di redazione CF
Silvio Orlando, Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi, Giorgio Montanini, Stefano Tosoni e Lucio Matricardi. E poi Cesare Catà e l’allegra carovana de LaGrù. Un cartellone, quello del territorio fermano, che sul finale di stagione regala alcuni degli artisti più importanti e perle di sperimentazione. Dalla prosa alla stand up comedy, dai monologhi esistenziali all’incrocio tra parola e suono, vi presentiamo gli spettacoli che da martedì a domenica riempiranno i teatri di Fermo, Porto Sant’Elpidio, Altidona, Porto San Giorgio, Sant’Elpidio a Mare e Montegranaro.
Martedì 28 marzo
LA SCUOLA
con Silvio Orlando
Fermo, Teatro dell’Aquila
È tempo di scrutini in un malandato istituto tecnico alla periferia di Roma. La sala insegnanti è inagibile e ai docenti tocca riunirsi in palestra, a discutere i destini di un gruppo di alunni non proprio diligenti. A polarizzare la discussione è l’allievo Cardini, che manifesta la sua sofferenza adolescenziale attraverso un ostinato mutismo, rotto solo dal ronzio di mosca che sa imitare alla perfezione. Sul suo caso si scontrano le opposte visioni del ruolo educativo: da un lato il prof. Cozzolino, insegnante di lettere idealista e appassionato, e la professoressa Baccalauro, sempre dalla parte dei ragazzi; dall’altro il reazionario prof. Mortillaro, convinto che “c’è chi è nato per zappare”, e il doppiolavorista Cirotta, interessato solo a corteggiare le ragazze. Fra una diatriba didattica e l’altra, si insinua la vita, con le sue frustrazioni quotidiane e amori che nascono e muoiono secondo il ciclo dell’anno scolastico e dell’orario di lezione. Era il 1992 quando andò in scena per la prima volta Sottobanco, pièce teatrale tratta dagli scritti di Domenico Starnone. Lo spettacolo, interpretato da un gruppo di attori eccezionali capitanati da Silvio Orlando e diretti da Daniele Luchetti, divenne presto un cult. Tanto che nel 1995 lo stesso Luchetti ne trasse il film La scuola. A distanza di vent’anni, Orlando riporta in scena quello che è stato lo spettacolo più importante della sua carriera.
Mercoledì 29 marzo
I SUOCERI ALBANESI
con Francesco Pannofino e Emanuela Rossi
Porto Sant’Elpidio, Teatro delle Api
Lucio, cinquantacinquenne, consigliere comunale progressista, e Ginevra, cinquantenne, chef in carriera con un passato di lotte politiche, conducono un’esistenza improntata al politicamente corretto. La coppia cerca quotidianamente di trasmettere alla figlia Camilla, 16enne, lo stile di vita pregno di valori importanti e parole mai banali. A tavola, ascoltando un telegiornale, commentando episodi di vita, ogni occasione è buona per ribadire l’importanza della politica, della solidarietà, della fratellanza.
La rottura di una tubazione che rischia di allagare l’appartamento sottostante, occupato da un eccentrico Tenente Colonnello, obbliga i coniugi a chiamare una ditta per il restauro completo del servizio igienico. La ditta è formata da due ragazzi: Igli, 35 anni e Lushan di 18. Sono albanesi, con una storia alle spalle di quelle che si leggono tutti i giorni: viaggi su barconi fatiscenti, la clandestinità, l’agognato permesso di soggiorno e ora una Ditta tutta loro e ben avviata. Secondo Lucio e Ginevra è un esempio da seguire per Camilla e per i giovani come lei, abituati a situazioni agiate e iperprotettive. Ma un giorno Lucio dimentica un importante documento, torna a casa ad un orario imprevisto e le certezze sue e di Ginevra crollano come un castello di carte. E chi predica bene…
Venerdì 31 marzo
LE STRANE GIOIE DI GIACOMO LEOPARDI
con Piero Massimo Macchini, Cesare Catà, Pamela Olivieri e Michele Gallucci
Altidona, Teatro comunale
Lo spettacolo propone l’intrecciarsi di una serie di interventi critici di Cesare Catà, dedicati al tema della gioia in Giacomo Leopardi, con una serie di sketch comici nei quali l’attore Piero Massimo Macchini porta sulla scena il personaggio stesso del Poeta recanatese. Le due sezioni creano dapprima una discrasia drammatica evidente, con un forte impatto di comicità, per poi fondere sempre più la parte critica e la parte attoriale, iper dare vita a un’immagine inusuale e appassionante di Giacomo Leopardi, non appiattita sulla visione stereotipata dello sfortunato e malinconico poeta, bensì aperta un’interpretazione diversa della sua vita e della sua poesia, orientate entrambe, dietro le grandi difficoltà spirituali ed esistenziali, alla ricerca di una gioia profonda, vera, vitale. Scopo dello spettacolo è offrire, unendo due registri differenti, uno sguardo diverso, culturalmente originale e massimamente fruibile in uno spettacolo dal vivo, sull’immagine iconica di Giacomo Leopardi e, in senso lato, della Marchigianità.
