Meri Marziali, la ‘pasionaria’
dei diritti delle donne

Meri Marziali, la presidente della Commissione regionale Pari Opportunità impegnata a tutto campo anche nel contrastare la violenza sulle donne. Obiettivo: coinvolgere le nuove generazioni, vere protagoniste del cambiamento culturale tanto auspicato e spesso richiamato

Da sin. Meri Marziali e il ministro Valeria Fedeli

di Claudia Mazzaferro

‘Pasionaria’, profondamente innamorata della politica e della cultura. Meri Marziali, presidente della Commissione regionale Pari Opportunità, racconta il suo impegno quotidiano a sostegno dei diritti delle Donne. Un percorso in cui “l’unione fa la forza”.

1 – ‘Pasionaria’ o vittima di discriminazione? Dove nasce il tuo coinvolgimento nella questione femminile?

Decisamente ‘pasionaria’ anche se credo che ogni donna nel suo piccolo abbia vissuto l’esperienza di discriminazione magari nel momento della ricerca di lavoro o durante un semplice colloquio di selezione.
Comunque tornando alla pasionaria. Faccio politica da molti anni che per me vuol dire impegno a sostenere i diritti altrui, diritti che nella pratica non sempre hanno un significato sostanziale e per le donne purtroppo è ancora così.

2 – Nella vita quotidiana esistono le pari opportunità?

Le pari opportunità, come diritti costituzionalmente garantiti, stentano ancora a prendere forma nella vita quotidiana.
Se pensiamo alla partecipazione delle donne al mondo del lavoro (ferma al 46% da ormai oltre 10 anni), alla maternità che non viene concepita come un valore sociale, alla difficoltà di conciliare una doppia presenza nel lavoro e nella cura. Difficoltà con cui le donne si misurano e che affrontano molto spesso in solitudine. Per non parlare dei femminicidi e delle donne vittime di violenza.


3 – 21 Donne a confronto. La Commissione è un microcosmo in cui è verificabile il principio più importante, ovvero che l’unione fa la forza. E’ così?

È veramente così! Ed è questo il modo in cui la Commissione lavora su ogni questione che la vede coinvolta. La Commissione, composta da 21 donne provenienti da tutto il territorio regionale è certamente rappresentativa della società civile regionale. Dal mondo sindacale e politico a quello imprenditoriale, dal volontariato all’associazionismo, dal mondo dell’università e della scuola a quello della cultura. Tengo a sottolineare che nella Commissione ci sono molteplici sensibilità politiche e/o partitiche ma nessuna di noi, mai e ripeto mai, ha fatto distingui politici o partitici, abbiamo sempre messo al primo posto del nostro compito istituzionale lo scopo di lavorare con le donne e per le donne della nostra regione. Veramente l’unione fa la forza.

4 – Salute, medicina di genere e lavoro. Queste le aree di maggiore intervento a poco più di un anno dal tuo insediamento. Quali sono i risultati concreti?

Abbiamo recentemente approvato la relazione consuntiva della nostra attività istituzionale e in poco più di un anno abbiamo lavorato veramente molto e di questo voglio ringraziare tutte le mie commissarie e la segreteria della Cpo Regionale. I risultati ci rendono veramente orgogliose.
Il primo obiettivo è stato il tema del lavoro. Già nel mio discorso di insediamento come Presidente della Commissione misi il tema “lavoro” come prioritario.
La mia è sempre stata una duplice riflessione: le donne ed il mondo del lavoro riusciranno mai a completarsi nella realtà? Il lavoro è la prima forma di espressione di ogni persona, ha certamente un ruolo essenziale nella costruzione dell’identità sociale, dell’autonomia personale e dell’autostima per ciascuno non di meno per le donne. D’altra parte le donne hanno da sempre dimostrato di portare il loro valore aggiunto in ogni contesto in cui si trovano.
Sono stati avviati, presso gli istituti alberghieri della Regione, cinque corsi (uno per provincia) per “Collaboratrici di cucina e conduzione ai piani”, destinatarie donne over trentacinque anni che molto spesso sono fuoriuscite dal mercato del lavoro dopo la maternità o per la cura di familiari.
Sempre per il tema lavoro si stanno definendo alcuni aspetti relativi ad un progetto dedicato all’empowerment delle donne imprenditrici, finalizzato a creare una rete delle esperienze imprenditoriali femminili.
A strettissimo giro verrà presentata la Banca dei Saperi un database regionale dove inserire i curriculum suddivisi per categorie specifiche, che terranno conto non solo della formazione di studio, ma anche delle esperienze acquisite nei vari campi professionali e sociali che, quali valori aggiunti, rafforzano le predisposizioni naturali di ogni persona. Sarà uno strumento importante per promuovere le competenze delle donne.
Un altro tema che ha impegnato una parte rilevante della nostra attività è quello della Medicina di Genere. Abbiamo organizzato iniziative territoriali per la Campagna di Prevenzione contro l’Osteoporosi “Ossi duri si diventa” e nei prossimi mesi in collaborazione con il Servizio Sanitario Regionale organizzeremo una campagna di sensibilizzazione sugli screening oncologici.
Abbiamo supportato la realizzazione di un Vademecum sui disturbi alimentari rivolto a pediatri, genitori, insegnanti e ragazzi per far conoscere gli indicatori clinici e relazionali correlati ai DCA. Un Vademecum che veicoleremo negli ambulatori e nelle scuole del territorio regionale.


