Matteo Renzi e Luca Ceriscioli
dal nostro
Maurizio Verdenelli
Non morirà il borgo marchigiano, simbolo di cultura, arte, storia che il terremoto ha ferito ‘a morte’. Tornerà a vivere negli stessi luoghi dov’è nato. La promessa è venuta nel pomeriggio dall’assemblea plenaria del ‘governo dei sindaci con un metodo comune condiviso’. Così dice Matteo Renzi tornato per un pomeriggio ad essere ‘Sindaco d’Italia’ e che che parlando di sé, fa riferimento a quand’era primo cittadino di Firenze e al tempo ‘dei primi tagli’ alla spesa pubblica: “Io facevo così, voi…?”. “L’Italia non conosce ancora fino in fondo la dimensione della tragedia del terremoto nelle Marche, al di là dell’intensità straordinaria della magnitudo di 6.5 del 30 ottobre scorso che non si registrava nel nostro Paese da 50 e forse più anni”. Parola del commissario straordinario Vasco Errani al palco del teatro don Bosco, a Macerata sul quale campeggiava la scritta “Insieme per la ricostruzione” e il logo della Regione. “Non la conosce, l’Italia, a causa della sua estrema vastità, per la dimensione insomma” ha detto, di rimando, Renzi tra Errani e Luca Ceriscioli, seduto all’altro lato il capo della protezione Civile, ingegner Fabrizio Curcio. Il governatore della Marche, poco prima aveva concluso, con un ‘grazie enorme’ al premier. Che alla vigilia del voto referendario, ha tenuto un profilo low profile limitandosi a dire all’assemblea di amministratori (sindaci maceratesi e non, tra questi anche l’ascolano Castelli, vicepresidente Anci e il pesarese Ricci entrambi citati; consiglieri comunali e provinciali, i due rettori): “lunedì sarà forse un altro giorno, uno spartiacque importante”. Raccomandandosi alle “autorità” (in tal modo da lui indicate) di voler comunicare, con gradualità e senza enfasi, le importanti provvidenze prese a beneficio delle popolazioni colpite dal sisma. “Intanto abbiamo dato un taglio ai …tagli di nastro, alle visite annunciate, alle passerelle” ha detto il presidente del Consiglio. “Ci rivedremo ancora: non vi lasciamo soli. Quando lo decidiamo dopo Natale: tra un mese e mezzo al massimo saremo ancora assieme” ha promesso.
“Tutti coloro che hanno subito danni, saranno risarciti al 100% e cambieranno anche i metodi di accertamento” ha dichiarato Errani. Non ci sarà un quantum da dividere regione per regione: il terremoto è una calamità marchigiana. Questo è apparso chiaro, questo pomeriggio, a Macerata, capoluogo della provincia più colpita. “Tuttavia sarà opportuno tenere un profilo basso in direzione del turismo, sopratutto quello della stagione estiva prossima ventura” ha suggerito Renzi. Errani: “Per le prossime Feste pensiamo intanto ad un pacchetto di iniziative importanti”. Ancora più importanti le ‘provvidenze’ nei prossimi 15 giorni. Si comincia da 2. In direzione di imprese e scuole. “Abbiamo un problema enorme in Italia -ha ammesso il capo del Governo- un problema intorno ai 7/8 miliardi di euro e che inerisce direttamente alla progettualità edilizia. Nel Maceratese 80 scuole, ad esempio, sono out e bisognerà pensare a ricostruire senza far perdere lezioni preziose agli studenti”. Errani: “Ci saranno tre precisi livelli d’intervento”. Che spiega meticolosamente. Nel ‘mirino’ affettuoso del legislatore anche le imprese locali “che devono ricominciare a lavorare da subito. Perché insieme con case, opere d’arte e chiese (con sollievo di mons. Marconi, ‘padrone di casa’ e presente in sala, ndr) per noi sarà centrale che si recuperino anche attività commerciali e produttive”. Perché il borgo marchigiano, bene universale, torni a vivere. “Sono stato felicissimo quando ad un forum del Politecnico di Milano, dopo l’intervento del professor Giovanni Azzone, una ragazza di Arquata che guida un gruppo ’ad hoc’ ha contestato, dati alla mano, l’esigenza di ridare vita agli antichi centri contestando un tecnico che prevedeva invece ‘disegni’ e programmi diversi”.
Punti in diretto riferimento alla ricostruzione. “Provvederemo prestissimo -ha annunciato Errani- ad una nuova rilevazione microsismica del terreno mentre i bandi sono prossimi venturi. E previste , sono nuove e moderne tecnologie di costruzione”. Non basta, rivolto a Cerescioli che Renzi ora chiama Luca ora chiama più formalmente ‘presidente’, ‘Vasco’ ha preannunciato una nuova legge regionale in materia urbanistica.
“Importante pure e sopratutto che riparta subito l’Università di Camerino” afferma Renzi che saluta dal palco il sindaco Pasqui e, qualche fila avanti, il rettore Corradini (“che rammento qualche giorno fa con addosso la maglietta #ilfuturononcrolla”). Poi un annuncio che conta – ancora del premier: “insieme con il comandante generale della Finanza, generale Toschi, stiamo predisponendo norme e sanzioni sul fronte degli aumenti indiscriminati degli alloggi”. Per gli sciacalli degli affitti, il tempo appare dunque a termine.
L’atmosfera è calda, amicale, la platea degli amministratori non lesina applausi al presidente del Consiglio che sollecita alla fine (l’assemblea è durata circa un’ora) domande e chiarimenti mentre i dipendenti regionali incrociano i corridoi del teatro dei salesiani a ‘caccia’ di cronisti eventualmente infiltratisi nonostante il cordone sanitario all’ingresso impermeabile all’assalto di penne, pennette, taccuini e telecamere. Parlano una consigliere provinciale corridoniana (il presidente Pettinari se ne sta buono buono sulla sua sedia), il sindaco di Fabriano, Sagramola (apprezzato l’intervento molto tecnico in merito alla finanza pubblica), quello di Treia, Capponi (sul patrimonio edilizio invenduto) e, per ultimo Carancini sulla necessità che il capoluogo torni ad essere polo d’attrazione. A conclusione il primo cittadino maceratese sale sul palco e continua il dialogo con il premier circondato subitaneamente anche dagli altri amministratori.
E’ solo un momento perché ‘Matteo’ va di corsa. Veloce come l’auspicata ricostruzione ‘perfetta’: “perché -aveva in conclusione avvertito l’ingegner Curcio- è strategico non sbagliare le mosse, non perdere quel tempo che si renderebbe necessario per tornare indietro e ripartire col piede giusto”. Le casette sono dunque attese, prima della neve che sta facendo capolino dopo l’irruzione del gran freddo. Renzi ha tuttavia conquistato Macerata (nessuna contestazione, eccetto qualche epiteto isolato all’ingresso dell’auto blu all’ingresso nel parcheggio dei Salesiani) e gli amministratori del territorio. Tanto da permettersi, alla fine, anche una battuta ironica rivolta a Curcio e a se stesso. Dice all’incirca il capo dell’Esecutivo rivolto al capo della Protezione civile nazionale: “E’ venuto con me dappertutto, dalla Sicilia al Piemonte. E considerati i temi, s’è instaurata ormai una gara tra noi per chi ha fama maggiore di portatore di sventure….”. Tuttavia le notizie al ‘teatro don Bosco’ sono state ottime: risarcimento garantito per i danneggiati e l’entrata in scena di Forestale e Finanza. E per i ‘furbetti’ degli affitti, come li chiama Renzi, vita difficile, d’ora in avanti.
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