di Claudia Mazzaferro
Per incontrarla ho imboccato una strada che dal mare va verso i monti. Avevo solo un nome, anzi due, in agenda. Alessandra Borroni e Albero Niro. Per metterli insieme sono arrivata ad Ortezzano, dove ho conosciuto una brillante grafica di professione che dedica gran parte del suo tempo ad una grande passione: la cultura in formato carta FSC (Forest Stewardship Council/Organizzazione per la Tutela delle Foreste). Albero Niro è la casa editrice che lei ha fondato insieme all’associazione culturale Infinito. Di lei ho subito amato un’espressione: “se tagliamo un albero deve esserci un buon motivo”.
Una casa editrice a Ortezzano. Raccontami come nasce, perché e soprattutto, in che modo sopravvive.
“Albero Niro, che è l’anagramma del mio nome, Alessandra Borroni, nasce quasi per caso. Durante un viaggio a Praga ho acquistato un libro che narrava la leggenda del Golem. Mi è piaciuto moltissimo, soprattutto la parte dedicata alle illustrazioni. Così ho deciso di partire per questa avventura. Ho partecipato ad un bando regionale per aprirla, non l’ho vinto. Ma ormai avevo tutto, programmazione e business plan, quindi sono andata avanti da sola. Non ho mai perso troppo tempo dietro ai finanziamenti pubblici.”
Finora quanti libri sono stati pubblicati e quali temi preferite trattare?
“Ad oggi 20. Il prossimo è una ristampa di un trattato sull’agricoltura sostenibile, un libro poetico che ci racconta la terra, i suoi semi e gli alberi.”
L’albero è un simbolo ricorrente. Nel logo della casa editrice, nelle tue parole.
“Il messaggio etico che vogliamo dare ai nostri lettori è parte di un percorso di sensibilizzazione ad un consumo più responsabile e sostenibile perché siamo convinti che i grandi cambiamenti passino attraverso i piccoli gesti quotidiani di tutti.
Ecco perché Albero Niro usa per le sue pubblicazioni carta certificata e processi di produzione gestiti in modo eco-sostenibile, nel rispetto delle foreste, degli animali che le abitano e delle comunità indigene.”
Reduce dal Salone del Libro con gli ultimi due libri che avete pubblicato. La tua passione si percepisce, la sento nell’aria, la leggo nei tuoi occhi. Solo una grande passione può portare ad investire, da sola, tempo e soldi in un’impresa così ardua come l’editoria locale. Perché lo fai?
“Albero Niro è una casa editrice che vuole dare voce a storie affascinanti ed antiche, creare un ponte tra passato e presente. Il patrimonio delle tradizioni popolari prende vita in racconti semplici, musicali. Le parole lasciano spazio alle immagini in uno scambio reciproco di significati e segreti.
Il lettore di ogni età trova così la chiave giusta per aprire i cassetti di domande mai perdute.
E’ il gioco magico della curiosità. Ma il motore della mia passione è sicuramente il desiderio di diffondere la cultura e di essere un mezzo di espressione per gli altri.”
Dalle tradizioni popolari ai temi sociali. C’è spazio per tutto?
“Per tutto no. Al momento non pubblico raccolte di poesie. Sicuramente vorrei continuare ad occuparmi di temi socialmente utili. La mia filosofia è sempre molto salda “se tagliamo un albero per la carta deve esserci un valido motivo”. E per me un valido motivo è raccontare tutto ciò che serve a smuovere le coscienze. La cultura è un mezzo per aprire gli occhi sulla diversità. L’ecologia è un altro filone che vorrei portare avanti.”
Se non è una fonte di guadagno, che tipo di fonte è Albero Niro per te?
“E’ la fonte delle mie energie migliori. In Albero Niro ci sono i miei desideri, i miei sogni, tutte le persone con cui collaboro, le storie che raccontiamo, la vita che incontriamo.”
Parliamo di numeri e di distribuzione?
“Il tasto dolente! Una distribuzione adeguata richiede la pubblicazione di un tot di libri all’anno e un bilancio alto quindi, come nel nostro caso, tutti i libri editi si trovano nei cataloghi ma non sono fisicamente presenti in tutte le librerie. Ho un contratto di esclusiva con un distributore di Firenze, che rifornisce anche i negozi online. Il distributore è necessario perché i costi di spedizione one to one non sono sostenibili.”
Come fa il lettore ad arrivare a te, a un tuo libro, se non siete fisicamente presenti nelle librerie?
“Mi rendo conto che non posso fare tutto da sola. Avrei bisogno di collaboratori, di soci appassionati con cui condividere sogno, investimento e attività di cui la casa editrice ha bisogno. Dalla promozione alle presentazioni a tutto il resto. Sono tante le cose che si possono fare insieme, è proprio questo l’aspetto più bello, la collaborazione.”
Vogliamo fare un appello?
“Assolutamente sì. Sono alla ricerca di soci, sostenitori, simpatizzanti. Unico denominatore comune, l’amore per la cultura e per i libri. Per crescere Albero Niro ha bisogno di aiuto, di qualunque tipo di aiuto.”
Del nostro piacevolissimo incontro mi resta un’impressione molto forte. Quella della gratuità. Di un interesse reale, di un amore profondo, di una dedizione totale, di un tempo speso per un sogno senza lasciarsi scalfire dal resto. Una donna che dice di non saper scrivere ma che si mette a disposizione perché siano gli altri a farlo. Prima di andarmene mi regala alcuni libri. Vorrei pagarli perché i fondi in una realtà così piccola sono davvero fondamentali. La guardo mentre mi racconta copertina, autore, storie…il suo entusiasmo è luce nella notte particolarmente buia di un paesino dell’entroterra. E l’entusiasmo non ha prezzo.
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