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Società Operaia e Comune: è strappo,
addio alla gestione della biblioteca

 

Che i rapporti tra Società Operaia ed Amministrazione comunale non fossero così idilliaci lo si era già intuito in città da qualche tempo. Adesso però a formalizzare quello che, a tutti gli effetti, si annuncia come uno strappo quasi irreversibile è la lettera a firma del presidente del sodalizio, Maurizio Mattioli, indirizzata al primo cittadino, Nicola Loira. L’oggetto in calce è lapidario: recesso gestione Biblioteca Civica “Gino Pieri”. In buona sostanza la Società Operaia annuncia la volontà di non svolgere più il servizio di gestione della Biblioteca a partire dal prossimo 31 gennaio. Toni duri quelli usati per motivare una decisione che non ha precedenti. Tanto più che nella missiva l’associazione invita pure l’Amministrazione di centrosinistra “ad attivare il procedimento previsto dalla convenzione per la divisione e la conseguente restituzione di tutto il patrimonio librario”, comprese addirittura le scaffalature, di proprietà dell’associazione e messe a disposizione della città in questi anni. E nelle more l’Amministrazione comunale non potrà neanche effettuare il prestito dei volumi che rientrano nella dotazione della stessa Società Operaia. E’ stato lo stesso Mattioli, questa mattina, in conferenza stampa, a ripercorrere la cronologia degli eventi che hanno portato il consiglio direttivo ad optare per questa soluzione drastica. “Rinunciare ad un servizio nato nel 1960 per noi è come morire” ha detto il presidente “d’altra parte non siamo più disposti a fare da parafulmine di questa Amministrazione che non ha mai risposto alle nostre richieste”. Una escalation che parte dalla scorsa estate. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il mancato rinnovo della fiducia, da parte del Comune, al direttore della Biblioteca, Giarmando Dimarti, designato dalla Società Operaia. La convenzione prevede però che la nomina debba ottenere anche il “gradimento” dell’Amministrazione rivierasca. E questo non c’è stato. “Ma nessuno ci ha comunicato le motivazioni nel merito” aggiunge il presidente, anche se il consiglio direttivo ritiene che a pesare possano essere state alcune dichiarazioni alla stampa del direttore Dimarti, il quale lamentava talune carenze infrastrutturali interne alla Biblioteca, puntando l’indice contro il mancato rispetto degli impegni da parte del Comune. Nel frattempo è scaduta anche la convenzione che regola i rapporti tra i due enti. L’Amministrazione Loira ha quindi deliberato una proroga del servizio fino al 30 novembre in attesa di mettere mano ad un nuovo accordo. “A dicembre veniamo convocati per un incontro ma non sono emerse novità” ricorda Mattioli. Le parti si sono lasciate allora con delle scadenze: motivare la decisione di non riconfermare Dimarti, ottenere una secondo proroga per la gestione della Biblioteca “che ufficialmente non ci è stata comunicata” precisa Mattioli (anche se la giunta ha deliberato proprio a dicembre un’ulteriore proroga fino al 28 febbraio) ed abbozzare una nuova proposta di convenzione. La gestione della Biblioteca Civica richiede infatti fondi e la Società Operaia annualmente riceve circa 14mila euro destinati interamente al servizio (acquisto libri, abbonamenti etc.) in forza della convezione stipulata nel 2006. Dopo quell’incontro, tuttavia, è calato il silenzio. “Sono troppe le questioni irrisolte  -sbotta Mattioli- come soggetto gestore che deve rispondere delle condizioni di sicurezza, abbiamo chiesto ad esempio di conoscere l’esito del sopralluogo effettuato, all’interno del fabbricato che ospita la Biblioteca, dal tecnico incaricato dal Comune dopo gli eventi sismici, ma anche in questo caso nessuno ci ha risposto. Arrivati a questo punto non possiamo andare più avanti così, siamo stanchi di galleggiare e fare solleciti su solleciti. Noi ci chiamiamo fuori>.


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