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L’omaggio di Parigi a Mario Dondero, intanto la Fototeca provinciale di Fermo al lavoro su Dublino

FOTOGRAFIA - Il racconto della compagna Laura Strappa, presente all'inaugurazione nella capitale francese, e le anticipazioni di Pacifico D'Ercoli, responsabile della Fototeca provinciale di Fermo

di Andrea Braconi

Parigi e Milano sono state due città fondamentali nella vita di Mario Dondero, il fotoreporter scomparso nel dicembre 2015 a Fermo. Proprio nella capitale francese l’Istituto Italiano di Cultura ospita fino al 27 febbraio un’esposizione di scatti che creano una sorta di parallelismo tra le metropoli: dai luoghi ai mezzi di trasporto, dagli edifici alle persone, compresi gli studi di artiste.

E dalla Francia è rientrata ieri Laura Strappa, compagna di Dondero, presente giovedì scorso all’inaugurazione.

“Questa mostra, già proposta in passato prima a Milano poi a Parigi – ci spiega – è stata commissionata da Enrico Castaldi dello Studio Castaldi che ha deciso di far arrivare le foto che tiene nel suo studio lì per ricordare Mario. Devo dire che è stata un’idea bellissima, come è bellissima la sua nota che si trova nel catalogo, insieme a quella della figlia di Mario, Elisa, e di altre personalità. Scrive Castaldi: ‘In questi anni ho spesso pensato che quelle foto fatte apposta per noi da Mario Dondero dovessero uscire da Via Savona, ma la sua malattia mi imponeva di lasciar perdere. Ora, ad un anno dalla sua scomparsa, da Milano sono arrivate a Parigi’.”

Grandissima la partecipazione per l’apertura della mostra. “Sono venuti tutti i suoi vecchi amici parigini e i giornalisti che l’hanno conosciuto, tra cui uno che mi ha parlato delle imprese fatte con Mario nella giovinezza. Hanno parlato Bernardo Valli, Pietro Cheli, l’ambasciatore italiano Giandomenico Magliano, il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura Fabio Gambaro e, naturalmente, anche il figlio di Mario, Bruno. C’erano tantissimi rappresentanti della comunità italiana a Parigi, una presenza veramente importante”.

Infine, gli scatti di Mario, il collante tra il nostro Paese e quella Francia che è stata la sua seconda casa. “La mostra è molto bella – conclude la Strappa -, naturalmente non sono disinteressata ma le 100 fotografie esposte raccontano veramente tanto”.

Intanto, prosegue incessante il lavoro della Fototeca provinciale di Fermo, con sede ad Altidona, che da anni lavora sull’archivio di Dondero.

“Nelle ultime settimane – ci dice il responsabile Pacifico D’Ercoli – abbiamo avuto diverse richieste per la mostra ‘Il grande teatro del mondo’, portata lo scorso giugno a Montegranaro nell’ambito del Veregra Street, e per ‘Le Marche di Mario Dondero’. Siamo in fase di valutazione per quanto riguarda gli spazi, ma nei prossimi giorni sapremo meglio. Inoltre, stiamo lavorando su un progetto su Dublino, in Irlanda, e potrebbe uscire fuori una cosa molto interessante”.

La certezza, però, è la mostra a Bergamo alla Galleria di Arialdo Ceribelli, che era il gallerista ma soprattutto un grande amico di Mario. “L’11 marzo verrà inaugurata e si tratta di un’operazione particolare: noi ci abbiamo lavorato un mese e mezzo alla ricerca dei negativi, con la stampa che verrà fatta a Parigi in altissima qualità. Per quanto riguarda il catalogo, dovrebbero esserci oltre 100 foto, mentre per la mostra ne verranno utilizzate circa la metà”.

Un’altra iniziativa toccherà anche Pedaso, sempre a primavera, con foto inedite di Mario Dondero sulla storica Distilleria Ciarrocchi.

(foto dell’Istituto Italiano di Cultura a Parigi)


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