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I balneari della costa fermana chiamati a raccolta: preoccupati ma pronti a dare battaglia

 

di Sandro Renzi

Preoccupati per le loro imprese, destinate all’asta. Preoccupati di perdere il lavoro e gli investimenti fatti in tanti anni. Amareggiati ma pronti anche a dare battaglia. Gli operatori balneari della provincia di Fermo, chiamati a raccolta dal Pd alla Sala Imperatori, per conoscere i dettagli della legge delega per il riordino della normativa sulle concessioni demaniali marittime, non vogliono mollare. Nel 2020 l’annunciato spartiacque con la direttiva Bolkestein che metterà all’asta le concessioni balneari italiane. Sono 30mila le imprese nel Paese, 134 quelle della costa fermana, 79 solo a Porto San Giorgio.

A fare il punto ci hanno pensato i deputati Dem Paolo Petrini e Tiziano Arlotti, quest’ultimo relatore della legge delega. I tempi, per cominciare. Petrini rassicura. “Giovedì inizieremo con le audizioni e sentiremo tutte le categorie e gli enti locali per arrivare all’esame del disegno di legge con le modifiche suggerite dalla Commissione Finanze”. Poi il passaggio in Aula in tempi altrettanto brevi “per avere per il prossimo autunno i decreti delega che consentiranno di uscire dall’incertezza che caratterizza da troppi anni questa categoria” dice Petrini.

A fare gli onori di casa il sindaco Nicola Loira che si è fatto portavoce delle ansie dei balneari. “Il fatto che le imprese siano costituite da famiglie e giovani ha garantito un valore aggiunto a quello della passione. Valori che vanno considerati in sede di audizione. Realtà da mantenere e preservare anche in funzione della qualità del servizio che è stato fornito in questi anni dai nostri balneari”. Sala gremita. E non solo di operatori. Il tema è caldo. In platea anche Paolo Nicolai, segretario provinciale del Pd, Nazareno Franchellucci, sindaco di Porto Sant’Elpidio, Barbara Toce, primo cittadino di Pedaso, gli assessori al turismo Milena Sebastiani e Catia Ciabattoni, Graziano Di Battista, presidente della Camera di Commercio di Fermo, Stefano Pompozzi, presidente di Marca Fermana, Carlo Iommi, presidente provinciale del sindacato balneari di Confcommercio Marche centrali.
E’ la volta quindi di Arlotti. “Partiamo da una considerazione, la proroga al 2020 è stata considerata dalla Corte Europea illegittima. Dobbiamo quindi lavorare e fare presto. Intanto abbiamo messo in sicurezza le imprese nelle more della legge delega che prevedrà aspetti importanti”. Principi, li definisce Arlotti, come quello della valorizzazione dell’attività imprenditoriale e del riconoscimento degli investimenti fatti. “Dobbiamo rispettare i principi di concorrenza –spiega ancora il relatore- ma anche valorizzare le diverse peculiarità ambientali e riconoscere gli investimenti fatti. Secondo riconoscere la professionalità di chi esercita questa attività sulle spiagge italiane. Chiederemo all’Europa il periodo transitorio”. Si parla anche di revisione dei canoni demaniali che “hanno

L’intervento di Cristiano Tomei

scombussolato il comparto trovandosi di fronte al tema dei cosiddetti pertinenziali”.

Ora, a detta del Pd, il negoziato con l’Europa deve essere serrato. Da Arlotti la proposta di destinare una fetta dei quindici miliardi stanziati dal Governo per il settore turistico a sostegno dei balneari. “E questo se vogliamo spingere sull’innovazione”. Principi e parole che però non sembrano convincere più di tante le categorie. Il Presidente nazionale Cna balneatori, Cristiano Tomei, proporrà l’introduzione del principio del riconoscimento del legittimo affidamento e del doppio binario, “ovvero fare valere il rinnovo automatico, caso per caso” ha affermato.

Antonio Capacchione

Più netta la posizione di Antonio Capacchione, vicepresidente nazionale Sib Confcommercio. “Il testo non ci convince perché non viene detto nulla di concreto, si mettono comunque a gara le concessioni esistenti. E’ generica e forse anche incostituzionale”. Un giudizio lapidario. Cosa fare allora? “Indennizzo o
sdemanializzazione sono delle strade ma vogliamo continuare a lavorare, ciò di cui abbiamo bisogno è il tempo. Una disciplina transitoria più che un tempo transitorio
”.

Confcommercio insomma propone un periodo di 30 anni. “Su questo principio faremo le barricate” annuncia Capacchione ribadendo la necessità di “dare contenuti al principio del legittimo affidamento per ammortizzare gli investimenti fatti”. Contrario al disegno di legge anche Federturismo – Assobalneari di Confindustria. “Si rischia di modificare le condizioni di accesso al mercato senza garantire reciprocità con altri Paesi europei – le dichiarazioni del componente della giunta nazionale di Assobalneari, Ottavio Di Stanislao- è stata intrapresa in Italia la strada dell’evidenza pubblica delle concessioni demaniali. Non si tratta di tutelare posizioni di rendita ma garantire le condizioni di reciprocità e leale concorrenza. Chiediamo allora di fermare il processo normativo di riordino delle concessioni demaniali per garantire alle nostre imprese di competere”. Partita tutt’altro che chiusa, quindi, quella tra Governo e categoria. Con gli operatori che hanno il fiato sul collo della Bolkestein e la politica che cerca di tutelare le imprese balneari italiane con un occhi rivolto all’Europa.

 


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