di Sandro Renzi
Palazzi, depositi, magazzini, appartamenti, rocche e torrioni. E’ immenso il patrimonio immobiliare che appartiene al Comune di Fermo. Solo a scorrere l’elenco così fitto delle sue proprietà ci si impiega del tempo. Difficile fare una stima, anche perché tanti beni sono inalienabili. Basti pensare che, carte alla mano, il solo valore catastale di questo elenco –di norma assai inferiore a quello commerciale- si aggira sui 29 milioni di euro. Dato che serve semplicemente per dare un’idea di massima di quanto possegga il capoluogo di provincia ed a quanto debba fare fronte di volta in volta in termini di manutenzione.
L’elenco è estremamente vario. Se si guarda alla voce “abitazione” si scopre ad esempio che il Comune è proprietario di oltre una sessantina di appartamenti distribuiti tra il centro storico e qualche frazione. Appartengono al Comune ovviamente la sede municipale ed il palazzo del Priori, la Casina delle Rose e l’intero immobile che ospita il Tribunale, il Teatro e la Biblioteca, le Cisterne romane e villa Vitali, tutti i cimiteri, oltre a cinque o sei campi sportivi, tra questi il Bruno Recchioni dove i canarini disputano le partite casalinghe. Spulciando tra una riga e l’altra di questo elenco viene fuori pure che la Cappella della Sacra Spina, porzione della Chiesa di Sant’Agostino, in realtà è di proprietà comunale. Come comunali sono gran parte delle strutture che ospitano i centri sociali, una decina all’incirca.
Non si contano i locali adibiti a deposito e dislocati principalmente nel centro storico. Ci sono anche vecchi luoghi di culto, ora sconsacrati, tra i beni che appartengono alla collettività fermana: l’ex chiesa di San Filippo, oggetto di una grosso lavoro di restauro, e quella degli Angeli Custodi. Ed a proposito di “ex”, nell’elenco sono compresi anche il vecchio mercato coperto di piazzale Azzolino e l’ex collegio Fontevecchia. Tantissime le scuole materne, medie e non solo, c’è anche la sede dell’Ipsia. Tra gli edifici storici troviamo i palazzi Graziani, Gigliucci, Strabone, Trevisani e Paccarone. Ed ancora palestre, piscina comunale e pista d’atletica. E poi i torrioni, come quello di via Sabino, e la torre con orologio in via Roma.
Ci sposta in provincia di Ascoli e si arriva a Carassai dove da sempre la rocca è “avamposto” fermano come lo è l’ex mulino ad acqua. Curiosità: sbirciando vengono fuori anche 8 bagni pubblici sparsi qua e là tra le vie del centro.
Dalle proprietà agli affitti. Quelli passivi nel 2016 ammontano a 137.386 euro. Perlopiù spese condominiali sborsate dal Comune ma anche affitti di locali. Quello che ospita una parte dei documenti dell’Archivio di Stato costa poco più di 35mila euro. Mentre il fitto per il locale del centro sociale Lido di Fermo ammonta a 17.400 euro, solo per citarne alcuni. Ammontano invece complessivamente a 159.240 euro circa i fatti attivi. In primo piano i terreni: quattordici di Carassai ed uno di Torre San Patrizio. La Wind paga ad esempio al Comune per l’impianto vicino al cimitero 9mila euro. Poco più di 19mila euro quelli che il Comune incassa per l’Archivio di Stato in via Leopardi.
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