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Giornata mondiale della lotta all’AIDS.
I dati del Fermano

FERMO - Nell’UOC di Malattie Infettive dell’Ospedale di Fermo , Centro di Riferimento AIDS e Centro di Riferimento per la zona Marche Sud per la diagnosi, ricovero e terapia delle Malattie Infettive, sono in cura attualmente circa 400 pazienti

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Dr Giorgio Amadio, Direttore UOC Malattie Infettive

 

Il 1° dicembre ricorre la Giornata mondiale di lotta contro l’Aids. Una giornata voluta dall’OMS fin dal 1988 ed adottata da tutti i governi ed organizzazioni sanitarie ed è dedicata ad accrescere la conoscenza e la coscienza sulla diffusione dell’AIDS dovuta all’infezione da HIV.

Siamo passati dai tragici anni 80 e 90 in cui potevamo contare solo i morti non avendo terapie efficaci, agli anni attuali in cui, per i farmaci che abbiamo a disposizione, non si muore quasi piu’ di AIDS ma le infezioni da HIV continuano. Questo ci deve far riflettere visto che l‘infezione è una tipica malattia comportamentale. 

Tutte le campagne informative fatte fino ad ora non hanno raggiunto l’obiettivo di cambiare i comportamenti. Come ogni anno, in occasione del 1° dicembre, viene pubblicato il rapporto annuale del Centro Operativo Aids (COA) dell’ISS che riporta i dati aggiornati al 31 dicembre 2015 sui nuovi casi di infezione da HIV e casi di AIDS in Italia. Nel 2015, sono state segnalate 3.444 nuove diagnosi di infezione da HIV (questo numero potrebbe aumentare a causa del ritardo di notifica) pari a un’incidenza di 5,7 nuovi casi di infezione da HIV ogni 100.000 residenti. Tra le nazioni dell’Unione Europea l’Italia si colloca al 13° posto in termini di incidenza delle nuove diagnosi HIV. Nel 2015, l’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è diminuita lievemente rispetto ai tre anni precedenti. Le regioni con l’incidenza più alta sono state il Lazio, la Lombardia, la Liguria e l’EmiliaRomagna. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2015 erano maschi nel 77,4% dei casi. L’età mediana era di 39 anni per i maschi e di 36 anni per le femmine. L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di 25-29 anni (15,4 nuovi casi ogni 100.000 residenti). Nel 2015, la maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV era attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituivano l’85,5% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 44,9%; MSM 40,6%). Nel 2015, il 28,8% delle persone diagnosticate come HIV positive era di nazionalità straniera; l’incidenza è stata di 4,3 nuovi casi ogni 100.000 tra italiani residenti e di 18,9 nuovi casi ogni 100.000 tra stranieri residenti.

Le incidenze più elevate tra stranieri sono state osservate in Abruzzo, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Tra gli stranieri, la quota maggiore di casi era costituita da eterosessuali femmine (36,9%), mentre tra gli italiani da MSM (48,1%). Nel 2015, il 36,6% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV erano in fase avanzata di malattia. Il 32,4% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV aveva eseguito il test HIV per la presenza di sintomi HIV correlati, il 27,6% in seguito a un comportamento a rischio non specificato e il 13,2% nel corso di accertamenti per un’altra patologia.

Dall’inizio dell’epidemia (1982) a oggi sono stati segnalati oltre 68.000 casi di AIDS, di cui più di 43.000 deceduti. Nel 2015 sono stati diagnosticati 789 nuovi casi di AIDS pari a un’incidenza di 1,4 nuovi casi per 100.000 residenti. L’incidenza di AIDS è in lieve costante diminuzione negli ultimi tre anni.

Nel 2015, poco meno di un quarto delle persone diagnosticate con AIDS aveva eseguito una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di AIDS. Il fattore principale che determina la probabilità di avere effettuato una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di AIDS è la consapevolezza della propria sieropositività: nell’ultimo decennio è aumentata la proporzione delle persone con nuova diagnosi di AIDS che ignorava la propria sieropositività e ha scoperto di essere HIV positiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi di AIDS, passando dal 20,5% del 2006 al 74,5% del 2015.

In sintesi:

  • Nel 2015 si è osservata una lieve diminuzione sia del numero delle nuove diagnosi di infezione da HIV che dell’incidenza (casi/popolazione).
  • Negli ultimi anni si osserva una lieve diminuzione del numero delle nuove diagnosi di infezione da HIV per tutte le modalità di trasmissione tranne che per i maschi che fanno sesso con maschi (MSM).
  • La maggior parte delle nuove diagnosi HIV avviene in MSM.
  • Negli ultimi anni rimane costante la quota delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV in fase clinica avanzata (bassi CD4 o presenza di sintomi).
  • Si osserva un lieve decremento del numero annuo delle nuove diagnosi di AIDS.
  • Il numero di decessi in persone con AIDS rimane stabile.
  • Aumenta la proporzione delle persone con nuova diagnosi di AIDS che scopre di essere HIV positiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi di AIDS.
  • Oltre 90.000 persone sono attualmente o in terapia o in contatto con centri specializzati.
  • Si stima che ce ne siano altre 20.000/30.000 che non sono consapevoli dell’infezione o non sono in contatto con i centri.

Per quanto riguarda la nostra realtà locale, nell’UOC di Malattie Infettive dell’Ospedale di Fermo , Centro di Riferimento AIDS e Centro di Riferimento per la zona Marche Sud per la diagnosi, ricovero e terapia delle Malattie Infettive, sono in cura attualmente circa 400 pazienti; il concetto di cura non è riferito solo alla terapia ma implica la presa in carico del paziente ossia un percorso costituito dalla diagnosi, la presa in carico nel progetto di cura, l’inizio della terapia e l’aderenza ai farmaci ed il mantenimento in cura.

E’ un concetto peculiare dell’infezione HIV/AIDS che richiede l’erogazione di una assistenza, complessa, per un lungo periodo, talvolta indefinito, subito dopo aver posto la diagnosi e indipendentemente dall’aver avuto accesso al trattamento. Riguardo le nuove diagnosi di infezione da HIV, queste hanno avuto un costante incremento negli ultimi anni (salvo nel 2015) con una impennata di nuovi casi nel 2016 (23).

Strettamente legate, per modalità di trasmissione, sono le Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST) che costituiscono un gruppo di malattie infettive molto diffuse che interessano milioni di individui ogni anno in tutto il mondo. Esse rappresentano un problema rilevante per la salute pubblica in tutto il mondo, interessando soprattutto i giovani tra i 15 e i 24 anni. Tale fascia di età risulta, quindi, molto più esposta allo sviluppo di queste patologie, probabilmente a causa della scarsa informazione e dell’insufficiente conoscenza delle IST e di come prevenirle.

In Europa, dalla metà degli anni ‘90, si è verificato un aumento della circolazione di IST batteriche quali sifilide, gonorrea, infezione da clamidia, soprattutto nelle grandi metropoli e in alcuni gruppi di popolazione maggiormente a rischio (ad esempio, giovani maschi omosessuali). Dagli ultimi dati a disposizione è emerso che, tra le cinque IST sorvegliate da ECDC, l’infezione da clamidia è la IST più frequentemente segnalata in Europa; segue la gonorrea e la sifilide che colpisce di più gli uomini rispetto alle donne, con un tasso di incidenza, nel 2013, cinque volte superiore rispetto alle donne.


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