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“Censire i cani” il giro di vite di Talamonti
contro la piaga delle deiezioni canine

PORTO SAN GIORGIO - Il delegato all'ambiente vuole inquadrare il fenomeno per studiare delle possibili soluzioni per arginare questa situazione: "Nella maggior parte dei casi non c’è la collaborazione dei cittadini"

Un’area per cani a Porto San Giorgio

di Sandro Renzi
Puntuali, come ogni anno, si accendono i riflettori su un fenomeno che divide la città. A far discutere, questa volta, non sono gli eventi del Comune e tanto meno le elezioni amministrative, ma le deiezioni canine che fanno bella mostra di sé per le vie del centro. Lamentele arrivano quasi quotidianamente agli uffici comunali. Anche alla Polizia municipale. A farle ovviamente chi un cane non ce l’ha ma che, giocoforza, ha avuto a che fare con quello che un cane “produce” ed il suo padrone non raccoglie. Mai come quest’anno, però, il problema sembra così diffuso. Non è una crociata verso i fidi compagni di tanti sangiorgesi, ma una presa d’atto di quanto si vede anche nelle vie più riqualificate. Nonostante peraltro vi siano delle aree attrezzate tanto a nord quanto a sud di Porto San Giorgio a loro destinate. E’ il caso di vicolo Cialdini o di viale Cavallotti. I commercianti ne sanno qualcosa. Alle prese con la pipì fatta sui vasi o negli angoli delle vetrine per segnare il territorio. Oltre alle deiezioni lasciate sul terreno, adesso diversi proprietari di cani, dopo aver raccolto le feci ed averle inserite in una busta di plastica, abbandonano il sacchetto sulla strada. Magari a poche decine di metri da un cestino.

L’assessore all’urbanistica Umberto Talamonti

Non ci sta l’assessore all’ambiente Umberto Talamonti. “Una soluzione sarebbero le telecamere –dice – ma non possiamo delegare tutti i controlli agli occhi elettronici”. L’assessore pensa allora un’anagrafica canina. “Va bene l’approccio culturale, personalmente amo tutti gli animali, ma credo sia arrivato il momento di assumere una posizione più rigida rispetto a questo problema. Ecco perché occorre censire il numero dei cani e conoscere le loro condizioni e taglie”. Insomma inquadrare il fenomeno per studiare delle possibili soluzioni per arginare questa situazione. “Nella maggior parte dei casi non c’è la collaborazione dei cittadini –prosegue Talamonti – soprattutto nella zona del centro città”. L’idea di tornare alle guardie ambientali non sembra piacere però all’amministrazione comunale. Eppure occorre mettere un freno ai comportamenti di quei padroni che incuranti dei regolamenti e delle norme ambientali trasformano la città in una “pista ad ostacoli”. Talamonti porta il caso dell’ultimo tratto di viale Cavallotti, recentemente inaugurato dopo la realizzazione della pista ciclabile. “Ebbene lì siamo costretti a spazzare la pista giornalmente perché i cani dopo aver espletato i bisogni spostano la ghiaia sulla pista dove transitano le biciclette”. Costi, quella della pulizia, che ricadono infine su tutta la comunità. L’assessore all’ambiente lancia quindi un avvertimento ai possessori di cani irrispettosi. Ma per conoscere eventuali nuovi provvedimenti bisognerà attendere la nuova amministrazione.


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6 commenti

  1. 1
    Benedetta Morelli via Facebook il 3 Maggio 2017 alle 14:36

    Secondo me le guardie sono utili per i bisogni non raccolti e per i cani lasciati liberi , senza guinzaglio. La mattina sul lungomare oltre allo slalom tra le cacche bisogna avere 3000 occhi per i cani liberi. Se protesti i “padroni ” ti insultano pure….
    Io giro con 2 cani sempre al guinzaglio e raccolgo i loro bisogni.
    Purtroppo l’incivilta’ e la maleducazione dilagano.
    Qualche multa salata potrebbe arginare il problema.

  2. 2
    Marco Ciferri via Facebook il 3 Maggio 2017 alle 14:39

    è ora di intervenire contro la maleducazione sanzionando i proprietari dei cani

  3. 3
    Rossella Bracalente via Facebook il 3 Maggio 2017 alle 14:47

    Metterei dei cartelli educativi e qualche cestino in più, ma anche qualche telecamera possibilmente nascosta .. il mondo del ‘non raccoglitore’ è ampio e a volte inaspettato.. basterebbe fare un’analisi psicologica sulle cacche libere, spesso molto grandi.. è consuetudine in zona pinetina nord che i proprietari aprino il cancello e il cane resti libero.. insomma ci sarebbe tanto da scrivere, ma un cartello educativo penso sia la migliore soluzione, descrivendo anche con un po’ di ironia il carattere del non raccoglitore reiterato ??

  4. 4
    Michele Bracalente via Facebook il 3 Maggio 2017 alle 14:53

    Invece dei t-red perché il comune no fa cassa sfruttando le sanzioni per i titolari dei cani?????La risposta è semplice è troppo impegnativo usare i vigili in centro a lavorare,è più semplice piazzarli dietro l’autovelox ?

  5. 5
    Giorgio Monterubbianesi via Facebook il 3 Maggio 2017 alle 16:27

    Il problema resta l’educazione in questo caso in chi possiede un cane.In realtà a sporcare decisamente di più è l’uomo.
    Per un proprietario serio è normale raccogliere le deiezioni animali,chi non lo fa per strada non lo fa mai neanche per le aree attrezzate che non sono “bagni” per cani ma aree di socializzazione sempre per chi sa gestire un cane. La mia opinione è che ci deve essere una buona e sana educazione civica già a partire da piccoli verso un rispetto per il bene comune.

  6. 6
    Simonetta Fughetta via Facebook il 3 Maggio 2017 alle 16:42

    Raccogliere i bisogni dei propri cani è più che giusto , non ci scordiamo di perseguire chi lascia i cani sciolti , che possono diventare in presenza di bambini o cani piu piccoli un pericolo per la pubblica incolumità, lo dico per esperienza bruttissima vissuta sulla mia pelle

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