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Discussione terremoto, Ceroni furioso in aula: “Prove di dittatura non si può più parlare”
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di Paolo Paoletti

“Non si può fermare un dibattito così importante in questa maniera. Non è possibile parlare solo tre minuti di una tragedia come il terremoto”. Il senatore di Forza Italia Remigio Ceroni è a dir poco furioso dopo che questa mattina, nell’ambito del dibattito che segue l’informativa del governo sulla situazione di emergenza nel centro Italia dopo il terremoto, in aula, gli è stata tolta la parola per via del poco tempo concessogli. “Siamo di fronte a prove di dittatura  – aggiunge il senatore e sindaco di Rapagnano – solo tre minuti per intervenire su una tematica così importante come il terremoto. Passiamo mesi e anni a parlare del nulla poi, per un tema così sentito, soprattutto nelle Marche, si tenta di non farmi parlare per più di tre minuti”.

Ceroni che durante il suo intervento in Senato, questa mattina, aveva esordito: “Non si può tacere che le Marche, che vivo e rappresento, sono in condizioni drammatiche dopo ciò che è successo. I provvedimenti che il Governo ha adottato per affrontare l’emergenza terremoto si sono rivelati insufficienti, inadeguati e, per certi aspetti, completamente sbagliati. Con provvedimenti basati sulla convinzione che una tragedia possa essere l’ennesima occasione per rubare si rischia di perdere di vista l’obiettivo di contenere i disagi, di ricostruire e di far ripartire la speranza”. Ed è qui che la luce del microfono del senatore Ceroni  ha cominciato a lampeggiare. “Scusi, signora Presidente – ha aggiunto Ceroni –  quanti minuti ho per parlare? Non è possibile strozzare un dibattito in questa maniera! Posso parlare con questa luce che lampeggia? Facciamola finita e utilizziamo il nostro tempo in maniera adeguata!”.

Ne è nato un botta e risposta con la presidente di turno Linda Lanzillotta che l’ha richiamato all’ordine ricordandogli i suoi ultimi 3 minuti di tempo e dicendo che tutti i gruppi hanno lo stesso trattamento.  “Calma, senatore Ceroni – ha detto la presidente – lei ha tre minuti per parlare, secondo le modalità che sono state concordate con il Presidente del Consiglio e con i Gruppi”. Da qui lo sfogo di Ceroni: ” Ma io sfascio tutto e me ne vado via, signora Presidente, se non mi fate parlare! Consentitemi di parlare e di esprimere il mio pensiero! Ad oggi sono trascorsi cinque mesi esatti dal sisma. Interi paesi sono deserti, i sopralluoghi sono fermi, i cittadini sono stati deportati sulla costa, il settore agricolo è abbandonato a se stesso. Secondo un dispaccio della Coldiretti, nelle Marche erano state previste e considerate necessarie 635 stalle; solo 77 sono state portate sul luogo e solo due sono funzionanti. C’è qualcosa che non ha funzionato: non è possibile che, dopo cinque mesi, siano pronte e consegnate agli agricoltori solo due stalle”.

Il senatore Ceroni ha aggiunto: “Poi c’è il problema delle risorse: le risorse stanziate per il terremoto non sono sufficienti. O comunque, perché non vengono pagati gli albergatori, che hanno ospitato 5.300 persone sulla costa? Sono 30 milioni di euro, che sono sulle spalle degli albergatori, i quali non riescono più ad avere le forniture e sono esasperati. Lei ha annunciato un nuovo provvedimento, signor Presidente del Consiglio: lo faccia presto. Deve essere un provvedimento semplice e chiaro, che possa consentire ai progettisti di far ripartire la progettazione e di far intravedere una speranza, perché ad oggi non abbiamo messo neanche un mattone. E lo faccia presto, prima che la protesta possa sfociare in qualcosa di incontrollabile. Oggi c’è una manifestazione a piazza Santi Apostoli: la gente si aspetta delle risposte concrete. Io, signor Presidente del Consiglio, mi fido di lei; noi siamo pronti a dare il nostro contributo, ma ad oggi non siamo stati sentiti un solo minuto e non una sola proposta è stata raccolta e accettata. Eppure siamo lì, sentiamo le persone e potremmo essere utili a questo Paese”.

Dopo quanto avvenuto, il senatore è stato al centro di un’intervista ironica nella trasmissione Un giorno da Pecora su Radio Uno Rai.

 

 


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