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“Ripartiamo dalla persona per una sanità migliore”: Ceriscioli all’inaugurazione del DCA

di Andrea Braconi

Intervenuto a conclusione della presentazione a Fermo del nuovo Centro per la diagnosi e trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare (leggi qui le parole della responsabile Patrizia Iacopini), il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha voluto rimarcare la nuova visione dell’Amministrazione da lui guidata.

“Siamo all’avvio del nuovo piano sanitario, partiremo dal tema dei bisogni e non lo faremo per finta, che vuol dire non confondere il fabbisogno con ciò che siamo in grado di offrire. Perchè il fabbisogno dei cittadini va recepito, individuato, quantificato, vanno pensati i percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali, e il giorno in cui riusciremo a fare questo capovolgimento di cosa ci accorgeremo? Che servono poche strutture qualificate per acuti e tanto lavoro nel territorio fin dentro la casa della persona con la domiciliare, nella post acuzie, nella riabilitazione, nella prevenzione. L’obiettivo sarà smettere di spendere risorse dove non servono, partendo invece dai bisogni delle comunità”.

Perché quello attuale, secondo il presidente, è un sistema socio sanitario che fa troppa fatica. E per spiegare il punto di arrivo della strategia sviluppata, racconta aneddoti dell’ultima seduta di Giunta regionale e le “interrogazioni” ai suoi assessori (con Cesetti stamattina seduto proprio di fronte a lui) sui tanti, troppi acronimi in ambito sanitario. “Siamo in una visione di percorso che è esattamente all’opposto rispetto a quella cui siamo abituati a comunicare. Se, per fare un esempio, parliamo del nuovo ospedale di Fermo in poche parole – Fermo, ospedale, servizi – riusciamo a farci capire. Ma se dobbiamo spostarci sul livello di salute nei territori e sul capovolgimento che parte dalla persona, dal suo bisogno di salute e da come questo trova un percorso chiaro a livello di diagnosi, terapia e assistenza, nel quale il paziente sa quello che deve fare… qui cambia tutto. Ma io punto ad un sistema che accompagna la persona per avere ogni volta al momento giusto la risposta giusta. È una visione più complicata, più difficile da raccontare, più difficile da vendere come risultato all’interno di una comunicazione, ma in realtà è ciò di cui ognuno di noi ha bisogno di fronte ad un’esigenza di salute. È l’idea di trovarsi di fronte la capacità di mettere in fila le cose che mi servono e offrirmele nel modo giusto, con la qualità giusta e al momento giusto. Serve un sistema che sappia guardare prioritariamente a questo e quando organizza le risposte, quando mette le risorse umane, logistiche e strategiche lo fa con coerenza e persegue questo disegno”.

Proprio come, spiega Ceriscioli, viene fatto oggi in una Fermo che si pone in una posizione d’avanguardia, diventando un punto di riferimento regionale. “Qui si raccoglie questa complessità e la si riassume dentro questo percorso. Questo Centro che inauguriamo oggi aiuta a seguire quella necessità che abbiamo, curando per tappe, vedendo ciò che manca e organizzando la risposta. Poi verrà la struttura residenziale, ci saranno le altre articolazioni, ma noi oggi diamo il cuore a tutto questo e mettiamo al centro questa logica che parte dalla persona e non viceversa”.

Questione presa in carico: “Sulle patologie più importanti abbiamo capovolto tutti i ragionamenti e abbiamo detto che si parte dal diabetico, dal malato oncologico, da chi ha problemi importanti dal punto di vista neurologico, cardiologico e nefrologico e come queste persone diventano il centro del sistema di assistenza. E nella presa in carico non c’è più una caccia alla risposta ma sono io sistema sanitario che ti dico ‘fai questo, fa quest’altro, domani, dopodomani, ci sono queste cose da fare’ e non ‘hai bisogno di questa cosa, adesso arrangiati’. Capite quanto esercizio in meno di potere c’è? Io che ti do una visita quando ne hai bisogno, io che ti aiuto a trovare il luogo dove devi andare, io sono quello che ti suggerisce dove andare perché questa attività va fatta prima. Quindi, al cittadino non viene creato un problema, ma viene data una soluzione”.

Un modello estremamente efficace per Ceriscioli, che ad ogni sua applicazione permette di fare un grande passo in avanti. “Ci togliamo qualche altare sotto i piedi, nei casi migliori, mentre nei peggiori ci sono altri scambi; così invece ragioniamo nel modo giusto. E la politica cosa deve fare? Tenere la barra dritta, non cedere alle tentazioni, avere un progetto forte ed efficace, lavorare su quello fino a che non si raggiungono i risultati. Certo, c’è un’eredità che va affrontata, capite che gli impegni presi 10 anni fa (e cita l’esempio di Montegiorgio) vanno gestiti. Però oggi tiriamo una riga: ci troviamo di fronte ad un sistema che è inesorabilmente lento quando invece abbiamo bisogno di portare avanti il nostro progetto. E in questa riga c’è l’aspettativa di vedere tutto il sistema allineato e c’è un termine che ci diamo per ottenere quello che serve”.

L’augurio è che cresca sempre di più maggiore attenzione, comprensione e valorizzazione della medicina nel territorio. “È stata una scelta importante fatta nell’impostazione dell’Asur che io apprezzo mese dopo mese sempre di più. E questa vostra Area Vasta ha un grande vantaggio: un ospedale e un territorio da curare, e non penso sia un caso che partiamo da qui per determinati percorsi perché c’è proprio questa chiara consapevolezza di quello che serve”.

Chiude con un ricordo, che sembra rispecchiare la direzione scelta. “Quando in macchina accompagnavo mia figlia agli allentamenti di pallavolo spesso caricavamo anche due sue amiche che giocavano con lei. Una volta è venuto fuori che una di loro aveva un problema dal punto di vista di un disturbo alimentare e purtroppo la sua risposta l’ha trovata solo in Germania, come mi ha raccontato poi sua madre. Ecco, io sono sicuro che da questo momento in poi chi avrà problematiche di questo tipo la risposta potrà trovarla qui, a Fermo e nella nostra regione”.


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