di Sandro Renzi
Due multe a distanza di un mese. La prima a luglio e la seconda ad agosto dello scorso anno. La prima a Cervia e la seconda a Roma. In entrambi i casi, però, alla guida non c’era lei, Maria B., protagonista, suo malgrado, di due errori che le costeranno alcune decine di euro per dimostrare la sua “innocenza”. Né c’era l’auto a noleggio che utilizzava l’estate passata. Quello che la quarantenne sangiorgese si trova ad affrontare in queste ore è quindi un vero e proprio incubo. Replica di quello da cui è uscita solo qualche settimana fa, quando dopo mille peripezie è riuscita ad ottenere dalla Polizia municipale di Cervia l’annullamento del verbale che le era stato notificato a novembre. O meglio la “proposta di archiviazione in autotutela” che viene indirizzata alla Prefettura competente territorialmente. In quel caso oltre ad una sanzione amministrativa di 188,56 euro, i vigili le avevano comminato anche la decurtazione di 3 punti dalla patente, come prevede il codice della strada per questo tipo di infrazione.
Tutto ciò per aver superato, non lei ovviamente, di 15 km/h il limite massimo di velocità lungo la strada Romea e fissato a 70 km/h “dove tuttavia non sono mai stata in vita mia” ci racconta Maria B.. Quel giorno lei era regolarmente al lavoro ad oltre duecento chilometri di distanza. Eppure l’autovelox non dovrebbe sbagliare. A meno che un piccolo luccichio impresso con la foto sulla targa non trasformi magari un 6 in 5 inducendo in errore chi poi è chiamato a verbalizzare l’infrazione. Ecco allora arrivare la multa alla giovane sangiorgese che in realtà è del tutto estranea a ciò che le viene contestato.
“Dopo diverse telefonate e scambio di mail riesco finalmente a spiegare che quella fotografata non era la mia auto” prosegue Maria B. A complicare la situazione ci si mette però il fatto che il modello ed il colore dell’auto “incriminata” erano gli stessi di quelli della protagonista di questa vicenda. Quasi tutto uguale ad eccezione di un numero sulla targa. Munita di pazienza Maria B. decide di proporre un ricorso in autotutela chiedendo l’annullamento del verbale. “Ho dovuto prendere un permesso dal lavoro, spendere 5 euro per la raccomandata e circa 15 euro per una visura al Pra così da dimostrare che esistono due auto simili ma differenti per quel maledetto numero di targa”. Venti euro spesi e qualche ora di permesso dall’ufficio, che poteva essere trascorsa in maniera diversa, magari a fare shopping, e che invece è stata destinata ad altre cose, sono comunque serviti ad evitare qualcosa di più ”pesante” per il portafogli della sangiorgese.
Ma il calvario non finisce qui. Solo qualche giorno fa, infatti, a distanza di un paio di settimane dalla buona notizia che le era arrivata dal Comune di Cervia, Maria B. trova dentro alla cassetta della posta una busta verde. L’odissea ricomincia. Questa volta la sua auto viene “pizzicata” da un ausiliario del traffico a transitare in una strada della capitale nella corsia riservata ai mezzi pubblici. Niente punti da decurtare ma una sanzione amministrativa di 70,58 euro. “Ad agosto non sono mai stata a Roma –prosegue Maria B.- tanto meno con l’auto che avevo a nolo”. Non c’è foto tuttavia per confrontare il mezzo incriminato con quello detenuto dalla sangiorgese in quel periodo. “Nel verbale si legge che la contestazione non è stata effettuata per questo motivo: intralcio del servizio pubblico. Fatto sta che mi ritrovo con un multa che non mi appartiene. Evidentemente c’è stato un errore nella trascrizione o nella identificazione della targa”. Maria B. ricade nell’incubo. Entra subito nel sito web del Comune di Roma e cerca indirizzi e strumenti per opporsi nuovamente ad una multa. Il ricorso in autotutela è ormai pronto. Mani in tasca per due raccomandate ed un nuova visura al Pra. Incrocia le dita sull’esito dell’iter e ogni giorno dà un’occhiata alla cassetta della posta sperando di non vedere nulla di “verde”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati