A Fermo l’ospedale multiculturale,
la presentazione del progetto (VIDEO)

 

 

È stato presentato questa mattina negli uffici di direzione dell’Asur Area Vasta IV di Fermo, il progetto dell’ospedale multiculturale. Un percorso di integrazione che abbraccia più istituzioni.

Grande soddisfazione ha espresso il direttore Licio Livini che ha illustrato i due accordi raggiunti riguardanti gli assistenti in sala di pronto soccorso e la libertà di culto:”Il progetto è stato realizzato grazie all’intervento della prefettura di Fermo e alla collaborazione della Caritas e del GUS – ha dichiarato il direttore – Un protocollo d’intesa è stato firmato tra prefettura e area vasta sulle attività di volontariato dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale mentre un altro protocollo sulle libertà di culto è stato firmato dalla nostra direzione e dai rappresentanti delle varie comunità religiose, associazioni e filosofie di vita. E’ l’inizio di un percorso di integrazione che vogliamo prosegua al meglio e dia risultati sul territorio”. La dott.ssa Padovani, direttore del presidio ospedaliero di Fermo, ha sottolineato come la direzione abbia raccolto le esigenze del territorio e abbia facilitato un incontro tra le diverse realtà in “uno scambio reciproco di accettazione dell’altro”.

“La nostra particolarità è che abbiamo in organico un mediatore culturale che lavora in maniera stabile nell’area vasta e ciò ha permesso di arrivare primi nella realizzazione di questo progetto – ha dichiarato la dott.ssa Maria Flavia Spagna, responsabile dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico – Don Pompeo, parroco in ospedale, ha favorito questo tipo di discorso e ha collaborato in modo attivo alla firma del protocollo. Si è venuta a creare così una situazione positiva che ci ha portato a perseguire un obiettivo importante per l’area Vasta IV”.

Il rappresentante della comunità islamica del Fermano ha ringraziato l’Asur e tutti coloro che hanno contributo al progetto:”Abbiamo aspettato tanto questo passo che ha un significato di apertura. Da 25 anni sono in Italia – ha detto – e mi sento cittadino di questo meraviglioso Paese”.

Il dott. Giostra, responsabile dell’organizzazione del pronto soccorso, ha raccontato come sia nata l’idea di coinvolgere i cittadini stranieri:”Il loro bisogno di integrarsi risponde ad un bisogno del pronto soccorso. E’ stato quindi un aiuto reciproco quello che è scaturito in questo progetto che prevede la presenza di quattro ragazzi in sala di attesa del pronto soccorso. Saranno dei veri e propri steward che accoglieranno le persone e accompagneranno gli utenti ai vari servizi diagnostici o reparti. Potranno fungere da mediatori culturali per quanto riguarda esigenze particolari o lingue sconosciute agli operatori. I ragazzi sono stati naturalmente formati e saranno presenti nella fascia diurna”.

Don Vinicio Albanesi non poteva che essere testimone di questo risultato mettendo in risalto come il progetto vada a sommarsi ad altri progetti già in essere in ambito sportivo o agricolo in cui i ragazzi stanno vivendo una situazione di integrazione multiculturale. Quella integrazione di cui ha poi parlato Massimo Vita, coordinatore Gus del Fermano, che ha rimarcato un concetto basilare:”Creare un incontro tra culture porta alla conoscenza e al superamento di quelle barriere che troppo spesso sono più immaginarie che reali”.

Molto soddisfatto l’assessore alle politiche sociali di Fermo, Mirco Giampieri:”Vedere che i ragazzi stranieri che sono qui si sentano parte della città è molto importante. Purtroppo la burocrazia non aiuta nell’integrazione. Ci sono rallentamenti e troppe procedure da seguire. Dobbiamo essere in grado di aiutare gli immigrati ad inserirsi e i cittadini ad accoglierli. E in questa direzione stiamo camminando”.

 

 


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