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Fusione Fermo-Porto San Giorgio? Raccichini: “L’unico favorevole fu Agostini”

PORTO SAN GIORGIO - Giorgio Raccichini del PCI smentisce le dichiarazioni di Morese che attribuivano al sindaco Loira la volontà di fusione tra i due comuni e dice la sua a riguardo

Giorgio Raccichini

 

“In questi ultimi giorni sta facendo enorme clamore l’ipotesi di unificazione tra i Comuni di Porto San Giorgio e Fermo, sollecitata più volte dal Comitato Mori e non solo. In particolare un intervento di Morese mi ha fatto storcere il naso, attribuendo a Loira una volontà di fusione che in questi anni il Sindaco ha più volte smentito sui giornali. In realtà fu il solo Agostini, mi pare l’anno scorso, a dichiararsi favorevole ad una tale prospettiva unionistica“.  Il consigliere PCI Giorgio Raccichini interviene nel dibattito che infuria ormai da giorgio dopo l’annuncio, del Comitato Abramo Mori, di una lista da presentare alle prossime elezioni comunali con l’obiettivo di promuovere la fusione tra i due comuni.

“Il Comitato Mori – scrive Raccichini – ha espresso la volontà di presentarsi alle prossime amministrative portando evidentemente come programma un unico punto: la fusione tra Fermo e Porto San Giorgio. Un bel misero programma, potremmo dire, ma che potrebbe rischiare di catalizzare il dibattito politico che invece dovrebbe concentrarsi su altre questioni importanti per la comunità sangiorgese. In particolare, come hanno dimostrato gli interventi di Morese e di altri, potrebbe spingere le forze politiche a misurarsi sterilmente sulla propria sangiorgesità. Naturalmente dico anche la mia sulla questione, perché non credo che vada derisa per becero campanilismo. Sono contrario ad una fusione tra Fermo e Porto San Giorgio, in primo luogo perché non si può per ragioni puramente contabili (più il Comune sarà grande, più ci saranno risorse) cancellare la storia autonoma di una comunità cittadina con una propria fisionomia e le proprie specificità, in secondo luogo perché i benefici economici sono tutti da dimostrare”.

Raccichini aggiunge: “Va, a mio avviso, riconosciuta l’importanza che l’istituzione comunale ha sempre avuto per gli italiani, i quali spesso sono più spontaneamente e calorosamente animati dalle questioni che interessano la città di appartenenza. È un tratto che da una parte non può e non deve essere represso e dall’altra non deve sfociare in un miope e gretto campanilismo. Pertanto, i Comuni di Porto San Giorgio e di Fermo rimangano distinti e si proceda, nonostante le inevitabili difficoltà, nella direzione di una programmazione comune di iniziative e servizi. Credo che questa sia l’impostazione più giusta da dare alla questione evitando chiusure campanilistiche sia a Porto San Giorgio che a Fermo. Anzi, chi propone la fusione spesso è mosso da motivazioni campanilistiche: ricordo che nel 2012 o nel 2013, quando veniva ventilata l’ipotesi di una diminuzione delle Province, a Fermo molti dicevano che bisognava accorpare Porto San Giorgio a Fermo perché a quest’ultima rimanesse il rango prestigioso di sede di Provincia in contrapposizione ad Ascoli e Macerata. Se questo non era un ragionamento campanilistico e infantile, poco ci mancava. Inoltre, siamo sicuri che un eventuale unico ente comunale determinerà maggiori risorse? Ho i miei dubbi, considerate le politiche europee e nazionali degli ultimi anni che vanno verso la riduzione dei finanziamenti destinati ai Comuni. E non sono sicuro soprattutto che una Porto San Giorgio ridotta a frazione di Fermo godrà di maggiori attenzione e sviluppo rispetto alla situazione attuale. Insomma, almeno per Porto San Giorgio, la fusione sarebbe un bel salto nel buio”.

 


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