Andrea Rogante
E’ un attacco feroce, una disamina disarmante quella che l’ex consigliere Andrea Rogante, alias “assessore alle discoteche” fa sul turismo sangiorgese, a 360 gradi. Senza risparmiare nessuno, dal privato al pubblico, dagli anni passati all’oggi. Rogante parte passando al microscopio le strutture ricettive cittadine: “Gli operatori turistici si fanno veramente da fare? Perché un turista dovrebbe scegliere Porto San Giorgio invece di un’altra location? E non parlo certo di turismo pendolare. Cosa mi dà il privato oltre al cibo? Tutto uguale. Ad agosto, poi, Dio ce ne scampi e liberi. C’è un hotel con spa? C’è un servizio gratuito di bici? Il costo dell’hotel è abbordabile? Poi lo stabilimento balneare cosa mi offre? Lettino imbottito? Servizio in spiaggia per bar? Giochi di gruppo? Serate animate? Niente signori, non c’è nulla di tutto ciò. Ci sono le fritture, le cozze e gli spaghetti. Punto. Cosa fa l’ente preposto? Ce la prendiamo con l’amministrazione ma, va detta tutta, anche il privato cosa fa?” ma ce n’è anche per il pubblico: “Come mai in realtà come Senigallia, Rimini, Riccione, Cervia fanno di tutto e qui da noi sembra non si possa fare nulla? La cruda realtà in termini di investimento è rappresentata dalla Stella Adriatica come chalet. Mauro Cardinali investe anche troppo per eventi. Un giovane imprenditore ha dato atto di come si gestisce lo chalet, oggi più che mai con la presenza di Gabriel Garko il 14 luglio con una cena spettacolo. O anche gli investimenti e gli spettacoli del Tucano’s. Ma al di là di questi privati, non abbiamo giochi in acqua, non abbiamo servizi, solo fritto e multe in una città che è lontana da tutto. Salvo i ristoranti che fanno il loro lavoro. E poi spiegatemi la diversità tra ristoranti, che fanno i ristoranti, e gli chalet che dovrebbero fare gli chalet. Comunque io di servizi e divertimenti ne vedo pochi. Bisogna cullare il turista, fargli conoscere le realtà locali e non, organizzare gite per portare i turisti a Monte Urano, Montegranaro, Sant’Elpidio a Mare, nelle zone aziendali. Bisognerebbe sfruttare a nostro vantaggio i distretti e le bellezze dell’entroterra e invece qui sono anni che abbiamo assessori che non escono dalle quattro mura di casa. Si governa con la logica del saltarello. Dicevo, il turista va cullato. Ma noi dove lo facciamo? Nelle nostre strutture alberghiere. Il lusso è una parola ignota in città, diciamoci la verità. Parliamo ancora dei bei tempi di Riva Fiorita ma il mondo va avanti, gli imprenditori turistici dovrebbero farsi forza e parlare con il sindaco per lanciare attrattive in spiaggia e non. Bici gratuite, collegamenti cittadini e intercomunali, Spa, giochi e confort devono essere all’ordine del giorno, facili da ottenere, come andare a mangiare una pizza”.
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