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Vendita del 49% della Sge
e mercato libero,
tutti i dubbi di Renzetti Trasatti (M5S)

PORTO SAN GIORGIO - Le riflessioni del pentastellato sulla vendita delle quote di minoranza della società partecipata che si dedica alla vendita del gas metano e le sue previsioni sulle possibili ricadute per i sangiorgesi

Giacomo Renzetti Trasatti

“Non si criminalizza in senso assoluto la dismissione di un bene pubblico. Per diverse ragioni la dismissione di un bene può essere una sensata ed opportuna strategia per valorizzare il patrimonio restante, godere di eventuali plusvalenze, anticipare imminenti depauperimenti.
Se in questo intento però tra tutti i tuoi beni tu metti in vendita quello che ti genera un utile alto, con una struttura snella, con poco personale dipendente, con la sola possibilità di aumentare quest’utile a meno che non si decida di attuare una scellerata gestione” allora per Giacomo Renzetti Trasatti, candidato al consiglio per il Movimento 5 Stelle di Porto San Giorgio, arrivano i dubbi.
“La San Giorgio Energie venduta per il 49% alla Sgr – ricorda Renzetti Trasatti –  generava un utile annuo per circa 300 mila euro, la società fornisce gas metano ai sangiorgesi con un servizio vicino al cittadino con sportello aperto al pubblico presso la sede comunale. Se vendi gas metano per la società del tuo Comune dormi sonni quasi tranquilli in merito alla fidelizzazione della tua clientela: nessuno tra i tuoi clienti farà a meno di te. Se ci sai fare nella qualità del servizio, come bollette trasparenti, letture reali, rateizzazione pagamenti, ed applichi anche modeste capacità commerciali il mercato non può spaventarti. Considerando inoltre che tu vendi solo gas con un data base di utenze attive cospicuo sarebbe stato non impossibile adoperarsi per vendere anche energia elettrica agli stessi. A questo, però, ci ha pensato un privato. E le società private che erogano servizi di vendita gas e luce sanno anche quale sarà il business dei prossimi anni: il mercato libero. Con il passaggio al mercato libero andremo probabilmente a spendere di più che nel mercato di tutela. Una breve spiegazione: il servizio di maggior tutela ha tariffe calmierate e suggerite al consumatore dall’autorità per l’energia elettrica e gas (Aeeg), si applicano sia ad utenze domestiche che a quelle cosiddette “altri usi”, aziende comprese, se corrispondono determinati requisiti come fatturato e numero dipendenti. Vengono aggiornate nel primo caso (uso domestico) trimestralmente, nel secondo mensilmente. Negli ultimi anni il prezzo dell’energia è andato sempre diminuendo quindi l’aggiornamento periodico tariffe ha avvantaggiato il consumatore. Il mercato libero invece applica diverse strategie per avvicinare il cliente: offerta promozionale massimo primi 12 mesi su tariffe di tutela per poi applicare tariffe fisse superiori alle precedenti; tariffe variabili vicine alla tutela maggiorate però di addizionali; concorsi a premi, assicurazioni elettrodomestici, tutto alla fine dei conti spalmato in bolletta”. Per Renzetti Trasatti dunque il mercato libero sarebbe “penalizzante in fatto di prezzi. Ma allora restiamo tutti nel mercato tutelato direte voi: no, c’è un precisa strategia che mira a passare al mercato libero nel 2019”.


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