di Paolo Paoletti
“Hanno trovato subito i soldi per asfaltare e preparare la strada all’arrivo della Tirreno-Adriatico mentre nessuno si preoccupa delle gravi difficoltà che dobbiamo affrontare come cittadini e agricoltori. Basta! Se dobbiamo restare bloccati per colpa degli errati interventi messi in atto sul fiume Ete che lo sia anche lo sport”.
E’ il grido di rabbia dei coltivatori della Valle del fiume Ete Vivo che si stanno muovendo per organizzare una manifestazione pacifica di protesta in occasione del passaggio della gara ciclistica Tirreno-Adriatico in programma domenica. Il passaggio della carovana ciclista in località Madonnetta d’Ete è previsto tra le 15.30 e le 16 di domenica.
“Ci stiamo organizzando su dove e come fare, se bloccare la strada con i trattori oppure creare una catena umana – spiega Stefano Minnucci in rappresentanza degli agricoltori – la strada è stata chiusa al traffico per noi comuni mortali che la usiamo per lavorare ed ora, magicamente, arriva la Tirreno-Adriatico e tutto riapre, addirittura ci passano la scopa per renderla più pulita”.
La rabbia verso le istituzioni è grande: “Hanno buttato soldi per dei lavori che invece che migliorare le condizioni del fiume lo hanno distrutto, non capisco perché in Italia quando c’è un evento sportivo si fa tutto e invece per noi comuni cittadini niente. L’erosione sta divorando la strada, perdiamo i nostri terreni, i pozzi vengono devastati il tutto in un momento in cui l’agricoltura va male. Siamo in ginocchio e ci si preoccupa di far passare una corsa di biciclette?”
Minnucci e gli altri agricoltori sono affranti: “E’ stato fatto uno sbaglio a monte, quello che chiediamo è di ripristinare le cose com’erano prima di quegli interventi. Le istituzioni non ci rispondono e non ci hanno mai interpellato altrimenti gli avremmo spiegato che l’Ete Vivo è un fiumiciattolo che diventa cattivo all’improvviso. Da mesi, se non anni, era sotto gli occhi di tutti che il fiume si stava mangiando la strada Valdete e nessuno ha fatto niente. La chiusura della strada ha creato tantissimi disagi, non siamo mai stati presi in considerazione ed ora si adoperano per far passare la corsa”.
Agricoltori che concludono: “Non mi interessa la politica, qui sono stati fatti dei danni. Se prima della pioggia dei giorni scorsi il Ciip non fosse intervenuto per lo sgombero di tronchi e rami da alcuni dei sette archi del ponte sulla Valdate ci sarebbero potute essere conseguenze gravi per la strada con tanto di effetto diga. L’Ete è sempre uscito dal letto e poi rientrato, se qualcuno ha costruito dove non poteva è un problema loro. Oggi qui sta saltando la strada, i pozzi, si sta spostando il paesaggio. Come se non bastasse non c’è rispetto per chi ogni giorno lavora sulla vallata e per le sue aziende. Chiudono la strada e non mettono indicazioni di percorsi alternativi per i camionisti che arrivano da fuori. Arriva invece la Tirreno- Adriatico e trovano i soldi per le asfaltature e per pulire. Non è giusto e manifesteremo per questo“.
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