Insulti a Bello FiGo, Fulimeni dello Sprar: “Quando non si distingue realtà da finzione vince l’incultura”

IL CASO - Numerosi gli attacchi al rapper alla notizia del suo (falso) concerto a Porto Sant'Elpidio. Il coordinatore dei progetti Sprar riflette anche su un utilizzo corretto del web

di Andrea Braconi

Uno scherzo, per qualcuno geniale, per altri di pessimo gusto, che ha provocato la reazione dell’Amministrazione comunale ma anche l’immancabile dibattito in rete, condito da rigurgiti razzisti e parallelismi come quello tra “immigrati che non vogliono pagare l’affitto” e “terremotati costretti a vivere nei camping”.

Dopo l’affissione dei manifesti falsi si è scatenato un autentico finimondo, solo in parte attenuato di fronte alla conferma che di scherzo, appunto, si trattava: non ci sarà nessun concerto del rapper Bello FiGo al Palasport di Porto Sant’Elpidio, come prontamente riportato da Cronachefermane.it (leggi qui).

Nel frattempo c’è stato chi aveva già intuito come “la gente si finge straniera per pagare meno” (facendo riferimento alla provocazione del biglietto a 15 euro per gli italiani e a 7 per gli stranieri), chi aveva rievocato “Zio Benito” per una “pulizia di stagione”, e chi Bello Figo lo avrebbe rimanderebbe volentieri a casa sua, ignorando come il ragazzo viva a Parma da oltre 10 anni.

Va detto che le polemiche intorno a questo giovane artista non sono affatto una novità: basti ricordare i tre concerti nel nord Italia cancellati in seguito alle minacce di morte ricevute dallo stesso Bello FiGo.

Una situazione, insomma, ricorrente e preoccupante, soprattutto per quanto concerne il riverbero del web, come rimarca Alessandro Fulimeni, coordinatore nel Fermano di numerosi progetti Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati).

Sistematicamente, ad ogni notizia riguardante gli immigrati, la rete rigurgita tutta la propria ostilità.

“Verrebbe da ridere ma in realtà è un dramma, oramai non si distingue più soprattutto quando parliamo di immigrazione tra realtà e finzione. Quello che viene proposta è una realtà completamente finta ed è ovvio che poi ci possano stare fenomeni di questo tipo in cui l’assoluta incultura, rispetto a quello che è il fenomeno migratorio, fa credere a qualsiasi cosa.”

Questo è un dato di fatto ma è soprattutto uno dei vostri principali impegni quotidiani come Sprar.

“Esattamente, l’impegno è quello di far capire cosa realmente comporta il fenomeno migratorio rispetto a quello che viene percepito, quando tutte le statistiche ci parlano di una percezione assolutamente diversa rispetto, appunto, alla realtà.”

Si continua a discutere di un sistema di verifica sulle cosiddette fake news in rete, che sempre più spesso riguardano i migranti. È una forma di controllo che può aiutare?

“Credo se possa aiutare se fatta in maniera intelligente e non censoria. Per esempio, uno degli obiettivi che ci siamo posti è quello di far nascere qui sul territorio fermano un’antenna della rete Nodi che serve proprio a monitorare anche fenomeni di questo tipo, atti di discriminazione che possono essere anche quelli veicolati sui social. Se c’è un utilizzo corretto, questo passaggio può rappresentare una cosa positiva, ma non può essere ovviamente la repressione il dato che muove questo impegno di istituzioni,associazioni e giornalisti.”


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