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Caso Mancini, c’è l’accordo sul patteggiamento: via il braccialetto e possibilità di lavorare nei campi


Come si ricorderà, il 2 dicembre scorso la difesa di Amedeo Mancini, tramite l’avvocato Francesco De Minicis aveva proposto istanza di patteggiamento allargato chiedendo di riconoscere all’imputato la attenuante della provocazione e le attenuanti generiche e di eliminare invece le tre aggravanti contestate (recidiva, motivi abietti e futili, aggravante c.d. razziale), così applicando una pena finale di quattro anni di reclusione.
“Il PM – spiega l’avvocato De Minicis – con parere del 5 dicembre, aveva espresso consenso alla pena finale di quattro anni, alla eliminazione di due delle tre aggravanti contestate e al riconoscimento della attenuante della provocazione, nonché delle attenuanti generiche. Aveva però chiesto di mantenere la contestazione della aggravante c.d. razziale, seppur senza alcuna incidenza pratica sulla misura della pena proposta”.
In data odierna i difensori, pur manifestando perplessità di ordine giuridico sulla compatibilità tra l’aggravante in questione e la riconosciuta attenuante della provocazione, hanno formalmente aderito,nello spirito negoziale e conciliativo tipico del rito prescelto, alla prospettazione del PM.
Ora il Giudice per la Udienza preliminare, la  dr.ssa Maria Grazia Leopardi dovrà fissare una udienza nella quale ratificare o meno il raggiunto accordo tra le parti processuali.
Difesa di Mancini che annuncia come nel frattempo, la stessa giudice, con provvedimento in data odierna: “Ha attenuato le modalità afflittive degli arresti domiciliari, eliminando il braccialetto elettronico e consentendo al Mancini di lasciare l’abitazione per quattro ore al giorno al fine di riprendere la cura del proprio piccolo fondo agricolo”.


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