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Non solo posti letto: l’importanza di valorizzare i servizi, con il DCA più sostegno alle famiglie

di Andrea Braconi

Che per Fermo fosse una giornata speciale lo si era già intuito dal numero dei rappresentanti istituzionali ma, soprattutto, dalla grande partecipazione di dipendenti e collaboratori dell’Area Vasta 4 all’inaugurazione della sede del Centro per la diagnosi e trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare, ambulatorio nato nel 2004 all’interno del Dipartimento di salute mentale.

Stracolmo l’ex teatrino, con la presenza del direttore del Distretto Unico Vincenzo Rea, del direttore dell’Inrca Gianni Genga, del presidente della Regione Luca Ceriscioli (leggi qui il suo intervento) dell’assessore regionale Fabrizio Cesetti, del consigliere regionale Francesco Giacinti, della presidente della Provincia Moira Canigola e della presidente della Commissione regionale Pari Opportunità Meri Marziali, per una mattinata scandita da un unico leitmotiv: basta pensare alla sanità soltanto come posti letto, ma raccontarne e valorizzarne i servizi.

LICIO LIVINI (Direttore dell’Area Vasta 4 di Fermo)

“Abbiamo passato una seconda metà del 2016 molto difficile, siamo coscienti di cosa è successo con il terremoto e dopo il terremoto, con le situazioni che abbiamo avuto nel territorio, soprattutto su Amandola. Si sono aggiunti problemi con la popolazione dell’interno ospitata anche sulla costa fermana, poi il picco influenzale, poi i posti letto: una situazione che ci ha visto impegnati con molta difficoltà e dalla quale non siamo ancora venuti fuori”.

Ma in uno scenario così complesso, Livini ha ribadito come si siano portate avanti progettualità nuove e di grande importanza, come lo stesso DCA. “Quello che inauguriamo oggi è una cosa nuova per la regione Marche, è il primo centro che parte ed è un riconoscimento anche per chi si è impegnato in maniera diretta. Quando si pensa alla sanità si pensa subito ai posti letto, invece la sanità è fatta soprattutto di servizi e di attività che stanno fuori dall’ospedale, e questo ne è un esempio: un centro che da un punto di vista osservazionale riesce a garantire risposte per quelli che sono i bisogni e difficoltà rappresentati dai nostri pazienti. Qui arrivano situazioni che magari da un punto di vista mediatico hanno poca rilevanza, ma che per quanto riguarda il disagio hanno un forte impatto e caratterizzazione. Siamo perciò obbligati a rispondere in maniera integrata e multidisciplinare, articolando una risposta. Su questo chiamiamo in causa anche la famiglia, una risorsa importante per un cambiamento della situazione”.

E oltre all’aspetto clinico/nutrizionale, va evidenziato quello psico/sociale. “Non ci sono patologie così impattanti come queste, dove la connessione corpo mente è così diretta e richiede perciò moltissima attenzione da parte di chi deve gestire questa situazione”.

FRANCESCO TRASATTI (Vice sindaco del Comune di Fermo)

“Ho avuto persone care che hanno affrontato problemi di disturbi alimentari e se c’è una cosa che ricordo è il senso di profonda solitudine che si respira” ha debuttato l’assessore, che ha portato i saluti del primo cittadino Paolo Calcinaro.

“A volte siamo portati a pensare che la sanità siano solo posti letto: non è così e l’inaugurazione di questo centro ha un valore duplice, cioè che tanto viene fatto dal punto di vista dell’assistenza e della vicinanza e proprio nel non sentirsi soli. I disturbi dal punto di vista alimentare sono la prima frontiera di disagio, che ritrovo anche nei miei percorsi teatrali. Essendo quella frontiera così difficile da comprendere avere un punto di riferimento sul territorio è una cosa importante. Per questo ringrazio l’impegno dell’Asur, della Regione e di tutti coloro che hanno reso possibile la presenza di questo presidio perché mai come ora l’attenzione anche rispetto a queste difficoltà, l’accettazione di sé, la consapevolezza del proprio essere sono elementi fondamentali”.

