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Inciampa e cade su una buca del lungomare: il Comune condannato ad un risarcimento di 4 mila euro

PORTO SAN GIORGIO – L’Amministrazione Loira però non ci sta e, lette le carte, qualche giorno fa ha deciso di fare appello ed impugnare la sentenza innanzi al Tribunale di Fermo “anche al fine di non creare pregiudizievoli precedenti destituiti di fondamento” si legge nella delibera

 

 

di Sandro Renzi

Il fatto risale all’agosto del 2013. Una donna anziana inciampa su una buca mentre passeggia sul lungomare centro di Porto San Giorgio. Cade e si infortuna e decide di fare causa al comune. La querelle finisce davanti al giudice di pace di Fermo che lo scorso mese di marzo ha emesso la sentenza condannando l’ente guidato dal sindaco Nicola Loira a pagare le spese legali ed un risarcimento di 4mila euro alla donna. Si tratta di un precedente importante perché potrebbe aprire la strada ad altri contenzioni simili e mandare in crisi le casse comunali.

L’Amministrazione Loira però non ci sta e, lette le carte, qualche giorno fa ha deciso di fare appello ed impugnare la sentenza innanzi al Tribunale di Fermo “anche al fine di non creare pregiudizievoli precedenti destituiti di fondamento” si legge nella delibera con cui è stato anche designato l’avvocato difensore dell’ente rivierasco. Quello che non convince il comune è la motivazione della sentenza di condanna. Nella delibera di giunta si legge infatti che “il Giudicante, diversamente da quanto risulta per tabulas dagli atti difensivi, ha dichiarato che il comune non abbia contestato l’esistenza della buca sul marciapiede. Invero, il comune non solo ne ha contestato l’esistenza ma ha anche sfidato parte attorea a fornire dimostrazione, dato che dalle foto prodotte risulta il contrario”.

In buona sostanza quella buca in cui la donna è inciampata non esisterebbe per gli uffici comunali che lo hanno messo nero su bianco anche negli atti difensivi. Gli stessi con cui la difesa ha pure eccepito la piena visibilità (quando è avvenuto l’incidente era pieno giorno). Ma il giudice di pace ha ritenuto comunque di accogliere le richieste della donna sulla base delle prove presentate e di condannare il comune che ora dovrà affrontare altre spese legali per l’appello sul cui esito ora nessuno sembra voler scommettere.


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