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Revoca del Picchio d’Oro a Chinyery e morte Emmanuel, il Comitato 5 Luglio:
“Campagna mistificatoria”

uscita funerale emmanuel

Sminuito e distorto il significato reale dei fatti che hanno portato all’omicidio di Emmanuel.   Il Comitato “5 luglio”- Fermo, Coordinamento cittadino per l’accoglienza e la solidarietà, contro il razzismo, la xenofobia ed ogni forma di discriminazione, interviene sul dibattito che si è riacceso negli ultimi giorni.  Dalle reazioni ai risultati dell’autopsia sul corpo di Emmanuel alle polemiche legate alla notizia dell’assegnazione, oggi revocata, del Picchio d’Oro speciale a Chinyery.

Omicidio che, secondo il comitato: “E’ nato da un insulto razzista pronunciato da Mancini all’indirizzo della moglie; fatto, questo, ammesso dallo stesso imputato. E’ questo il dato grave e culturalmente importante, così come altrettanto grave è stata, per noi, la reazione giustificatoria di una parte della città, volta a minimizzare e a dimenticare il crescente clima xenofobo nel Paese e anche a Fermo. E’ contro questa sottocultura – che finisce col legittimare atti razzisti, che possono sfociare in tragedia (come purtroppo è accaduto) – che ci battiamo e continueremo a farlo con più determinazione”.

Comitato che aggiunge: “Questa campagna di mistificazione ha finito per influenzare, in modo decisamente surreale, persino la Regione Marche, la quale prima assegna un premio alla vedova di Emmanuel (con un atto evidentemente ispirato più da motivazioni demagogiche, che da un’effettiva convinzione), poi lo revoca (con un altro atto, di sostanziale viltà politica) a seguito di pressioni leghiste e xenofobe; mescolando nei fatti meschine questioni di consenso ad una vicenda dolorosa e tragica”.

Coordinamento fermano che aggiunge: “Nel merito della perizia autoptica, comunque, è fondamentale chiarire che essa parla, tra l’altro, di lesioni serie in diverse parti del corpo di Emmanuel, cioè, se la logica non è intermittente, di un autentico pestaggio; e conclude che la morte è avvenuta a seguito della caduta del giovane nigeriano. Vogliamo sperare che gli avvocati della difesa e qualche compiacente giornalista non arrivino a dire che Emmanuel è scivolato casualmente e indipendentemente dall’aggressione. Sarebbe un ulteriore esempio di rivoltante cinismo. Noi lasciamo ai tribunali fare il loro lavoro e vogliamo che la verità giudiziaria faccia il suo corso; ma non accettiamo che la memoria di un giovane, ucciso perché nero ed immigrato, continui ad essere infangata. Continueremo a lavorare, come stiamo già facendo, per rafforzare nella società fermana, e soprattutto tra i più giovani, gli anticorpi della civiltà, dell’accoglienza e della dignità di ogni essere umano”.


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