ALESSANDRO MARINI (Direttore generale dell’Asur Marche)

“Oggi possiamo farci i complimenti. Questa è la sanità che cambia, per noi è solo uno slogan o un obiettivo, per noi è un impegno. E in questo caso dalle carte abbiamo realizzato delle azioni. Cambia l’approccio: tutte quelle azioni che in maniera importante ognuno di noi nell’ambito della sua professione fa quotidianamente, dando comunque la possibilità di rispondere a bisogni importanti, da impegni singoli diventano sistema. Questo è quello che cambia, questo è quello che ci serve.

E su questi progetti nel 2017 l’Asur farà interventi volti al potenziamento dei territori. “Ne abbiamo parlato con il presidente Ceriscioli, abbiamo fatto alcuni ragionamenti con la Direzione generale, e riguarda tutto ciò che è fuori dall’ospedale, facendolo in un modo nuovo e facendo sì che quanto fatto qui a Fermo sia utilizzabile anche nel resto della regione. Come Asur abbiamo dimostrato che sappiamo fare cose meravigliose quando ci sentiamo appartenenti ad un’unica famiglia, dobbiamo andare avanti così e abbiamo uno sprone importante da parte del livello politico/istituzionale.”

ALESSANDRO LUCIANI (Presidente FADA – Associazione Fermana Disturbi Alimentari)

“È giusto parlare di familiari benché la tentazione sia di dire ogni volta genitori. In realtà di disturbi da comportamento alimentari soffrono soprattutto adolescenti, specialmente di sesso femminile, ma sono molto diffusi anche tra gli adulti. La famiglia nell’insorgenza di questi disturbi gioca quasi sempre un ruolo non secondario, ma i familiari hanno un’importanza fondamentale anche nel percorso terapeutico”.

Associazioni come Fada, quindi, nascono proprio per mettere in comunicazione i familiari, renderli più consapevoli del proprio ruolo, far capire loro che stanno affrontando un problema importante ma, ha spiegato Luciani, meno immane di quanto sembri. “Non è facile, di fronte a problemi così pervasivi riuscire ad essere sempre saldi, ma noi ci siamo per creare uno spazio di ascolto, di condivisione e di orientamento, specie nelle prime fasi. Facciamo anche formazione, collaboriamo e siamo in contatto con altre associazioni simili a livello regionale”.

Il presente, però, può essere soltanto un punto di partenza. “Diverso sarà quando verrà pienamente attuata la delibera 247 del 2015 e sarà realizzato questo centro residenziale, la cui mancanza è un grave problema perché significa che le famiglie di pazienti con problemi più gravi di quelli che possono essere trattati a livello ambulatoriale, con spostamenti di centinaia e centinaia di chilometri. E strutture di questo genere sono molto rare sul panorama nazionale, con disagi e sofferenze per le famiglie e con una serie di costi collaterali che in alcuni bilanci familiari pesano in maniera anche insostenibile. È un’urgenza e spero che si riesca a trovare una soluzione nei termini più rapidi possibili”.

Altra questione: la realizzazione in tutta la regione di ambulatori di questo tipo. “La delibera ne prevede tre, con Fermo (competente anche per Ascoli Piceno e Macerata), Ancona e Pesaro. Speriamo che anche i cittadini più a nord possano ben presto festeggiare come noi. Credo sia addirittura commovente vedere aperto questo Centro, perché non è soltanto un luogo nel quale finalmente i pazienti e gli operatori possono trovarsi più a loro agio rispetto alla situazione provvisoria di prima, ma rappresenta nella sua fisicità una sorta di baluardo: sapere che esiste è rincuorante. Spero, inoltre, di vedere stabilizzati i rapporti ancora precari con alcuni professionisti, a significare l’importanza della continuità del percorso terapeutico rassicurando così anche le famiglie. Occorre salvaguardare e preservare le competenze maturate, che sicuramente sono non comuni”.


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