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Giovedì al Super8, arriva l’ultima opera cinematografica di Thomas Lilti

Ve lo ricordate il medico di famiglia? Quello che arrivava sempre alla prima chiamata, anche con la neve e la bufera, anche di domenica? Quello che visitava a fondo, alzando la maglietta, auscultando attentamente il torace, i polmoni, facendo tossire il malato, sapendo tutto di padre madre figlio nipote? Che aveva attenzione alla persona ancor prima della malattia, che ne diventava alla fine anche un po’ il confessore?
In parte lo ritroverete, anche con molte bizzarrie, nell’ultima opera cinematografica di Thomas Lilti, Il medico di campagna.
È il film in programmazione il prossimo giovedì 26 al Super8 di Campiglione di Fermo.
François Cluzet interpreta Jean-Pierre Werner, medico di campagna, che percorre strade e viottoli malmessi pur di raggiungere i suoi pazienti. È un medico molto coscienzioso, che crede nella sua professione, che la svolge quasi fosse una missione da compiere quotidianamente. La sua quasi opera sacerdotale è dura, specie d’inverno, specie con la pioggia. Specie con certi malati. Perché ogni malato ha il suo carattere. Jean-Pierre è comunque soddisfatto. Sino all’incognita di un male preoccupante che lo costringe a diventare lui stesso paziente, e collaborare con una giovane donna (l’attrice Marianne Denicourt). Collaborazione estremamente difficile. Ma l’incontro è sempre una cosa che arricchisce, perché è una scoperta di sé e dell’altro (altra, in questo caso), nel confronto, nel rapporto.
Thomas Lilti si è già ocupato di scandagliare il mondo della medicina e soprattutto di alzare interrogativi nel rapporto tra paziente e medico, medicina/scienza e medicina/umanità. Quale il rapporto che deve intercorrere? Quanto è importare l’aspetto umano oltre a quello clinico? Il regista si era cimentato in questo tipo di racconto con il film Hippocrate, «racconto di formazione in corsia».
Non deve stupire questa attenzione: Litli è un medico, esattamente un internista, che «prosegue la sua riflessione sul corpo medico passando dalla città alla campagna, dai medici ospedalieri ai cavalieri solitari delle zone rurali».
Da vedere. Per tutti. Specie studenti in medicina.


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