Matteo Ghica e Gaia Gianni del Liceo Scientifico Carlo Urbani di Porto Sant’Elpidio, protagonisti del progetto Alternanza Scuola Lavoro nella redazione di Cronache Fermane
di Gaia Gianni e Matteo Ghica (Liceo Scientifico Carlo Urbani, progetto alternanza scuola-lavoro)
Anche quest’anno alla Camera di Commercio di Fermo si è svolta la 15esima edizione della “Giornata dell’Economia”, durante la quale i relatori hanno insistito molto sull’importanza dei giovani per il futuro del nostro paese. In un primo intervento l’Assessore regionale al Bilancio Fabrizio Cesetti ha dichiarato che nel nostro Paese si respira un’aria di crisi, soprattutto per quanto riguarda la sanità. Cesetti è convinto della necessità di individuare un punto di forza nelle generazioni future, che sapranno trovare una valida soluzione ai problemi che affliggono lo Stato oggigiorno.
Condivide questa opinione anche il presidente della Camera di Commercio di Fermo Graziano Di Battista, il quale sostiene che i giovani debbano approfittare dell’alternanza scuola-lavoro perché è bene che entrino nelle aziende e capiscano l’importanza di valorizzare i prodotti Italiani, assorbendo cosi l’esperienza, la storia, le tradizioni ma soprattutto la passione che queste imprese mettono nel loro lavoro giorno dopo giorno, aggiungendo anche un po’ di fantasia. “Dobbiamo valorizzare la nostra economia perché il nostro è un paese meraviglioso” ha affermato il presidente.
Il sociologo Massimo Colombi, invece, ha introdotto la questione del ristagno economico Italiano: “In Italia la crescita del PIL è stata sempre bassa rispetto agli altri paesi e le famiglie sono provate dalla crisi, ma dal 2016 si è visto un miglioramento”. Il Fermano ha sempre avuto difficoltà a trovare solidi sbocchi commerciali soprattutto per quanto riguarda il distretto calzaturiero, ma ultimamente sono stati investiti 120 milioni di euro in questo settore, in quello ospedaliero e nelle attività di periferia. Le imprese nel nostro territorio hanno dimensioni ridotte, tuttavia c’è un elevato tasso di imprenditorialità.
Con Cesare Catà, docente e filosofo, l’asse del discorso si è spostato sul problema umano, che è strettamente collegato a quello economico: i paesi che crescono di più economicamente, infatti, sono quelli in cui i rapporti umani hanno un peso rilevante. Intelligenza, creatività, gentilezza sono cose che si apprendono facendo esperienza nella società e sono a tutti gli effetti fattori economici. Il compito di educare i ragazzi all’importanza dei valori umani spetta alle scuole. “Dobbiamo essere consapevoli e orgogliosi di ciò che siamo”, afferma Catà. Dal suo punto di vista alle Marche manca la capacità di raccontarsi: si preferisce scappare dal proprio paese, recidere le proprie radici. Non ci si rende conto che invece il problema sussiste dentro noi stessi e non troverà soluzione nell’allontanamento.
I relatori hanno successivamente introdotto la questione dell’alternanza scuola-lavoro specificando che iniziativa, adattabilità e sensibilità sono i principali requisiti che il giovane che si appresta ad affacciarsi nel mondo del lavoro deve avere. Sebbene un numero piuttosto rilevante di ragazzi non sia rimasto soddisfatto dell’esperienza vissuta arrivando addirittura a sentirsi sfruttato dai datori di lavoro o al contrario non abbastanza coinvolto, Laura Felicioni (ITCG Carducci-Galilei), Giacomo Gasparrini (Liceo classico A.Caro), Jaime Corsetti (ITI Montani), Ismane Arben (IPSIA) e Daniele Gidiucci (Liceo scientifico) non condividono questo parere. I giovani lavoratori hanno riportato la loro esperienza: “Il mondo del lavoro richiede un continuo aggiornamento”; “L’alternanza mi è stata utile per capire il funzionamento dell’azienda”; “In un’azienda devi entrare con curiosità, mettere anche in discussione il tuo piano di studi se necessario, e uscire con delle domande”; “In azienda ho avuto a che fare con macchine che non avevo mai utilizzato a scuola”; “Ho acquisito la consapevolezza che il mio percorso di studio non è sufficiente per affrontare il lavoro in azienda ma deve essere affiancato anche dall’esperienza pratica”.
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