“Io voterò No. A chi ancora è nel guado, vorrei porre una sola domanda…”

Credo che se Renzi venisse accompagnato alla porta con un NO sarebbe un bene per l'Italia, al di là degli sciocchi allarmi e crolli di Borsa
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Il Senatore Giorgio Cisbani nel corso di una recente visita a Palazzo Madama

di Giorgio Cisbani*

Il fatto che il nostro Paese stia ancor in piedi, seppure ansimante per le crescenti ferite nel tessuto sociale ed economico (crescita esponenziale dei poveri, giovani senza lavoro, ceto medio dissanguato, crisi delle aziende piccole e medie, ecc.,ecc.) induce a pensare che, in effetti, l’Italia – di Dante, del Rinascimento, di Cavour e Garibaldi, di Gramsci, di Enrico Mattei, di Di Vittorio, di Adriano Olivetti, di La Pira, di Calamandrei, di Pertini – possa sopravvivere all’infinita campagna elettorale sul referendum costituzionale. Io voterò NO. A chi ancora è nel guado, vorrei porre una sola domanda, con una premessa e una considerazione finale.
Premessa: per mesi, mesi e mesi, un governo può distogliere dal suo gravoso e difficile impegno, larga parte delle sue energie per rincorrere un referendum, che, oltretutto non dovrebbe vederlo impegnato come soggetto protagonista?
Domanda: non fosse altro che per le gravi condizioni di vita della gran parte degli elettori, il SI non ha alcuna possibilità di vincere, ma nell’ipotesi remota, in cui vincesse, è ragionevole pensare che Renzi, – sempre più incredibilmente intento a ‘spaccare’ anche il suo partito, oltre che il Paese e sempre più impegnato nei tentativi di comprarsi il voto con ‘regali’ pilotati- , sia in grado di cambiare radicalmente politica per ‘unire’, diminuire le disuguaglianze, difendere la scuola e la sanità pubbliche e pensare ad una più regolata politica dell’emigrazione, ecc.?
Considerazione finale: credo che se Renzi venisse accompagnato alla porta con un NO sarebbe un bene per l’Italia, al di là degli sciocchi allarmi e crolli di Borsa. Magari un governo guidato da Boeri o dall’attuale ministro Franceshini o dal Presidente della Toscana, Enrico Rossi, potrebbe far riprendere fiato al Paese.
Credo che la mia sia una proposta ragionevole: quelli indicati hanno tutti dichiarato di votare SI e Rossi è anche toscano. E così il giovanotto, più megalomane del mio amico barbiere – pieno di una straordinaria energia, non dotato di un elevato pensiero, ma con grandissime capacità oratorie – potrà ringraziare tutti gli elettori del NO, e, se Rossi diventasse Premier, avrebbe l’illusione di continuare con il suo “giglio magico”.

Post scritto:
1) la Democrazia Cristiana ( il partito di governo dal primo dopoguerra sino al 1992 e partito del giovanissimo Renzi ) – anche quando, nell’estate del 1947, lo scontro, nel Paese e in Parlamento, con il Partito Socialista e quello Comunista, divenne frontale – concorse ampiamente a scrivere e a votare la Costituzione a fine dicembre del 1947. Cioè l’interesse del Paese prevalse su tutto.

L’attuale proposta di revisione ha fatto registrare l’ultimo voto parlamentare con tutte le opposizioni, di destra e di sinistra, per protesta fuori dal Parlamento. Il PD di Renzi (non al completo) ha votato con il gruppo di migranti di Alfano e di Verdini!!!

2)Mentre sto per inoltrare il “pezzo” , apprendo la notizia che per il senatore Denis Verdini (lo stesso della riga sopra ) il Pm, processo P3, ha chiesto una condanna a 4 anni di carcere. Come si può notare, l’analogia è forte: Umberto Terracini, firmatario della nostra Costituzione, ha trascorso nelle carceri fasciste 10 anni, 11 mesi e due giorni. Il fiorentino Denis Verdini, nuovo padre costituente con la Boschi e grande supporter di Renzi, è più modesto. Se condannato, in fondo, passerà in carcere, quattro anni. Ah! Dimenticavo un’altra analogia. L’innovatore Renzi, con il voto di fiducia alla legge elettorale Italicum, non ha il primato, in quanto prima di lui, nel 1924,venne messa la dal regime fascista alla legge Acerbo e a seguire nel 1953, alla “legge truffa” (così definita dalla sinistra ma che, a confronto con l’oggi, paradossalmente, sarebbe una decisione di avanzata democrazia).

*Giorgio Cisbani, Senatore X legislatura Gruppo Comunista 


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