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‘Black beast’, scacco matto
alla cupola della prostituzione:
sette arresti

Il procuratore della Repubblica, Domenico Seccia, sull'operazione Black beast

di redazione cf

(foto Federico De Marco)

Sei soggetti su cui è piombata la custodia cautelare in carcere a seguito di un’attività capillare compiuta attraverso sistematicità comunicativa, intercettazioni, pedinamenti. Nella morsa della giustizia finiscono cinque rumeni, tra cui una donna, e un italiano. “Un’attività a dir poco brillante, complimenti al sostituto procuratore Nadia Caruso e all’impegno della guardia di finanza. Non è stata certo un’operazione facile”.

whatsapp-image-2016-11-30-at-11-25-40Con queste parole il procuratore della Repubblica, Domenico Seccia, ha ‘benedetto’ l’operazione Black beast (chiamata così per il tatuaggio che gli affiliati all’organizzazione criminale dedita al controllo della prostituzione avevano sull’avambraccio) che, partita da lontano, oggi ha visto in campo le fiamme gialle che si sono divise tra pedinamenti, perquisizioni, intercettazioni e sequestro di beni.  Un blitz partito alle prime luci dell’alba di oggi per un’operazione ancora in corso.   Un’organizzazione
criminale, ben strutturata sul territorio nazionale, dedita allo sfruttamento della
prostituzione. Sei custodie cautelari per sgominare un giro d’affari criminoso che si aggira sul milione di euro. Da qui il doppio impegno della guardia di finanza che sta svolgendo il complicato lavoro di ricondurre a tassazione gli utili in fase di quantificazione. In tal senso è già  stata sequestrata un’autovettura di grossa cilindrata di marca Mercedes.

Con Seccia, al tavolo, il sostituto Procuratore Nadia Caruso che ha seguito l’operazione nel dettaglio, il comandante provinciale della Finanza Massimo Patrizio Paoluzi e quello del gruppo di Fermo Mauro Crescenzi.  L’attività investigativa si è concentrata sui territori bersagliati dalla prostituzione. E ora agli uomini nel mirino di Procura e Finanza sono contestate l’associazione a delinquere, il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione, tentativi di estorsione nei confronti di prostitute. Nell’operazione sono stati impiegati 120 finanzieri, 4 unità cinofile e un elicottero delle fiamme gialle. Numeri che fanno capire il dispiegamento record di forze ed il grande lavoro di raccolta d’informazioni.

I controlli sono partiti a inizio 2016 da segnalazioni di situazioni limite riconducibili ai proprietari di immobili sulla costa fermana ed elpidiense affittati a prostitute. E da lì, con un’indagine durata circa 7 mesi e condotta dall’allora comandante del gruppo delle fiamme gialle fermane, Roberto Tullo, il tutto è finito sotto la lente di ingrandimento della Procura. Da qui la meticolosa attività investigativa scaturita con la maxi operazione della guardia di Finanza di Fermo, coordinata direttamente dal procuratore della Repubblica, Domenico Seccia, e dal sostituto procuratore Nadia Caruso, scattata nel bel mezzo della notte appena trascorsa. Nome in codice, appunto, “Black beast”, andata avanti fino alle prime luci dell’alba. In campo, si diceva, decine di finanzieri con, al seguito anche cani antidroga. La massiccia presenza delle fiamme gialle in strada, tra Porto Sant’Elpidio e Lido Tre Archi non è sfuggita a molti tra passanti e residenti. Ma questo è quello che si poteva vedere. Quelli che invece sono avvenuti all’oscuro dei riflettori sono stati i fermi, le perquisizioni, le intercettazioni, i pedinamenti. Insomma un’operazione che parte da lontano, studiata in ogni minimo dettaglio, che oggi è venuta allo scoperto. E che promette ulteriori sviluppi, investigativi e giudiziari.

Al momento sono sette le persone nel mirino della giustizia. E tutte riconducibili al sottobosco criminoso legato al mondo della prostituzione. Sarebbero nomi “illustri” di quel ramo della criminalità che asfissia il Fermano, appartenenti a un’organizzazione criminale ben strutturata e radicata sul territorio. Si tratta di C.I.E. rumeno di 26 anni residente a Fermo, di M.T.I. 30enne, anche lui rumeno, di Porto Sant’Elpidio, di M.V., rumeno di 34 anni di Fermo, R.L.I. 24enne rumena di Porto Sant’Elpidio, O.M. 30enne rumeno di Porto Sant’Elpidio e P.C. un italiano di 61 anni anche lui di Porto Sant’Elpidio.  A loro, in serata si è aggiunto anche F.P. anche lui rumeno. In campo, si diceva, anche i cani antidroga. Sì perché la guardia di Finanza, su mandato della Procura, non ha perso di vista nemmeno quella che è “l’altra” piaga del Fermano: lo spaccio di sostanze stupefacenti. Insomma controlli a 360 gradi per la “Black beast” con l’intento, sembra del tutto riuscito, di colpire la criminalità che opera sulla costa, a partire dal controllo della prostituzione.

Procuratore Seccia che ha evidenziato il ruolo importante svolto dai sindaci dei comuni interessati da questo fenomeno: “Un apprezzamento va all’attività di alcuni sindaci, sopratutto quello di Porto Sant’Elpidio,  che con interventi massivi di prevenzione hanno aiutato l’attività investigativa, salvaguardando il territorio anche tramite ordinanze a difesa dei cittadini. Un  passo significativo”.

 

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Il tatuaggio dell’organizzazione criminale

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Il colonnello Paoluzi e il procuratore Seccia

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