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L’ultimo saluto a Nicholas:
“Oggi abbiamo un angelo in più”

SAN TOMMASO DI FERMO - Il saluto di don Sebastiano: "Nicholas sei un amico, sei una persona generosa, sei una persona buona e questa è la tua parola e rimarrà nel cuore di tutti noi".

 

di Paolo Paoletti

Una chiesa, quella di San Tommaso di Fermo, gremita all’inverosimile. Una folla immensa si è stretta attorno ai familiari di Nicholas Marilungo il giovane 21enne della costa fermana morto alle 4 del mattino di domenica scorsa in un tragico incidente lungo la Statale Adriatica 16 al confine tra Porto San Giorgio e Lido di Fermo (leggi l’articolo). Al centro della navata la bara bianca ricoperta di fiori.

Un ultimo saluto a cui hanno preso parte, oltre ai familiari, i tanti amici di Nicholas, gli abitanti del suo quartiere, i suoi insegnanti e tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incontrarlo nel loro percorso di vita.  “Questo è un momento difficile per tutti noi  – ha esordito don Sebastiano Serafini, che ha presieduto la cerimonia –  partecipiamo a questo dolore e scopriamo un grande limite, ovvero quello delle nostre parole umane, vorremmo dire parole capaci di consolare, di trasformare questo dolore in speranza, vorremmo avere parole capaci di dare conforto, di dare un senso a questa esperienza. In fondo non c’è bisogno di tante parole perché tu Nicholas sei la parola, è a partire da te che possiamo trovare il senso di questa esperienza”. 

Don Sebastiano che ha raccontato il suo incontro con Nicholas:  “Appena arrivato in questa parrocchia lui, il padre e lo zio si sono messi a sistemare il salone parrocchiale. Lì  ho percepito questa sua assoluta sapienza, disponibilità, generosità. Io tu e tuo padre siamo andati un giorno a Medjugorje e li ho scoperto la tua bontà. Ogni volta che ci incontravamo ho scoperto la tua amicizia quando ci salutavamo. Questa è la tua sapienza, una persona buona. Una persona disponibile e generosa. Una persona seria che dona a tutti noi una parola da cui ripartire, da cui poter rivedere la nostra vita, una parola che rimarrà per sempre nei nostri cuori. Sei sempre nei nostri cuori”.

Omelia che è proseguita: “Alla tua parola Nicholas si affianca la parola del Signore,  l’unica capace di trasformare il dolore in speranza. Proprio come i discepoli che hanno vissuto con Gesù l’esperienza diretta di perdita, lacerazione, smarrimento. In quel momento il Signore camminava insieme a loro, si è fatto loro compagno di viaggio con loro ha iniziato a parlare e a loro ha aperto un messaggio di speranza e di fede. Questo è il messaggio: avere fiducia nel Signore che cammina accanto a noi, ci è maestro  e compagno di viaggio, vuole entrare nei nostri cuori e trasformare il nostro dolore. Sono certo che nella fede è possibile trasformare il dolore in speranza”. Da qui il saluto di don Sebastiano: “Nicholas sei un amico, sei una persona generosa, sei una persona buona e questa è la tua parola e rimarrà nel cuore di tutti noi”.

Al termine della cerimonia sono arrivate poi le toccanti parole della cugina di Nicholas: “Hai lasciato un vuoto dentro me, dentro noi, incolmabile. Dio egoisticamente ti ha portato con sé, senza pensare a noi, strappandoci a ognuno di noi un grande pezzo di cuore. Non riesco a spiegarmi il suo atteggiamento, ma l’unica risposta che continuo a ripetermi è che lui aveva bisogno di un altro piccolo angelo, lui aveva bisogno di una persona speciale come te, un’anima piena di luce“.

Cugina che ha aggiunto: “Spero tanto che quel pezzo di cuore che mi ha bruscamente strappato l’abbia dato a te che oggi sei vicino a lui. Nella vita hai sofferto in silenzio, ma sei riuscito a trasformare quella sofferenza in forza, forza per tutti noi. Oggi con il cuore in mano sono qui a chiederti di aiutarci a trovare la pace. Non abbandonarci mai, veglia su di noi, resta sempre al nostro fianco e non farci mai sentire soli. Oggi tutti noi abbiamo un angelo in più. Finché esiste il ricordo non esiste separazione definitiva“.

Al termine della cerimonia, all’uscita della chiesa, sono stati fatti volare in cielo dei palloncini bianchi. La bara di Nicholas è stata poi portata al cimitero di Capodarco.

 

 


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