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Covatta, gli Sconfinamenti che portano
a conoscere l’altro e la solidarietà
per le scuole terremotate

PORTO SAN GIORGIO – Grande partecipazione per la presentazione di uno dei due progetti SPRAR attivi in città. Toccanti le parole di Giobbe Covatta. L’intero ricavato di 782 euro destinato all’acquisto di materiale per l'ISCdi Pievetorina

Grande successo e partecipazione per la serata-spettacolo organizzata dall’equipe del progetto SPRAR “Sconfinamenti”, in collaborazione con il Comune di Porto San Giorgio, Nuova Ricerca Agenzia Res e CVM (Comunità Volontari per il Mondo).

Più di 200 persone hanno riempito il Teatro Comunale di Porto San Giorgio, per “Oltre i confini dell’Indifferenza – Incontrare, Conoscere, Costruire”, un’occasione preziosa di incontro e riflessione su temi quali l’indifferenza, i pregiudizi, i confini.

Ad aprire la serata un intenso monologo sull’indifferenza interpretato da Luca Vagnoni, operatore di “Sconfinamenti”, nonché attore teatrale e presentatore della serata.

A seguire gli interventi del sindaco Nicola Loira e del suo vice Francesco Gramegna.

Loira ha ricordato come il Comune sia sempre stato in prima linea nell’accoglienza ed attento all’inclusione sociale, senza mai risparmiarsi, portando avanti nel tempo ben due progetti SPRAR, uno esistente da anni, “Human Rights”, e l’altro, “Sconfinamenti”, da poco in attuazione sul territorio comunale. Tutto questo, ha rimarcato, non ha nulla a che fare con i colori politici, ma con la conoscenza dell’altro e il rispetto dei diritti umani.

Gramegna, citando Sant’Agostino, ha detto: “La misura dell’amore è amare senza misura”, ricordando che l’unico antidoto per sconfiggere l’indifferenza è proprio l’amore insieme all’educazione.

Si sono poi succeduti gli interventi e le riflessioni degli ospiti.

“Io sono nella sola misura in cui sono responsabile dell’altro”. Attorno a questa riflessione del filosofo Emmanuel Levinas si è sviluppato il ragionamento di Alessandro Fulimeni, in particolare sulla dicotomia identità/alterità. “Incontrare lo straniero significa porsi come responsabile di lui senza attendersi reciprocità. Ciò che lo straniero può fare nei nostri confronti riguarda lui, ma la responsabilità verso di lui impegna noi, fino a definire una relazione in cui la reciprocità non è richiesta, ma è una relazione disinteressata e gratuita”.

Matteo Simoni e Serena Morelli, coordinatore ed operatrice di “Sconfinamenti”, si sono addentrati nello specifico del progetto, presentando il logo disegnato dal graphic designer Tony Cetta e parlando del senso e della finalità del progetto e della sua attuazione concreta e operatività, rimarcando quanto sia importante per l’equipe essere in prima linea per favorire la riconquista dell’autonomia perduta degli ospiti.

“Si parte perché non c’è altra alternativa”. Lo ha ribadito fortemente la Dottoressa Sandra Magliulo, ricordando l’impegno dell’UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) fin dalla nascita dell’Organismo internazionale nel 1950, da sempre al fianco dei diritti dei rifugiati e richiedenti asilo. La Magliulo ha sottolineato come l’Europa accolga solo il 6% della popolazione mondiale dei rifugiati e come nel 2015 1 persona su 113 sia stata un richiedente asilo, uno sfollato interno e un rifugiato.

Presenti in sala anche i 14 utenti di “Sconfinamenti”, alcuni degli insegnanti volontari dei corsi di italiano attivati per i richiedenti ed il resto dell’equipe del progetto, composta anche da Karidia Fanny, Nicola Properzi e Gelsomina Viscione.

Lo spettacolo dell’attore, comico e scrittore Giobbe Covatta, testimonial tra gli altri di Amref e Save The Children, ha animato la seconda parte. In oltre un’ora di spettacolo l’artista ha raccontato in maniera coinvolgente e con l’ironia dissacrante e pungente che lo contraddistinguono l’Africa, la politica, i pregiudizi, i confini e l’attenzione e il rispetto dell’altro.

“Qualche tempo dopo la liberazione dei campi di concentramento – ha concluso Covatta – in Germania, i tedeschi, venivano accompagnati a visitare i lager, e ne uscivano con le lacrime agli occhi. Allora hanno chiesto loro: “Ma voi, mentre accadeva questo orrore, dove eravate?”. Tra qualche anno anche a noi sarà chiesto, di dove eravamo, mentre accadeva il dramma dei rifugiati.”

L’intero ricavato della serata, che era ad offerta libera, è stato di 782 euro e sarà totalmente destinato all’acquisto di materiale didattico per l’istituto Scolastico Comprensivo di Pievetorina, che comprende anche i plessi di Pievebovigliana, Muccia e Visso, tutti Comuni colpiti duramente dal terremoto.


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