Venerdì 31 marzo e sabato 1 aprile
PER QUELLO CHE VALE
di e con Giorgio Montanini
Porto San Giorgio, Teatro comunale
Nibiru (2011), Un uomo qualunque (2012), Senza titolo (2013), Nemico Pubblico (2014) e Liberaci dal bene (2015) sono i titoli dei cinque precedenti spettacoli di Giorgio Montanini, uno dei pochi rappresentanti della stand up comedy in Italia. Fino ad ora ogni titolo ha avuto una funzione esplicativa rispetto al contenuto di ogni monologo.
Non è così per il sesto spettacolo del comico marchigiano, reduce dal successo della terza edizione di Nemico Pubblico (Rai3).
Per quello che vale… è un titolo che lambisce appena il contenuto dei temi in esso affrontati. Per quello che vale… rappresenta molto di più: una riflessione. Una riflessione che l’artista fa sull’effettiva funzione della sua esibizione e del ruolo che un comico ricopre in una società. In questo caso, il titolo mette in guardia lo spettatore da ciò che andrà ad ascoltare.
Un comico satirico non dovrebbe mai salire sul piedistallo, non dovrebbe pontificare e, soprattutto, sentirsi migliore di quello che denuncia. Un palco non dovrebbe trasformarsi in pulpito, lo spettacolo in comizio e il pubblico in partito. In Italia, Paese in evidente crisi di identità, la figura del comico, però, viene elevata a punto di riferimento, a guru, a bocca della verità. Quello che pensa un comico e che poi diventa monologo, assume proporzioni d’importanza imbarazzante; il comico diventa punto di riferimento politico sociale ed economico. Questa deriva populista non solo è profondamente sbagliata nell’essenza, è anche pericolosa. Il contenuto di uno spettacolo satirico è solo il personalissimo punto di vista del comico e, in quanto tale, totalmente opinabile.
In Italia, invece, un comico viene preso sul serio, un politico viene preso a barzelletta.
La satira in più di duemilacinquecento anni, non ha mai rovesciato un governo, cambiato una legge, modificato un comma, aggiunto una postilla. I cambiamenti li fa la classe politica, classe politica eletta dai cittadini, ossia dal pubblico.
Sabato 1 aprile
VOLEVO ESSERE UNA ROCKSTAR
di e con Michele Gallucci
Sant’Elpidio a Mare, Auditorium Giusti
Robert Plant, Angus Young, Jimmy Page, Eddie Vedder, Kurt Cobain, Dave Grohl ed io. La mia vita vissuta come fossi una rock star, il rapporto con mia figlia, le donne, le paure, la musica. Altro che sesso, droga e rock ’n’ roll…. Ansia, cd e una consolle da dj. Un viaggio in solitudine attraverso la musica, del resto, se fossi stato una rock star, non avrei perso tempo con me. (Michele Gallucci)
Domenica 2 aprile
GOAL
con Stefano Tosoni e Lucio Matricardi
Montegranaro, Teatro La Perla
E’ un monologo, questo, che ci parla del “calcio”. Non è però il calcio patinato dei grandi campioni, degli sponsor, delle televisioni, del doping, delle scommesse, dei contratti miliardari…no, è un calcio primitivo, sporco, vero, puro! E’ il calcio che giocavamo a tredici anni nel campetto dei preti dietro la chiesa, oppure ai giardinetti, per strada, nei parcheggi, allo stadio del paese con gli spogliatoi di due metri per due e il custode a viver lì dalla notte dei tempi….E’ un microcosmo, quello dei campionati giovanili, costellato di figure e personaggi tanto epici quanto comici, uno spaccato di quella provincia italiana che ha sempre qualche storia poetica da raccontare, che sa come affascinarci, divertirci, commuoverci. E’ in questi campetti di provincia, disseminati ovunque nel nostro Paese, che è possibile riscoprire il gioco più bello del mondo, quello in cui non è detto che il più forte debba vincere, perché spesso il cuore e il gruppo possono contare più del talento e dei mezzi a disposizione. E’ in questi borghi, disseminati tra l’appenino e la costa adriatica, che riscopriamo tutto il sapore della provincia italiana, che nella sua umiltà a tratti diventa epica, che nasconde le sue piccole e grandi storie, le sue sconfitte, le sue vittorie, i suoi protagonisti grotteschi, comici, malinconici, a volte eroici…e per assurdo, è forse proprio in questi piccoli universi disseminati ovunque nel nostro paese che qualcuno ha ancora la forza di inseguire i suoi sogni, piccoli o grandi che siano, è in questi luoghi che la magia ancora esiste…che “due più due, a volte, può anche fare cinque”!
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