5 – Le priorità sulla tua scrivania in questo momento.

Il contrasto alla violenza sulle donne coinvolgendo le nuove generazioni, vere protagoniste del cambiamento culturale tanto auspicato e spesso richiamato.
La violenza contro le donne nasce da un problema culturale alla radice degli episodi c’è ancora un groviglio di eredità culturali, o meglio anticulturali, che toccano un modo arcaico ed impari di concepire i rapporti tra uomini e donne, modi che sembrano resistere all’evoluzione naturale della società.
Un lavoro culturale che vorremmo portare avanti con specifiche progettualità coinvolgendo le scuole, il mondo universitario, l’associazionismo e la società civile tutta.

 

6 – Mi tolgo un sassolino dalla scarpa. Qualche anno fa sono stata vittima di discriminazione sul lavoro e ho dovuto lottare, a mie spese, per vedere riconosciuti i miei diritti. Mi chiedo quante donne nella nostra provincia subiscano ogni giorno lo stesso trattamento…lo sappiamo?

Purtroppo non mi sorprende molto: la realtà attuale rende piuttosto difficile l’ingresso, la permanenza e il reinserimento lavorativo delle donne.
Non a caso esistono delle figure specifiche come la consigliera regionale e provinciale di parità che svolgono funzioni di promozione e controllo dell’attuazione dei principi di uguaglianza, di pari opportunità e di non discriminazione per donne e uomini nel lavoro.
Le maggiori discriminazioni ravvisate riguardano la maternità, le qualifiche inferiori agli uomini, le differenze retributive sostanziali e una maggiore diffusione della precarietà con tipologie contrattuali. Per non dire dell’utilizzo dei voucher, nelle Marche 34.000 donne lavorano con i voucher e rappresentano il 54% del totale degli addetti voucheristi.
Tra il 2004 e il 2014 le donne con lavoro part time sono aumentate di 814 mila unità con un’incidenza sul totale delle occupate che è passata dal 24.9% del 2004 al 32.2% del 2014.
Il part-time involontario definito così perché non è una scelta personale per la conciliazione della vita personale con quella lavorativa ma in realtà una delle strategie delle aziende.

7 – Un’educazione libera da stereotipi di genere. Utopia?

Non è un’utopia diciamo che abbiamo ancora molta strada da fare. Siamo ad un passaggio storico complesso e per molti aspetti contraddittorio in cui i detriti del passato, in termini di permanenza di stereotipi di genere e modelli comportamentali misogini, riemergono a fasi alterne bloccando spesso il cambiamento. Tuttavia, il segnale positivo emerge con forza e la lunga marcia delle donne verso la parità prosegue giorno dopo giorno passo dopo passo.


8 – E se la parità passasse per il genderfluid?

Sinceramente non ho mai amato le definizioni o i termini che vengono coniati più per moda che per contenuto realmente rappresentativo della società.
Sono altresì convinta che la parità passa dal rispetto dell’altro diverso da sé, dalla valorizzazione delle differenze. La diversità, quando non produce discriminazioni, è una ricchezza e le identità vanno interpretate in modo positivo per integrare, non per anteporre i punti di vista, i pensieri, le esperienze e i diritti gli uni sulle altre.
Grande importanza ha dunque l’educazione alle differenze, e su questo che si dovrebbe costruire la nostra crescita ed evoluzione sociale.

9 – Gli analisti sostengono che il divario di genere rimarrà aperto fino al 2133. Uno scenario apocalittico, non credi?

Il superamento del divario di genere dovrà diventare una priorità dell’agenda politica europea ed italiana affinché possa essere colmato in un orizzonte temporale non troppo futuristico: aggiungo solo così avremo reso completo il percorso di emancipazione femminile iniziato molti anni fa.

10 – Meri ha il potere di lasciare in Dono a una persona amata 3 parole che sintetizzano il suo modello di vita. Quali sono?

VALORI (tenere sempre a mente i propri valori di riferimento ed agire in funzione degli stessi), GRATITUDINE (credo che l’assenza di gratitudine condanni le persone all’infelicità, mostrare gratitudine alla vita, sempre), IMPEGNO ( la realizzazione dei propri desideri si ottiene solo con impegno e sacrificio)

11 – La tanto desiderata 25esima Ora. Quella in cui, potendo, cosa faresti?

Una bella camminata in spiaggia con mio marito e i miei cani.


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