il messaggio dei gruppi consiliari l’Altra Fermo e Fermo Migliore che, per mano di Massimo Rossi, chiedono a gran voce: “Una gestione dei rifiuti sostenibile. Lontana dai facili guadagni e dagli affari”. E, nel lanciare una sfida all’amministrazione, annunciano anche la mobilitazione di massa per sensibilizzare i cittadini sul nodo immondizia e sul correlato impatto ambientale: “Sebbene il dibattito sul delicatissimo tema della gestione dei rifiuti nel territorio fermano sia stato, sino ad ora, principalmente caratterizzato da dispute su aspetti formali o da polemiche strumentali sui ruoli di vertice dell’Asite, finalmente arriva al pettine, anche grazie al grido di dolore degli abitanti di contrada San Biagio ed alle nostre ripetute sollecitazioni consiliari, un nodo di fondo su cui, riteniamo, l’amministrazione comunale debba finalmente coinvolgere i cittadini, rendendoli consapevolmente partecipi delle scelte.
Massimo Rossi
La discarica di San Biagio, di proprietà dell’Asite, società, a sua volta, di proprietà del comune di Fermo, deve essere progettata e gestita in funzione delle esigenze di smaltimento dei rifiuti degli abitanti del bacino fermano, oppure, come avviene da tre amministrazioni comunali a questa parte, deve operare, a discapito dell’ambiente, nel lucroso e torbido mercato dei rifiuti?
Forse i cittadini non sanno che, sebbene nell’arco di circa un decennio i materiali da smaltire si siano più che dimezzati grazie alla virtuosa riduzione della produzione di rifiuti ed ai progressi nella raccolta differenziata, la discarica di Fermo continua ad accoglierne tanti, al ritmo di 100 mila tonnellate l’anno, in gran parte da Roma (in precedenza dalla Campania) e da altre località fuori regione.
Se è vero che ciò assicura lauti guadagni all’Asite, e di conseguenza al Comune, che su 8 milioni di euro di ricavo annuo, ne guadagna oltre 4, è altrettanto vero che, senza alcun dubbio, ciò aggrava l’impatto sulle varie matrici ambientali come aria, acqua, suolo.
Nella sostanza: per fare cassa oggi si scaricano i problemi su chi abita in prossimità degli impianti e, soprattutto, su chi verrà domani, che dovrà convivere con un territorio più inquinato. Senza considerare le ingenti spese che, in futuro, si dovranno sostenere per il parziale risanamento e la sistemazione finale dei terreni utilizzati, nonché per la gestione almeno trentennale dei percolati e delle altre problematiche indotte.
Non a caso tutta la legislazione europea e italiana in materia di rifiuti, oltre che ai principi di riduzione, recupero e riciclo, si sia ispirata, sebbene in modo ipocrita e contraddittorio, per via degli enormi interessi in gioco, a quelli dell’autosufficienza e della prossimità territoriale nella loro gestione. Principi che oltre ad impedire il traffico dei rifiuti da una parte all’altra e ad evitarne la concentrazione, sono tesi a responsabilizzare cittadini ed amministratori locali per indurli a stili di vita e scelte di governo razionali.
Sappiamo bene che rinunciare agli incassi del mercato dei rifiuti alleggerirebbe le casse dell’Asite e del Comune ma riteniamo che di fronte ai danni per l’ambiente e per la salute prodotti dal malsano rapporto con la natura, sia venuto il momento di cambiare rotta, a partire da noi. Siamo altrettanto convinti che nella gestione di Asite ci siano ampi margini di efficienza e di economicità, da agire con il coinvolgimento dei cittadini. Margini che sarebbero tali da compensare, almeno in parte, i mancati introiti “dannosi” della discarica, ma che potrebbero essere messi a nudo e perseguiti solo imponendo all’Asite stessa un più stringente controllo di gestione ed una maggiore trasparenza.
Per queste ragioni e con questi fini, noi de l’Altra Fermo e Fermo Migliore lanciamo una sfida all’amministrazione comunale su questo terreno, chiedendo ad essa di arginare, da subito, l’afflusso dei rifiuti da fuori regione, ed annunciando sin d’ora che faremo la nostra parte nell’azione per rendere consapevoli e mobilitare i cittadini verso una gestione dei rifiuti e dell’ambiente attenta alle esigenze della natura e della vita umana, lontana dalle devastanti logiche di mercato”.
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