Giovanni Ripani,
una valigia e un sogno:
da Altidona a manager in Australia

 

 

di Claudia Mazzaferro

Il suo sogno stava tutto in una valigia. Aveva 20 anni ed era cresciuto ad Altidona. Oggi vive, in linea d’aria, a quindicimila km da casa. Tra lui e la sua famiglia, molto più di un oceano.

Giovanni Ripani, nipote dell’omonimo vice brigadiere ucciso in Piazza della Vetra a Milano dalla banda Vallanzasca, mi racconta la sua storia tra un viaggio in macchina dall’aeroporto e un caffè al bar. In mezzo ci sono i sacrifici e la volontà di guardare oltre le colline del suo paese.

“Sono appena diventato cittadino australiano” esclama con una luce negli occhi che fatico a decifrare. Immagino la soddisfazione di un appena trentenne, ma ignoro cosa voglia davvero dire. E mentre me lo spiega, le parole dalla pancia esplodono nell’aria.

“Non è un riconoscimento qualunque. Ho dovuto fare un percorso professionale molto duro per ottenerlo – continua. Vivo a Sidney da cinque anni e un datore di lavoro (un noto chef francese -ndr) mi ha dato lo sponsor”…aspetta aspetta Giovanni, che significa?

“Lo sponsor ti permette di rientrare in una categoria di lavori riconosciuta dal governo in cui si certifica che il tuo è un profilo specializzato di cui l’Australia ha bisogno. Automaticamente ti inseriscono nel mercato perché tu contribuisci alla crescita del Paese”.

Dunque. Partiamo dall’inizio. Oggi General Manager di una famosa catena francese di ristoranti a Sidney, ma ieri?
“Quando sono arrivato nel 2011 ero sommelier, uno dei profili più richiesti. L’Australia stava cercando di riqualificare il livello della ristorazione, ambiva ad avere professionisti dall’Europa considerata la culla della gastronomia mondiale.  Dalla mia avevo un background perfetto- esperienze professionali internazionali e studi specializzati”.

In altre parole, non avevi ancora trent’anni e avevi già lavorato nelle più importanti città del mondo?
“Ho lasciato la mia famiglia a 20 anni. Una scelta fatta senza rimpianti. Ero sommelier, degustatore di formaggi, olio e cioccolato. Il mondo mi stava aspettando”.

Roma, Londra, New York. I più importanti hotel internazionali lo vogliono. Lui prende la valigia e va

“Ho avuto la fortuna di incontrare, giovanissimo, le persone giuste che mi hanno dato i consigli giusti”.

Facile, no? Conosci i loro indirizzi magari, provo a ironizzare.

“Non è stato facile. A vent’anni non hai le idee chiare sul tuo futuro. Ma avevo l’ambizione, i miei sogni non mi hanno mai abbandonato. Se dovessi parlare a un ventenne oggi gli direi esattamente questo, di avere uno sguardo sul mondo, di non porsi limiti, di cercare le opportunità altrove quando non riesci a trovarle”

Avevi un sogno, quindi..

“Esattamente fare quello che sto facendo adesso”

Senti, ma a mamma cosa hai detto? Tornerai?
“Al momento non è una priorità. Magari un giorno, chissà”


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2 commenti

  1. 1
    Beatrice Paoloni via Facebook il 11 Marzo 2017 alle 14:15

    Complimenti davvero!

  2. 2
    Antonella Giannini via Facebook il 11 Marzo 2017 alle 21:08

    Ragazzo coraggioso, sicuramente curioso con tanto desiderio di realizzare un sogno…..il suo sogno !!!!

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