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Dati negativi per export calzature, tessile e abbigliamento: la minoranza richiama la giunta regionale

ECONOMIA - Marcozzi, Malaigia e Leonari: "Dati che dovrebbero far riflettere e spingere l’Amministrazione regionale ad assumere immediatamente delle posizioni nette in favore delle categorie produttive marchigiane"

“Moda, calzature e abbigliamento alla canna del gas. E l’Amministrazione regionale che fa? Nulla. I dati che arrivano dalle associazioni di categoria sono a dir poco preoccupanti. Il trend registrato nel 2016, infatti, nell’export delle calzature, del tessile e dell’abbigliamento evidenzia, purtroppo, solo segni negativi per non parlare di quello nei confronti del mercato russo su cui siamo a un – 10,8%, con un decremento pari a quasi 35 milioni di euro. In calo anche l’export verso altri Paesi come Turchia, Cina, Olanda, Hong Kong e Gran Bretagna”. Inizia così lintervento dei consiglieri regionali  Jessica Marcozzi (FI), Marzia Malaigia (Ln), Elena Leonardi (FdI).

Consiglieri che aggiungono: “Dati che dovrebbero far riflettere e spingere l’Amministrazione regionale ad assumere immediatamente delle posizioni nette in favore delle categorie produttive marchigiane. La prima relativa alle sanzioni contro la Russia che, in sfregio all’artigianato della nostra Regione, da sempre pilastro dell’economia marchigiana, sono state rinnovate dal Centrosinistra. La seconda relativa al Made in Italy il cui riconoscimento certificato con un regolamento chiaro e incontrovertibile è visto dai nostri artigiani come un passaggio fondamentale per provare ad avviare un rilancio economico e imprenditoriale. E, invece, di un regolamento europeo ancora non si sa nulla. A queste istanze il Centrosinistra non è ancora riuscito a dare delle risposte. Per questo motivo presenteremo una mozione per spingere l’Amministrazione ad assumere posizioni nette al riguardo, a portare all’attenzione del Governo le istanze delle categorie produttive e a premere per soluzioni nell’immediato, a tutela delle categorie artigianali e produttive marchigiane che, nonostante mille sacrifici, ancora sorreggono l’economia della nostra regione”.


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