“L’Amministrazione regionale mi ha garantito che si è attivata con gli uffici per cercare di superare le difficoltà e le criticità che vanno avanti da ben 6 anni e arrivare in tempi brevi a una soluzione positiva della questione. Questo hanno risposto alla mia interrogazione sul rinnovo della concessione del consorzio idrico Tennacola”. Così il consigliere regionale Jessica Marcozzi, capogruppo di Forza Italia, interviene in merito alla risposta fornita dalla giunta regionale per quanto riguarda il caso Tennacola.
Marcozzi che spiega: “”La concessione in base alla quale il Tennacola spa preleva acqua dalla sorgente Capotenna (località Montefortino) è, infatti, scaduta e ancora non è arrivato il rinnovo da parte della Regione Marche. La stessa Amministrazione ha ammesso che gli anni trascorsi per ottenere un semplice rinnovo sono davvero tanti. Dinanzi a questa situazione i Comuni aderenti al consorzio idrico Tennacola hanno espresso preoccupazione per il mancato rinnovo e per eventuali riduzioni del quantitativo di acqua potabile (oggi pari a 190 litri/secondo) da autorizzare. Preoccupazioni a mio avviso più che giustificate dal momento che il mancato rinnovo della concessione o eventuali modifiche al ribasso dei termini della concessione e, nello specifico, delle quantità di acqua per l’approvvigionamento idrico presso la sorgente Capotenna, potrebbero arrecare disagi alla popolazione interessata”. Parliamo di ben 27 Comuni di cui 16 nel Fermano e 11 nel Maceratese per una popolazione complessiva pari a 120.000 abitanti.
“Eppure – prosegue la Marcozzi – non si capisce questo tentennamento da parte dell’Amministrazione regionale. I vertici del consorzio idrico Tennacola spa sostengono, infatti, che dal 1981 la Tennacola spa preleva acqua potabile dalla sorgente di Capotenna senza aver mai riscontrato problemi di natura geologica, idraulica o ambientale e l’attingimento dell’acqua potabile dalla captazione di Capotenna è fondamentale per il sistema idrico dell’Ato 4. Ma se è vero che la la Regione è orientata verso una forte diminuzione dell’acqua captabile dalla sorgente (circa il 50%), non si può non prendere in considerazione anche il fatto che potrebbero rendersi necessarie captazioni di subalveo tra le vallate del Chienti e del Tenna, con presumibile minore qualità dell’acqua, maggiori costi e maggiore rischio inquinamento dettato dalla presenza di attività antropiche. Sarò vigile sia per ciò che riguarda l’impegno preso dall’Amministrazione regionale sia per e future mosse della stessa in merito ai riferimenti della captazione di acqua”.
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