Successo per l’incontro promosso dal coordinamento fermano per la democrazia costituzionale

FERMO - "Un dibattito politico di alto livello - spiegano i componenti del comitato Sara Malaspina e Saturnino Di Ruscio - sulla democrazia come partecipazione politica, perché questa non si esaurisca con l'espressione del voto"

Si é svolto lo scorso 20 aprile presso la sala conferenze della Camera di Commercio di Fermo, l’incontro organizzato dal coordinamento fermano per la democrazia costituzionale, a cui hanno partecipato numerosi attivisti, personalita della cultura e dell’imprenditoria, esponenti politici e sindacali. “Un dibattito politico di alto livello – spiegano i componenti del comitato Sara Malaspina e Saturnino Di Ruscio –  sulla democrazia come partecipazione politica, perché questa non si esaurisca con l’espressione del voto. L’incontro é servito a promuovere una consapevole cultura costituzionale, affinche i cittadini possano esercitare la propria sovranità. É a quest’ultima idea che si sono rifatti i relatori esperti del settore, i quali hanno fatto ben capire come la nuova legge elettorale debba soddisfare l’istanza della piu ampia rappresentatività, che assegni ai cittadini un ruolo da protagonisti nella scelta di persone e programm”i.
Ha aperto i lavori con i saluti della città di Fermo il vice-sindaco Francesco Trasatti che ha puntualizzato l’estrema incertezza istituzionale del momento storico che stiamo vivendo portando l’esempio delle Province, rimaste senza identità ed in mezzo al guado, mentre le persone si aspettano risposte ai problemi. Bisogna avere coscienza della situazione e prendere posizione a prescindere dalle collocazioni.
Ha introdotto Sara Malaspina, referente coordinamento del fermano per la democrazia costituzionale, rammentando: ” La necessità di portare a termine il percorso per l’attuazione della nostra Costituzione e precisando che le leggi elettorali debbono trasformare i voti in seggi e non creare seggi a prescindere dai voti attraverso meccanismi che, di fatto, riducono notevolmente la sovranità popolare”.
Il prof. Antonio Di Stasi della Università Politecnica delle Marche dopo una efficace illustrazione dello stretto rapporto tra la nostra Costituzione ed il Lavoro, ha ripercorso le tappe attraverso le quali si è distorto il rapporto tra elettore e rappresentanza con l’introduzione di un sistema maggioritario a partire dai Comuni per arrivare alla Unione Europea. “Quest’ultima trasformata in una Europa delle lobby e dei Capi di Governo ma non dei popoli. Ha poi spiegato i profili di incostituzionalità delle legge Del Rio e del sistema elettorale delle Province che ha espropriato i cittadini del diritto di voto e di essere votati (elettorato attivo e passivo). In Italia oggi c’è la volontà di rivendicare il diritto ad eleggere i propri rappresentanti in modo diretto, libero, uguale e proporzionale”.

Interessante l’intervento del prof. Francesco Bilancia sui sistemi elettorali. Ha ricordato che: “Le leggi elettorali sono complicatissime e frutto dl lavoro di giuristi e matematici; che la depressione attuale (depressione=assenza di prospettiva) deriva dallo stallo politico ed etico in cui viviamo oggi; le persone si domandano per chi andare a votare, per fare cosa e cosa conto con il mio voto; con la crisi della legittimità politico istituzionale, le comunità hanno perso fiducia e non si riconoscono più in chi le rappresenta e basti pensare alle Province, non venivano abolite ma aboliti i cittadini dalle Province, cambiandone solo il nome. Problema di rappresentanza. Non ci sono Paesi nel mondo dove la Corte Costituzionale ha bocciato per ben due volte di seguito la legge elettorale con un Parlamento che resta inerte.

Il problema principale è che “sotto” un parlamentare non c’è più un elettorato, un collegio, perché i deputati vengono nominati direttamente dalle segreterie dei partiti con listini bloccati e spesso sono sconosciuti agli elettori del collegio dove vengono catapultati. Gli eletti sono il frutto di un semplice calcolo matematico. Tutto ciò ha incrinato il principio di sovranità popolare. Considerato che dietro una legge elettorale c’è la legittimazione di un sistema, se la legge elettorale è ingiusta ed ancor peggio incostituzionale, il sistema perde di legittimazione popolare. Il voto è uno strumento di democrazia e tutti si debbono ritrovare sia sul procedimento elettorale che sul risultato, altrimenti, come sta accadendo oggi, si delegittima l’istituzione. Oggi sono stati eletti centinaia di parlamentari senza voti, senza merito e riconoscibilità. Manca la rappresentanza politica sul territorio e la responsabilità conseguente degli eletti”. Conclude l’intervento con una amara considerazione, che il sentimento depressivo non cesserà di essere presente perché, stante così le cose, alle prossime elezioni politiche difficilmente il nuovo Parlamento sarà migliore di quello attuale.
Numerosi e qualificati gli interventi tra i quali il sindaco Paolo Calcinaro sul declino classe politica e il mandato imperativo, il consigliere comunale di Grottazzolina Giorgio Litantrace ha fatto un escursus storico sulle Province e su quella di Fermo, l’ing. Guido Tascini, il dott. Carlo Labbrozzi, il dott. Vallesi, l’On. Massimo Artini, il geom. già assessore regionale Pietro Diletti sul rapporto etica e politica.
A chiudere il dibattito è stato Saturnino Di Ruscio con una battuta sulle Province e un appello. La battuta è quella del compianto senatore Monti della lega Nord: “Chi tocca le province…muore .A volte la realtà supera la fantasia! Mentre l’appello è stato rivolto a tutti i non depressi…. e non solo tali, di unirsi per portare avanti un percorso impegnativo ma ricco di soddisfazioni, di crescita della cultura democratica nel nostro territorio. Il percorso di attuazione della nostra Costituzione non è ancora completato, ha subito una battuta d’arresto per non dire di arretramento e tutti, con profondo senso civico, dobbiamo dare il nostro contributo”.


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