“Abbiamo già parlato delle nostre proposte per il lavoro per i giovani per non farli andar via o meglio per farli rientrare. Però, se vogliamo invertire la tendenza di questi anni e far tornare a Porto San Giorgio i giovani – la posizione della candidata sindaco Alessandra Petracci – le giovani coppie e le giovani famiglie occorre mettere sul mercato abitazioni dai costi accessibili, sia per chi le volesse affittare che per chi le volesse acquistare. Questo è un percorso obbligato per il rilancio della città, perché solo la presenza di giovani con le loro famiglie può garantire una continuità di lavoro durante tutto l’anno agli esercizi commerciali e alle altre attività del territorio, non lo scopriamo noi che i giovani hanno una propensione al consumo più alta degli anziani, escono di più, acquistano di più, rivitalizzano qualsiasi città. Con loro sul territorio le attività esistenti possono trarre nuova energia e altre ne possono nascere.
E’ una soluzione quasi banale alla quale però è stato risposto sempre non si può fare, non si possono far abbassare i prezzi ai proprietari degli immobili, non si possono costruire nuovi immobili, non ci sono i soldi.
Non c’è un sistema migliore per avere la giustificazione sempre pronta per non fare nulla. Noi non ci stiamo. Noi siamo convinti che possiamo fare molto.
E così abbiamo chiesto proprio a due giovani professioniste di andare a vedere le incompiute, gli scheletri presenti nel paese e di realizzare una ipotesi per la loro riqualificazione però senza realizzare nemmeno un centimetro cubo di volumetria in più e a costi sostenibili.
Quello che vedete è il loro primo studio. Il brutto scheletro di cemento i sangiorgesi ma anche coloro che scendono dalla superstrada fermana lo conoscono bene, perché si trova proprio poco prima dell’ingresso del paese, sulla destra venendo da Fermo. Un altro bel bigliettino da visita.
Quel brutto scheletro può diventare una bella costruzione dove si possono realizzare 50 appartamenti oltre a laboratori, uffici e negozi. Quella zona del paese che è di fatto degradata e mezza abbandonata a se stessa potrebbe diventare un quartiere “cool”.
Già sentiamo il coro dei signori del non si può fare: lì non si può costruire, poi gli immobili mica sono del Comune e infine la domandona finale, i soldi dove li prendete?
Noi invece siamo quelli del si può fare. Se altri lo hanno fatto perché a Porto San Giorgio queste robe qua non si possono fare? Gli strumenti ci sono, si chiamano housing sociale, edilizia convenzionata, project financing sociale dove privato e comune si mettono insieme e con il supporto di istituti finanziari che si occupano di finanziare queste opere le realizzano. Se ci darete la fiducia possiamo garantire che 10 giorni dopo saremo dal partner finanziario a gettare le basi per realizzare “l’impossibile”. Nei primi due anni possiamo riuscire a realizzare case dai costi accessibili per 400-500 persone. Ringraziamo Lorella Nasini, geometra, e Annalisa Sorce, architetto, per il loro prezioso lavoro”.
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