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“Con i ragazzi ci preparariamo, lavoriamo e poi divulghiamo”: l’impegno del Liceo Scientifico e il successo di Fermhamente

di Andrea Braconi  

Venerdì scorso, in apertura del festival, dopo aver visitato le tre postazioni allestite nel centro storico cittadino, per il nostro articolo avevamo scelto questo titolo: “Liceo Scientifico protagonista a Fermhamente” (leggi qui). Perché già nel corso di una mattinata trascorsa tra esperimenti ed illustrazioni avevamo colto il grande interesse intorno ai laboratori di fisica, matematica e robotica, con una straordinaria partecipazione che si è pienamente riconfermata nelle due giornate successive.

A tracciare un bilancio per il “Calzecchi Onesti” è la professoressa Maria Rita Felici, che raggiungiamo telefonicamente nei laboratori di Legnaro dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), nella provincia di Padova.

“Nelle tre giornate di Fermhamente, soprattuto la domenica pomeriggio, sono arrivate tante famiglie e ragazzi al seguito. C’è stata una grande attenzione nei confronti delle nostre proposte, con i laboratori che sono stati frequentati a tutte le ore.”

A questi si sono aggiunte le numerose conferenze che avete organizzato.

“E ci hanno stupito proprio le conferenze. Ieri mattina alle 9 abbiamo avuto una conferenza di fisica nucleare sul protone eppure, nonostante l’orario, era pieno.”

Perché questa attenzione secondo lei?

“C’è tanta curiosità e la gente vuole provare a capire qualcosa, a fare un passo avanti. Per Fermo questa era una novità assoluta e credo che questo sia stato assolutamente intrigante.”

Presenze sopra le aspettative, che hanno dietro però un lavoro lungo e meticoloso, sviluppato insieme agli studenti.

“C’è un lavoro lungo., è vero. Un festival della scienza ha senso se c’è un coinvolgimento delle scuole ed una serie di attività sperimentali che poi vengono in qualche modo mostrate, rappresentate e declinate in sede di manifestazione.”

Citiamo qualche esempio.

“Un’esperienza su tutte: noi abbiamo fatto una ricerca sul radon in collaborazione con l’Università di Camerino. I nostri ragazzi sono andati, hanno piazzato gli elettreti, hanno misurato il livello di radioattività naturale, hanno testato sul campo e poi ieri pomeriggio tutti i visitatori hanno avuto un report di questa ricerca che ha avuto proprio la modalità dell’attività sperimentale: progettazione, realizzazione, validazione dei risultati. A me questo sembra l’approccio giusto per il festival: ci prepariamo, lavoriamo e poi divulghiamo.”

Un impegno, quindi, che produce diversi effetti.

“Produce un’informazione nei confronti della cittadinanza ma soprattutto un coinvolgimento degli studenti su temi scientifici. Vogliamo investire su di loro, sui ragazzi che fanno e che lavorano. Che poi ci sia stato un parterre eccezionale per questa prima edizione, non può che farci piacere. Io personalmente, insieme al Lions Club di Fermo e Porto San Giorgio, ho invitato da Napoli il professor Defez per parlarci di Ogm: al mattino ha tenuto una conferenza alla Camera di Commercio, poi, in un’Aula Magna del Liceo Scientifico stracolma, ha incontrato gli studenti, infine la sera ha parlato al Lion Club. A me sembra una rispondenza di pubblico eccezionale.”

Una corrispondenza di pubblico eccezionale per un’offerta eccezionale.

“È vero, anche se non dovrei essere io a dirlo. E c’è un’altra cosa da rimarcare: questi relatori sono venuti a Fermo ed era per loro la prima volta. Nelle loro pagine Facebook abbiamo visto come Fermo sia stata citata e promossa. La riuscita, quindi, mi sembra estremamente positiva.”

Che relazione c’è tra una manifestazione di questo tipo e l’attività di orientamento che sviluppate come istituti scolastici?

“Un conto è fare orientamento, un conto è organizzare un laboratorio ex novo per il festival, con relatori che vengono da fuori e persone altamente qualificate. A questo aspetto, per quando riguarda il Liceo Scientifico, aggiungiamo anche altri elementi: oltre al sito istituzionale della scuola, infatti, ho creato un blog di scienza (http://www.tco-beamline.com), legato ad una pagina Facebook, dove vengono inseriti vari contenuti di carattere scientifico. Sono tasselli, ripeto, che permettono di divulgare informazioni e che rendono protagonisti proprio i ragazzi.”


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