Con l’accordo Ue-Canada
agricoltura marchigiana a rischio:
mobilitate Regione e Coldiretti

MARCHE - Il tema sarà all'ordine del giorno della prossima seduta dell'Assemblea legislativa, domani a Roma protesta degli agricoltori

(foto di Roberto Paglialunga)

La Giunta regionale è preoccupata per le ricadute negative del Ceta sul futuro dell’agricoltura marchigiana. L’attuale formulazione dell’accordo economico e commerciale, tra Unione europea e Canada (Ceta), “rischia di vanificare gli sforzi profusi negli ultimi 20 anni nella nostra regione, anche con le risorse europee, per sostenere un’agricoltura di qualità”.

Su proposta della vice presidente Anna Casini, l’esecutivo, all’unanimità, ha chiesto all’Assemblea legislativa di iscrivere all’ordine del giorno della seduta del 12 luglio una comunicazione per proporre al Governo e al Parlamento di ponderare “più approfonditamente i rischi per il settore agricolo e agroalimentare, regionale e nazionale, derivanti dalla ratifica del Ceta e di valutare la temporanea sospensione dell’accordo per quanto riguarda il settore agricolo”. La decisione è stata assunta oggi, nel corso di una seduta straordinaria della Giunta regionale.

“Abbiamo accolto e condiviso una richiesta maturata al Tavolo politico e strategico regionale, dove tutte le organizzazioni agricole e le centrali cooperative hanno espresso le forti preoccupazioni per le ricadute dell’accordo con il Canada – spiega la vicepresidente Casini – L’intesa tra i due Paesi è fortemente squilibrata e penalizzante per il settore primario italiano, dal momento che vengono eliminati il 92,2% dei dazi agricoli all’entrata, con il conseguente flusso di importazioni a prezzi più bassi dei prodotti nazionali, ma con scarsi standard qualitativi e di sicurezza. L’apertura a prodotti che non seguono standard di qualità e di sicurezza come quelli europei, sottopone la aziende agricole marchigiane a un forte svantaggio competitivo, in un momento di crisi economica aggravato dagli eventi sismici che hanno colpito principalmente luoghi che vivono di agricoltura. È opportuno, pertanto, che il Consiglio regionale di adoperi per fermare, in via provvisoria, la ratifica del trattato da parte del Parlamento italiano”.

Il Ceta (Accordo economico e commerciale globale tra Unione europea e Canada) è stato sottoscritto il 30 ottobre 2016 e approvato il 15 febbraio 2017 dal Parlamento europeo. Entrerà in vigore, in via definitiva, solo dopo la ratifica di tutti i Parlamenti nazionali.

E sul rischio d’invasione di grano d’oltreoceano a danno di quello marchigiano si è espressa la Coldiretti, che domani sarà a Roma in Piazza Montecitorio per un sit in nazionale di protesta.

“Un’intesa che spalanca le porte all’arrivo di grano e carne e dazio zero – commentano dalla Coldiretti – ma che, per la prima volta nella storia dell’Ue, accorda anche il via libera alle imitazioni dei prodotti italiani più tipici, mettendo a rischio anche quelli marchigiani. La Giunta della Regione Marche ha raccolto l’allarme della Coldiretti e porterà il caso in Consiglio regionale, programmato per il 12 luglio prossimo, ma anche tra i Comuni scatta la rivolta con oltre quaranta delibere anti-Ceta già firmate e un’altra novantina in dirittura d’arrivo. Contro il trattato si è pronunciata anche la Provincia di Ancona. Alla protesta in piazza parteciperà anche un’inedita alleanza che coinvolge Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch”.


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