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Si alza il sipario sui capolavori di Rogante,
inaugurata la mostra dedicata ai carabinieri

Che il sangiorgese Andrea Rogante fosse un artigiano, uno dei pochi rimasti in circolazione, amato e stimato lo si sapeva. Che le sue opere finiscono da decenni sulle scrivanie di alte cariche dello Stato e delle forze dell’ordine pure. Ma che oggi, per una mostra dedicata ai carabinieri in occasione dei suoi 25 anni di attività, riuscisse a riempire la sala Imperatori e a portare a Porto San Giorgio senatori, presidenti e comandanti dell’Arma, ha sorpreso molti dei presenti. E anzi, la sala Imperatori, col senno di poi, è troppo piccola per contenere tutte le sue creazioni, troppo piccola anche per accogliere le centinaia e centinaia di persone, in divisa e non, che gli hanno dimostrato tutto il loro affetto in occasione del suo compleanno da artigiano. E tutto questo lo ha visibilmente toccato fino a farlo commuovere. A omaggiare Rogante per i suoi manufatti, i suoi crest, le sue statue, questa mattina, alle 11,30, alla sala in via Oberdan sono arrivati il sindaco Nicola Loira, il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Ciro La Volla, quello della compagnia di Fermo, il capitano Roland Peluso, il suo vice, il tenente Rocco Orsini, quello della stazione di Porto San Giorgio, il maresciallo Ruggiero Verroca. Presenti anche il generale Tito Baldo Honorati, presidente regionale dell’associazione nazionale dei carabinieri (associazione che, con intesta il suo presidente sangiorgese, Stefano Clemente, anche lui tra i presenti, si occuperà della custodia e delle aperture della mostra visitabile fino al 10 aprile), la polizia di Stato e la polizia stradale e la Municipale con il comandante Giovanni Paris. Dalle divise alle cariche civili con, oltre al sindaco, il presidente del Copasir, il senatore Giacomo Stucchi e il senatore Remigio Ceroni, il magistrato Otello Lupacchini, don Vinicio Albanesi, presidente della comunità di Capodarco, e l’assessore di Fermo, Mauro Torresi. Un  parterre de roi i cui interventi sono stati moderati da Gianluigi Rocchetti. In sala anche gli assessori Valerio Vesprini e Renato Bisonni, e gli ex assessori Maria Lina Vitturini e Marco Marinangeli, quest’ultimo oggi in corsa per la carica di sindaco.

Andrea Rogante e il sindaco Nicola Loira

“Ringrazio i presenti e l’amministrazione che mi ha concesso la sala Imperatori – il saluto di Rogante con la voce spezzata dall’emozione – scusate ma l’emozione fa brutti scherzi. Ho iniziato a lavorare a 11 anni. Devo ringraziare due fratelli che non ci sono più, Roberto e Luigi Abbruzzese, e poi un uomo, anche lui scomparso, che mi ha insegnato a vivere, Stefano Bracalente. E ancora un grazie a Luciano Romanella, ai miei figli Paride e Manuel, al mio braccio destro paolo Pompei, nipote del grande Ivo a cui la città non ha dedicato ancora nulla (e qui scatta l’appello al sindaco Loira). mia sorella Rita e a quella donna che, con me orfano da quando ho 8 anni, al mio compleanno per la maggiore età, mi ha scritto un biglietto dicendomi che ero povero ma onesto, mia madre Maria Concetta Barone. In 25 anni di attività ho conosciuto tante persone e ho capito che le divise vanno onorate, a 360 gradi. Qualcuno di me dice che realizzo “pupazzitti”. Ma quei “pupazzitti” vanno nelle mani delle persone più importanti del mondo e raffigurano genti che compiono gesti eroici. E ogni mio opera porta il nome di Porto San Giorgio. Sento parlare della mia città in preda alla criminalità, ebbene farei vivere chi lo sostiene in terre dove c’è la criminalità vera”.”Ad Andrea si illuminano gli occhi quando parla dei figli e del lavoro – l’intervento di Loira – abbiamo concesso con grande piacere la sala Imperatori. Spesso, anche per la politica, siamo su fronti opposti ma ci accomuna la passione per la nostra città. E lui con me ha voluto condividere i suoi successi lavorativi, come il crocefisso per il Papa. Il credito che vanta come artigiano deve essere il suo più grande vanto”. “Rogante mi ha voluto fortemente tra i presenti – il punto di don Vinicio Albanesi – lui ha resistito come artigiano, è una persona speciale. Sono in contatto con il segretario del Papa. Vedrò di fare il possibile per far realizzare altri suoi crocefissi”.

Andrea Rogante con don Vinicio Albanesi

“Andrea – le parole di Baldo Honorati – è il simbolo dell’operosità dei lavoratori marchigiani. Ed è vero quello che dice sulla criminalità. Sono stato in servizio in Calabria e in Sicilia, lì anche una mostra del genere avrebbe magari subito dei condizionamenti”. Il microfono, poi, al senatore Ceroni che dopo aver salutato il sindaco,il collega Stucchi ricordando il suo importante ruolo (al Copasir) svolto egregiamente, il magistrato Lupacchini e i presenti, ha ringraziato le forze dell’ordine: “Per il lavoro che fanno e per quello che hanno fatto in occasione del sisma. rogante ha una vocazione. Nel suo lavoro esprime le sue doti artistiche. Nel linguaggio della politica sarebbe un artista non ‘politicamente corretto’. Gli auguro almeno altri 25 anni di attività”. “Entrando in questa mostra – è il turno del colonnello La Volla – mi è sembrato di entrare in caserma. Lui crea simboli. E i simboli sono importanti”. La Volla, poi, si riallaccia all’encomio di Ceroni: “Sul sisma la risposta è stata immediata e massiva. Dal 24 agosto diamo il 101% delle possibilità operative, tutti. Certo, i problemi permangono, Arquata è un paese totalmente evacuato. Ma una stazione dei carabinieri, anche se in tre container, c’è. A presidio del territorio”. “Andrea è un maestro, le sue sono opere d’arte. E anche io diffondo il suo nome quando mi viene chiesto chi ha realizzato quella stupenda statua dei carabinieri che ho in ufficio. Certo io, al Copasir, tratto con i segreti. E’ solo grazie a un lavoro attento e silenzioso di intelligence che in Italia ancora non si sono verificati attentati terroristici. Un duro lavoro di qualità. E anche quelli di un Rogante, dalla passione all’esperienza nel suo lavoro, sono segreti che fanno leva sulla qualità, quella qualità che gli garantirà un futuro”. “Sono qui – il commento di Lupacchini – per manifestare la mia amicizia con Andrea. Un maestro nell’arte della simbologia, un uomo che non si dedica al business perché la sua etica e la sua morale da artista sono molto più alte del business”. “Ringrazio Rogante per la sua capacità imprenditoriale che va avanti da 25 anni, un artigiano che porta il nome della nostra città all’attenzione delle più alte cariche dello Stato. Porto San Giorgio deve valorizzare le sue eccellenze. E poi c’è l’aspetto emotivo: un uomo che ancora riesce a commuoversi con il lavoro, la famiglia, gli amici è sinonimo di una persona dal grande cuore. Queste sono le persone con un significato, persone vere”. A conclusione la lettura della poesia del poeta sangiorgese Lucio Doria, un componimento dedicato all’Arma stampato su pergamena e consegnato ai vertici dei carabinieri presenti in sala. Con l’occasione Rogante ha anche consegnato delle stampe dei sui capolavori al primo cittadino e a don Vinicio Albanesi.

g.f.



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