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E’ l’ambiente il vero ‘Bene Comune’
di Porto San Giorgio

ELEZIONI - La lista Porto San Giorgio Bene Comune elogia l'operato dell'assessore uscente e ribadisce l'importanza di una riconversione ecologica dell’economia

“La nostra lista nasce dalla condivisione delle importanti campagne referendarie degli ultimi due anni”. Inizia così la nota di Porto San Giorgio Bene Comune dedicata dal tema dell’ambiente.

“Con determinazione abbiamo chiesto l’abrogazione delle parti del “Decreto-sviluppo” (governo Monti, 2012) che derogavano al divieto generale di trivellazioni entro le 12 miglia dal perimetro delle aree protette marine e terrestri, dell’articolo 35 del decreto “Sblocca-Italia” (governo Renzi) che, a partire da una qualificazione delle trivellazioni come opere strategiche indifferibili e urgenti, le sottraevano alle procedure autorizzative ordinarie, cancellando tra l’altro importanti elementi di garanzia e di controllo quali il vincolo preordinato all’esproprio e depotenziando la partecipazione delle Regioni e degli enti locali ai relativi procedimenti amministrativi. Non solo, la campagna referendaria puntava ad eliminare le procedure speciali per le grandi opere voluta nel 2001 dal Governo Berlusconi e mai cancellate, nonostante il presidente dell’Autorità Anticorruzione le abbia definite criminogene”.

Pieno sostegno da parte di candidati e sostenitori all’operato dell’assessore Umberto Talamonti. “Ha saputo portare insieme ai comuni limitrofi le ragioni del nostro territorio, che vive di mare, pesca e turismo, al Ministero per provare a contrastare le prospezioni davanti alle nostre coste”.

“Siamo convinti – proseguono – che il nostro futuro, il futuro della nostra relativamente piccola città, passi anche attraverso la riconversione ecologica dell’economia. Proprio in questi giorni è partita la campagna #PrimadelDiluvio che vede Annalisa Corrado (che domani pomeriggio sarà ospite a Porto San Giorgio), insieme ai militanti di Possibile, impegnata nella raccolta delle firme per una legge di iniziativa popolare per la promozione dello sviluppo sostenibile attraverso interventi per il risparmio di energia, la riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti, la crescita delle fonti energetiche rinnovabili. Come dalla stessa dichiarato: ‘Il 2015 è entrato nella storia come un momento di svolta epocale per le politiche ambientali internazionali: con l’accordo tra i capi di Stato di quasi 200 Paesi del mondo, alla COP21 di Parigi, le fonti fossili sono state relegate “dalla parte sbagliata della storia”, rendendo ineludibili ed urgenti tanto la necessità di contenere l’aumento della temperatura del pianeta sotto la soglia critica dei 2 °C, quanto l’improrogabilità di un radicale cambio di strategia energetica, a livello globale. Affrontare davvero la crisi climatica (che poi è anche ambientale, economica e sociale), richiede un ripensamento complessivo del sistema dei consumi, dei trasporti, della produzione di beni e servizi, dell’approvvigionamento dell’energia, della sua produzione, del modo in cui viene distribuita e gestita. Un piano serio e completo per l’energia e il clima al 2050, ad esempio, non potrebbe prescindere dall’integrare le indicazioni che verranno dal recepimento della Direttiva sull’Economia Circolare (la cui completa definizione è attesa per la fine del 2017), per la quale si è espresso proprio pochi giorni fa il Parlamento Europeo con l’approvazione di un pacchetto di misure ambizioso che si stima produrrà in Europa 600 Mld/anno di risparmio per le imprese, un taglio netto delle emissioni climalteranti (pari al 2-4% circa) e almeno 580.000 nuovi posti di lavoro. Secondo la Ellen MacArthur Foundation e il McKinsey Center for business and Environment, il pacchetto vale il 7% del PIL europeo’.”


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