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Perché quello sterminio, perché quella follia? Serata di riflessione a Philosofarte con musica e foto da Auschwitz-Birkenau

Tra le numerose iniziative nel Fermano per la Giornata della Memoria, spicca quella organizzata da Philosofarte a Montegranaro ed incentrata sul tema della Shoah.

Oltre ad una performance letteraria/musicale con Barbara Mancini (voce recitante), Luca e Frank Ricci (chitarre), a partire dalle ore 21 ci sarà anche la videoproiezione di foto scattate da Gianfranco Mancini durante il suo viaggio nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau.

Lo stesso Mancini ha inviato a Cronachefermane.it una sua intensa riflessione su quell’esperienza, che pubblichiamo integralmente.

“La passione per la fotografia ha fatto sì che non restassi fermo – la voglia di conoscere il mondo – le persone, raccontare la vita, significava per me dare senso alla mia restante vita. Fra i vari viaggi e incontri non poteva mancare un luogo che ha segnato in profondità la demenzialità umana e fermare con i miei occhi ciò che la storia ha lasciato come testimonianza – i lager nazisti. Un viaggio mi ha portato in Polonia a visitare Auschwitz-Birkenau – da tempo avevo il desiderio di mettere piede nei luoghi dove si è consumato uno dei più grandi stermini di massa.

Durante il viaggio sfogliavo un libro che descriveva questo luogo come “La residenza della morte” – come mi avvicinavo e affiancavo con la macchina le mura esterne sentivo il battito del mio cuore arrivare alla gola – non trovavo le parole per descrivere la crudeltà, nel suo disegno mostruoso verso la demolizione dell’uomo – sono dentro e un brivido avvolge il mio corpo – siamo in tanti ma il silenzio è ancora più forte – mi sento smarrito e incredulo… non bastava aver visto centinaia di documentari … lo stomaco si stringe, il fiato si accorcia e avrei voglia di urlare – perché ma perché per Dio è potuto accadere ciò – lungo i viali nelle baracche fra camere a gas e finti spogliatoi senti ancora le urla, nei muri ancora segni di unghie o scritte che descrivevano la crudeltà – forni crematori, li guardo e vedo i volti deformi sciogliersi – urne gigantesche che racchiudono capelli – scarpe – valigie – occhiali – barattoli che contenevano il veleno della morte – scatto scatto scatto e quando rivedo le foto vedo riflessi di ombre che si coagulavano, come se le anime dei morti volessero raccontare e testimoniare la folle crudeltà.

A Birkenau mi trovo di fronte alla torretta principale di sorveglianza, chiamata dai prigionieri “il cancello della morte”, la parte più grande del lager di Auschwitz – qui arrivavano i famosi treni pieni di poveri cristi e qui vennero uccisi oltre un milione di ebrei – m’incammino lungo i viali fra baracche di legno e di muratura – salto da una parte e dall’altra fra i binari e torrette – mi guardo indietro e mi vedo un ammasso di corpi non più corpi ma carcasse deformate – nelle baracche, special modo in quelle di legno, trovo al centro una grande stufa, ma il mio sguardo si perde lungo la camerata dove per un attimo vedo corpi ricoperti da un vestiario a strisce che urlano urlano, e io scatto scatto, ma poi mi chiedo ma cosa cazzo scatto. Per Dio sì per Dio … esco non ce la faccio mi incammino veloce verso l’uscita con il mio bagaglio di scatti, il mio! Le mie sensazioni i miei perché urlati – sono ferite che l’umanità porterà con sè fino alla fine dell’esistenza e dei perchè senza risposte! L’uomo è materia e il cervello impazzisce e al Dio che molti nonostante ciò ancora credono urlo: Perchè???”.


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